Scritta da: Daline98
Oggi sei nervoso, non te ne va una per il verso giusto? Fermati un attimo a bere un caffè, poi pensa: ho pagato? Si, ho bevuto? Si, ci ho pensato? Si, sono già tre cose nel verso giusto, hai riso? Sono quattro.
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Oggi sei nervoso, non te ne va una per il verso giusto? Fermati un attimo a bere un caffè, poi pensa: ho pagato? Si, ho bevuto? Si, ci ho pensato? Si, sono già tre cose nel verso giusto, hai riso? Sono quattro.
Non credo al destino, non ci ho mai creduto, penso che la vita sia come una strada da percorrere dove ci sono incroci e scorciatoie, svolte e salite, e che alla fine siamo noi a dover scegliere su quale di quelle strade incamminarci, e che solo il nostro stato d'animo può condizionarci sulla scelta.
Una tua carezza e rinasco dentro me.
Nessun lieto fine, nessun happy ending, nessun vissero felici e contenti. Solo vissero.
L'essere umano è come un vulcano. Si lascia sopraffare da pressioni che lo portano ad esplodere in un attimo di utopica libertà, per poi, quando tutto è cessato, avvertire l'odore di zolfo e terra bruciata.
Il cuore è il peggior scolaro del mondo: malgrado tante lezioni, commette sempre gli stessi errori.
Cucullus non facit monachum.
Il cappuccio non fa il monaco.
Esistono uomini che racchiudono nel proprio cuore dei semi che germogliano appena una carezza, uno sguardo, una goccia di pioggia sfiora le pagine dei loro pensieri. Essi camminano sospesi a mezz'aria perché hanno occhi che guardano oltre la fitta montagna delle apparenze. Se li incontri li riconosci dai loro sorrisi schivi, dalle mani che frugano nelle tasche in cerca di parole giuste, mai dette troppo in fretta ma sempre molto ponderate. Quegli uomini sono alberi con le radici spesse che quando il vento spira forte sanno aggrapparsi ai propri sogni. Sono coloro che quando il cuore brucia per aver amato tanto, sono certi di aver donato un buon esempio da imitare. E se un giorno li incontrerai nel sentiero dell'esistenza, tu non chiamarli con nessun nome, sorridi solo nel tuo tacere, perché è l'unico linguaggio con cui i poeti sanno parlare.
Facta non verba!
Fatti non parole!
Impares nascimur, pares morimur.
Nasciamo diversi, moriamo uguali.