Commenti a "La paura rende uniti gli uomini... spesso..." di Andrea Matacchiera
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postato da Nietzsche87, il
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postato da AlessandroSerra, il
Giuseppe, dopo dodici ore di lavoro gli operai del 900, continuavano a sperare in un mondo migliore, a sognare la propria isola, ad amare il profumo di una donna e ad immaginarla con il proprio sentimento anzichè osservarla con razionalità... l'uomo del 900 pensava e ripensava..parlava e riparlava...come stai facendo anche tu. Rispetto i tuoi pensieri, ma non condivido i tuoi modi di distingugere, perchè rintengo che analizzano solo la "superficie"..non scavano a fondo..si fermano ad apparenti analisi.
Devo andare. grazie per la chiacchierata.
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postato da AlessandroSerra, il
Io non parlavo di come l'uomo fa le sue cose...ma di quello che in natura è, e rimarrà sempre. A volte puoi prevedere il futuro, se conosci bene il passato.Come puoi prevedere in anticipo le delusioni, se ne hai vissute già un pò prima. L'uomo potrà fare le sue cose in centomila modi diversi..ma la sostanza rimarrà sempre "identica", perchè fa parte dell'espressione naturale.
Nietzsche87, le persone come me, faranno sempre parte del problema, mai della soluzione. Troppe logiche apparenti da smentita esistono perchè possano credere davvero ad alcune parole. L'uomo è un bugiardo, ma è sincero... perchè spesso crede nelle proprie menzogne. Tu avresti potuto rispondermi in mille modi diversi, ma io sapevo che mi avresti risposto in questo modo, perchè un altro uomo come te, parlava come parlavi tu, così come Giuseppe..ma finito il tutto, rimarrà sempre comunque lo stesso..semplicemente per natura. Ognuno alla fine è un mondo a se, ma tutti hanno un unica luce..come le stelle no?, quindi, tutti speriamo basandoci su logiche diverse... ma tutti speriamo in qualcosa, non importa poi le direzioni che si prendono o le logiche che si usano per arrivarci..alla fine la luce rimane la stessa per tutti.. la voglia di sperare o quella di amare, è la stessa.. perchè fa parte della natura dell'uomo e non delle sue logiche.. Otto leoni potranno mangiare una preda in molti modi diversi...ma continueranno tutti a mangiare la preda, non importa come... lo faranno e basta..è la natura...
che fai la cambi?. Così è l'uomo
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postato da Giuseppe Freda, il
Sì, lo so, L'ETERNO RITORNO di Nietsche. Secondo me invece la storia è una freccia che va avanti, sia pur faticosamente.
A prescindere dal progresso (che - attenzione - è scientifico, non meramente tecnologico: la tecnologia è un sottoprodotto della scienza), vi sono tantissimi mutamenti senza ritorno.
Le piramidi sono state costruite da decine di migliaia d schiavi; oggi la riduzione in schiavitù è reato.
La pena di mo*te era cosa assolutamente normale, oggi è riconosciuta solo da alcuni Stati, ma in molti di essi disapplicata.
L'analfabetismo, almeno nella società occidentale, è una piaga molto meno diffusa che per il passato.
Il ruolo della donna non è più quello di una schiava, ma quello di un essere libero, autonomo, pensante, di pari dignità rispetto all'uomo.
L'omosessualità, una volta ridotta addirittura a malattia e vizio, sempre più oggi viene riconosciuta come degna di esistere nel consesso civile.
Gli uomini intorno a quella candela nel 1900 dovevano essere possidenti; perché se operai non ce l'avrebbero fatta neanche a discutere dopo 12 o più ore di lavoro.
Insomma: se ne è fatta di strada. E se ne farà ancora, malgrado l' "amor fati" e gli "eterni ritorni" di quel pover'uomo di Nietsche. Il vero peccato è vedere ragazzi intelligenti attribuire un valore a quelle farneticazioni. Ma anche questo è relativo, perché prima o poi i ragazzi maturano.
Io non dico - attenzione - di gettare alle ortiche Nietsche per intero: dico solo di aprire gli occhi, e scegliere fior da fiore.
Mi sembra evidente che, tra tanti filosofi, Nietsche è quello che meno si può definire tale, per il semplice fatto che rinnega la ragione. E... senza ragione, che filosofia è? E' sofìa (cioè sapienza imposta dall'alto, ispirazione, profezia) non filo-sofìa, cioè amore della sapienza. NON C'E' RICERCA !!!
Comunque, anche nella sofìa di Nietsche, come nella Teosofìa di Elena Blavatski e in tante analoghe espressioni profetiche del nostro tempo (Sai Baba, per esempio) ci può essere un qualche seme di verità nascosto nell'erba alta.
Ma abdicare in toto alla ragione, no.
Del resto, voi che siete seguaci di Nietsche dovreste sapere che il suo superuomo neanche lui stesso è riuscito a realizzarlo.
Nell'esperienza della vita, ogni performance eccezionale esige umiltà, lavoro e cooperazione con gli altri.
I contrassegni del superuomo: forza, salute, entusiasmo, energia interna, amicizia degli uguali, successo del dominatore, sono obiettivi troppo soggetti al... Caso e troppo egoistici per poter costituire valido fondamento di un'esistenza degna di essere vissuta.
Un’esistenza degna di essere vissuta è invece LOTTA caparbia per un ideale, lotta contro il fato, e non supina accettazione degli eventi. Una vita umana vissuta tra l’incudine del Caso e il martello dell’amore per il destino non solo per me non è degna di essere vissuta, ma è dannosa alla società umana, nella misura in cui si rinchiude nella sua asfittica torre d’avorio, disprezzando l’altro e rivoltandoglisi contro anziché tentare di UNIRE LE FORZE, anche se da angolazioni diverse, per costruire un mondo migliore.
L’unica via che l’uomo ha davanti a sé per evitare la catastrofe è quella della cooperazione di tutte le forze di buona fede, contro tutto e tutti, anche contro il Destino, anche contro gli dèi, anche contro il falso Dio giudice della religione cristiana e contro il potere che lo propaganda. Il supino amor fati di Nietsche altro non è che la medesima narcosi ottenuta, per altra via, con il controllo sociale operato dalle religioni di Stato: L’ESATTO OPPOSTO DEL SUO SUPERUOMO. La schiavitù per eccellenza.