Commenti a "La vita finisce nell'attimo che nasci." di Nausika
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postato da Giuseppe Freda, il
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postato da Giuseppe Freda, il
Sergio merita invece una risposta molto più profonda ed articolata, che però non sono in grado di dare a quest'ora di notte, perché domani devo svegliarmi presto. A risentirci.
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postato da Giuseppe Freda, il
Iniziamo dall'età dei "nuovi barbari", di cui parla Vincenzo.
Io sono convinto che il periodo attuale sia paragonabile a quello del BASSO IMPERO romano. Oggi come allora, la società occidentale si rammollisce tra agi e corruzione. Oggi come allora, popolazioni extraeuropee (cinesi, islamici, neri africani) premono ai confini, vengono assimilate e rendono la società occidentale sempre più variegata e multi etnica. Oggi come allora, è in crisi l'identità filosofica e religiosa della società occidentale: allora era il cristianesimo e le culture orientali a premere, oggi premono l'ateismo e l'eclettismo religioso e filosofico. Oggi come allora l'economia è in crisi, e l'elenco potrebbe continuare all'infinito. Basso impero, dunque; e anche nuovi barbari, e parlo non solo di quelli extraeuropei, ma anche di noi stessi, per l'avvilente degrado culturale in atto.
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postato da Sir Jo Black, il
Diciamo che le parole dei miei commenti sono rivolte maggiormentei a Pino.
La parentesi sulla barbarie non è intesa come replica ad un mio sentirmi barbaro; è una mia osservazione che voleva rimarcare che la barbarie del nostro tempo (ma penso anche di altri) è dovuta alla mancanza di pensiero sociale, di cultura sociale, ad un individualismo quasi anti-sociale. Penso che una parte di questa barbarie sia dovuta all'edonismo, la ricerca del proprio personale piacere che diventa egoismo, individualismo e chiusura generando, in fondo, l'esatto contrario, cioè la solitudine e il comportamento anti-sociale.
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postato da Sir Jo Black, il
Quando dico: "Non mi serve altro per vivere, e soprattutto non mi serve nessuna spiritualità che mi faccia credere di altre vite o reincarnazioni dell'anima o che altro. Mi basta essere consapevole..." non rinnego la nostra capacità di ricerca, dico semplicemente che non sento il bisogno di affidarmi a cose che non mi sono dimostrate per stare bene e vivere.
Non accetto il dire che professarsi atei non ha senso. A ciò potrei rispondere, alla pari, che non ha senso professarsi credenti in qualcosa che non si vede e non si dimostra. Quindi preferisco professarmi ateo essendo questa la mia posizione sulla religiosità!
Quando dico di sentirmi immerso in un immenso ciclo vitale dico una cosa che ha dimostrabilità, che si vede, si tocca e si sente. Sfido chiunque a dire e dimostrare che non siamo immersi in un ciclo in cui la vita si perpetua, in cui la vita è un'energia che si rinnova.