Scritto da: Giovanni Battista Quinto
in Diario (Festività)
Qualcuno, oggi, salirà sulla croce. Pregherò per lui nel silenzio della mia stanza; non sopporto le voci sovrapposte né l'inutile confusione alla quale molte persone son già da tempo abituate, a tal punto da non rendersene conto più di tanto; esempio fra tanti? Ieri, subito dopo la cerimonia religiosa, una mare di voci si sono riunite in una sorta d'assemblea grottesca nel tempio sacro, che è un tempio di pace. Basterebbe solo questo per comprendere come vada perdendosi sempre più il senso della croce, il senso dell'amore, un valido motivo che tutto muove: la fede. Oggi conta l'organizzazione, contano i gesti dettati da vacua materialità, da pensieri distorti, da menti viziose che tentano di far la differenza senza riuscirvi. Perché? Perché durante una funzione sacra i più s'intrattengono nell'espletamento d'un selfie come pecore ammaestrate; molti indugiano con braccia costantemente impegnate nelle ardue riprese video; braccia non certamente rivolte al cielo, ma tenute ben salde alla crosta terrestre. Dopo la cerimonia... seguita a ruota da confusione pazzesca (situazione che certamente ha dato colore e vivacità all'ambito propriamente educativo con esempi "virtuosi" per i futuri cittadini del domani) ognuno a casa propria a mangiare per poi fare la consueta sfilata ai sacri cibori o loro sostituti. Questa è l'odierna società, senza mai generalizzare... una società fatta di tecnologia, di selfie, di cerimonie che alla lunga hanno acquisito i tratti caratteriali di un talk show, il quale talk, se condotto da persone come frizzi, diviene altamente educativo per i principi inestimabili, per la grazia e per i modi gentili elargiti da questo uomo che ha agito di vero cuore, sopportando con fede la croce. Questo, cari amici, per dire che l'assenza di educazione si ripercuote indubbiamente in qualsiasi ambito sociale. La chiesa, a mio avviso, offre una marcata attenzione al cerimoniale religioso, al visibile, al superfluo, non dando peso all'essenziale; mentre il sacerdote lava i piedini agli innocenti, qualcuno alza le braccia portando al cielo un telefonino, non già un sentimento d'affetto da donare a chi s'è sacrificato per noi. Lasciamo parlare gli smartphone, siamo diventati degli inattivi, ci priviamo di sguardi non offrendo gli stessi a chi ci circonda, alimentiamo un malsano egoismo che indubbiamente tenderà sempre più a schiacciare la sensibilità presente in ognuno di noi, ma celata dietro un mare di interessi inutili nonché nell'assenza "patologica" di buonsenso, di educazione. I bambini hanno bisogno di esempi di lealtà, di bontà, di spiritualità vera, pura, genuina. Ieri alcuni bimbi mi cercavano con lo sguardo, sapendo dove trovarmi, ovvero nell'angolo più nascosto della tanto difficile società; quanto son belli i miei amori! Dispiace però che con tutti gli esempi negativi vissuti da questi pargoli, essi saranno destinati a perdere l'innata innocenza per dar spazio alla sofferenza, alle delusioni, agli sfottò di qualche coetaneo, agli atti di bullismo e via dicendo.
Composto giovedì 29 marzo 2018