Farà bianco nei capelli ma non sarà colpa della neve che ami, avrai speso tutti i soldi che oggi fanno gola alle donne con cui te la fai, calerà la vista e dimenticherai come si può mantenere l'equilibrio su di una vela; un giorno le orecchie faranno fatica ad ascoltare profondamente un suono, quello leggero del mare, senza cui oggi non sai stare, sarà la prima melodia che perderai per sempre, le dita saranno lente e non potrai più disturbare quella chitarra con cui ti piace far poesia... Dimenticherai ogni nozione sui satelliti o sulla fisica quantistica, rendendo quasi vani tutti quei giorni passati sacrificando tempo nello studio disperato. Un giorno non potrai neanche più guidare, arriverà anche quello in cui non potrai più prendere un treno o un aereo e allora ti sentirai morto dentro, perché dovrai rimanere in una casa, intrappolato dal tuo passato pieno di meraviglie, e mangiato dal rimorso che neanche quel passato in apparenza perfetto hai mai goduto a pieno, perché preoccupato di progettare in ogni dettaglio e particolare il tuo futuro. Futuro che ti sei lasciato sfuggire, perché, manchevole di umiltà, hai creduto di possederlo pienamente nelle tue mani ed hai stretto troppo i pugni, lasciandolo fuggire dai lati.
Imprigionato nel divertissement più puro, nella costante ardua impresa di correre col progredire sociale e volerti sentire il padrone dei luoghi del mondo e del tempo, hai dimenticato, negli anni di vigore fisico e della mente, di coltivare l'unica arte che rende le persone felici: quella dell'amore. D'altronde ti è sempre sembrato più facile, quanto appagante, mascherare l'immensa solitudine, che ti divora giorno per giorno, amando te stesso più che ogni altra cosa.
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