Scritto da: Ilaria Sansò
in Diario (Sentimenti)
L'amore quando circola ci fa sentire leggeri. Ma se vien bloccato, se non lo si vive come si deve diventa piombo.
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L'amore quando circola ci fa sentire leggeri. Ma se vien bloccato, se non lo si vive come si deve diventa piombo.
Ci sono cose che non si possono spiegare. Sono cose che si possono capire solo vivendo.
La scoperta di essere capace di amare mi ha aiutata ad avvicinarmi agli altri nel modo giusto.
Invado d'amore tutte le persone senza prendere in considerazione i loro spazi.
Dormo e non ci penso. Non ci penso a quanto non sia facile restare in questo posto. Un posto che non sento mio.
Ma è colpa mia se torno a casa e sento che così non va più? Crisi di sensazione, attacchi di paure.
E pensare che potrò continuare ad ascoltare i suoi silenzi che son poi così rumorosi; che potrò stringere la mano un domani per farlo sentire al sicuro. E potrò prendermi tutti i suoi sospiri. Tenerli. Ci si scambiano le vite con un solo gesto. Ed è bello quando arriva qualcuno a ricordarti che un cuore ce l'hai. Vivo due vite: non solo la mia, anche la sua. Crescendo e comprendendo.
Innamorata di stazioni. Quanta gente che aspetta: chi un treno, chi una persona dopo tanto tempo; troppo tempo, quanti saluti, quante lacrime, quanti arrivederci a chissà quando e mai un addio detto. È una garanzia. È come giocare a nascondino. Ci si nasconde, forse. Ognuno al suo posto ma hai la certezza di poter trovare, di poterti trovare. Nelle stazioni si muore sempre d'amore.
Una volta mi hanno chiesto perché scrivo e in quel momento non ho capito più niente, non avevo risposte. Scrivo non solo per me; scrivo per chi non è capace nel capirsi, scrivo per chi non è capace di scriversi. Adesso scrivo per te, per te che non riesci a leggere perché hai gli occhi stanchi e pieni di lacrime. È più facile nascondersi nella propria camera, sotto le lenzuola. Tu che lotti di notte contro i pensieri e al mattino ti senti indolenzita, il cuore lo è per primo. Dormi su un letto abbastanza grande da tenere le tue paure. Io, te, le tue paure e il mio volerti per me. Lo vedi? Maledetti spazi che frapponi tra di noi.
Torna.
Allora fammi toccare il cielo, il tuo cielo; dove abiti tu.
Allora fammi toccare le nuvole, per vedere se sanno di zucchero filato.
Allora fammi toccare il sole, anche solo per un attimo.
Allora, la notte, fammi toccare la luna con le sue stelle; frammenti dei miei sogni.
Allora, ecco, guardami ogni tanto.