Scritto da: Mario Tammaro
Io alle persone educate rispondo in modo ancora più educato, ovviamente con le maleducate succede la stessa cosa.
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Io alle persone educate rispondo in modo ancora più educato, ovviamente con le maleducate succede la stessa cosa.
Certe cose si devono vivere per poi un giorno scriverle.
Le persone abituate a resistere sono quelle che sanno soffrire di più, quelle che impiegano più tempo a reagire, ma quando poi lo fanno è la fine.
Non entro mai nella vita delle persone in modo irruente, lo faccio sempre a piccoli passi, in piccoli spazi, è il mio modo di vivere e voglio che anche le altre persone facciano lo stesso con me.
Io avevo solo voglia di scrivere, non m'importava più di cosa accadesse intorno a me, avevo solo voglia di scrivere, perché mi portava lontano dal mondo, lontano dalle cose ingiuste che ogni istante accadono.
Tanto vale accontentarsi per chi sa di non valere tanto.
Ho perso la fiducia in me stesso tante volte ma quando poi l'ho recuperata ne ho ripresa sempre più di prima.
Il panico mi violentava, abusava di me tutte le volte che voleva, io in quel momento non riuscivo nemmeno a muovermi, rimanevo inerme fuori ma con una tempesta dentro, e dopo che aveva finito il suo macabro rituale mi la lasciava stanco, sfinito, come se avessi combattuto con cento persone, ma in realtà avevo solo combattuto con me stesso e perso un'altra battaglia.
Sentivo la voglia di scrivere crescere in me, la sentivo mentre scavalcava la paura di esprimersi al mondo, la sentivo che s'immergeva nei miei pensieri da sempre tenuti nascosti, faceva di tutto per venir fuori, spingeva a più non posso, non si può tenere dentro ciò che è destinato a diffondersi fuori.
D'un tratto arrivi a raggiungere cose che vedevi così lontane e irraggiungibili, malinconiche proprio perché da sempre desiderate. Ci si diventa così migliori, proprio in questo modo, con la disperazione della voglia.