25 Aprile-Festa Nazionale Della Liberazione d'Italia
Per non dimenticare tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà e la dignità.
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25 Aprile-Festa Nazionale Della Liberazione d'Italia
Per non dimenticare tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà e la dignità.
Stringi a te quanto c'è di più caro nella tua vita, le persone che ami. Da sentirle con te, anche quando non ci saranno più. Tienili per mano i tuoi affetti più cari, perché mani e cuore sono connessi e portali per sempre con te.
Era consenziente: "Lei Voleva". Trovo denigratorio e maligno il delitto di diffamazione nei confronti della vittima. Una donna stuprata è una donna violentata, ogni giorno, nell'anima, e l'unica traccia che rimane dopo: la vergogna e la paura di essere discriminata. E poco importa se sei morta o viva.
Ciao mamma, come stai? Piccola sto bene; rispose prima di morire. Perché per tua madre, qualsiasi età tu abbia, resti sempre la sua meravigliosa bambina. Lei era la mia vita, la mia forza, il mio coraggio, una spalla su cui contare sempre. Lei era il mio sorriso. La parte più bella di me.
Se ti diranno "ti capisco", "comprendo il tuo dolore", tu dubita di loro. Chi non ha sofferto il dolore peggiore che un uomo può soffrire: la perdita di un caro, pianto fino a non avere più lacrime e sentito rompersi il cuore dentro, non può dire "ti comprendo". Si può avere comprensione su molte cose, tranne al dolore dell'anima. Lì resta una ferita che sanguina sempre.
Laddove non c'è delicatezza, cura e calore, non può esserci amore. Togli il cuore dai posti dove manca rispetto e sincerità e fai in modo che non conti più niente per te. Chi ti ha ferito la prima volta, non ci penserà due volte a spezzarti il cuore un altra volta.
Non ce la faccio; ho l'impressione che stia abdicando, che stia cedendo allo sconforto. Soffro di una grave malattia, la solitudine. Non riesco a guarire e se avessi compreso e mi fossi soffermata a proteggerla di più, l'anima, non l'avrei persa perdendomi. E così, nel perdere tutto, ho anche perso la paura di morire.
Mi sono tenuta la libertà di pensiero. La libertà di essere spudoratamente me stessa, e per la quale vale la pena impegnarsi con coraggio. Le idee altrui, imprevedibili, parleranno senza alcuna ragione, l'errore più grande. L'unica cosa che rimane: avvalersi del "libero arbitrio". La possibilità di scelta o decisione. Lo scoraggiamento a qualsiasi proposta altrui.
Tanti ricordi e tanta nostalgia delle domeniche trascorse in famiglia, insieme, riuniti. Pochi soldi, ma grande tavolate. C'era dignità e vita vera, piena di tante cose semplici. Oggi c'è tanta disperazione e famiglie distrutte. Le tavole non sono più apparecchiate e non si sente più ridere e cantare: i sorrisi hanno lasciato il posto alle lacrime.
Il suo "humor" era sottile, pungente come un ago, la sua intelligenza acuta. Ma, perbacco, lei lo amava e lo seguiva divertita. E poco importa in quale occasione lui sganciava la sua astuta battuta, la faceva ridere. Alla Regina mancherà il suo Principe, la solida spalla di incoraggiamento, di ascolto e di condivisione nei momenti difficili. Per Elisabetta il suo dolore più grande; il suo grande amore.