Miei cari signori: se sapeste quel che penso di voi non vi piacerebbe. E quel che taccio intelligentemente, lo esprimo con un sorriso. Di fronte alla stupidità, e buona educazione non sprecare parole.
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Miei cari signori: se sapeste quel che penso di voi non vi piacerebbe. E quel che taccio intelligentemente, lo esprimo con un sorriso. Di fronte alla stupidità, e buona educazione non sprecare parole.
Una donna che si ama lo fa a prescindere dal peso, dalle smagliature, dalla cellulite. Perché sa che quel conta è la sua l'intelligenza, e non un bel fisico statuario. Quando una donna è capace di andare oltre la critica è libera da ogni costrizione imposta dalla società. Una donna che ha imparato a rispettarsi, lascia l'apparenza a chi si ferma alla superficie, scegliendo chi va oltre, in profondità.
Ho scritto così tante lettere da consumare tutto l'inchiostro. Cosicché tu, potessi leggermi dentro nell'anima, tenendo il mio cuore tra le mani.
Chi finge di essere chi non è per far breccia nel cuore delle persone, rimarrà deluso da se stesso. Le persone leali e sincere sono disinteressate, non hanno bisogno di essere acclamante. Gli applausi li riservano ai commedianti e ai teatranti.
C'era un tempo dove esisteva la parola rispetto. C'erano i valori, le buone maniere, l'educazione. Esisteva un tempo, dove niente si buttava, tutto si aggiustava, e si ricominciava. Nulla oggi è rimasto di quel tempo, non c'è rispetto, ognuno fa ciò che vuole, e l'amore muore. Mi verrebbe da dire: c'era una volta, oggi non c'è più. Fine della favola.
Quel giorno me lo ricordo bene, perché la vita mi insegnò a non fare, e dire agli altri ciò che non mi fosse fatto, e detto. E lo fece colpendomi, con un sonoro schiaffo. Giurai a me stessa che sarei stata sempre sincera, vera e che non avrei mai più mentito anche se quando lo feci, fu solo a fin di bene. Imparai che mentire per occultare un dolore, ne procura altrettanto tanto, e che è preferibile far cadere una lacrima, che sorridere, e recitare dinanzi ad una menzogna. Fu quello il momento che mi resi conto di dovere delle scuse a chi credeva in me, e lo feci con dolore, e rimorso, mi sentii così tanto piccola da confondermi con il pavimento e in quel preciso instante fui sollevata da terra dalla grandezza, e dall'umiltà. Quello fu per me un giorno speciale perché compresi la lezione più importante, "dire sempre la verità".
Io me le ricordo quelle domeniche passate tutti in famiglia, ci si vestiva con l'abito più bello e si andava, chi in chiesa, o a spasso. E quando si rientrava a casa, si sentiva il profumo del ragù che cuoceva a fuoco lento. Noi bambini apparecchiavamo la tavola in festa mentre gli adulti avevano le mani in pasta e preparavano, tortellini, e fettuccine. Oggi non si vivono più quelle domeniche fatte in famiglia, ognuno è per fatti propri, e si mangia seduti, sul divano, davanti al televisore con le solita pubblicità, "la famiglia del mulino bianco". Sono rimaste poche quelle famiglie che tali possono considerarsi. Il valore della condivisione, della gioia, si è perso insieme ai profumi antichi del cibo cotto, e mangiato tutti insieme, a tavola, a parlare, ridere, e scherzare.
Bisognerebbe imparare a rispettarsi di più, cosicché nessuno possa prevaricare sugli altri. L'educazione, il rispetto, sono le basi per una convivenza civile, e se vengono a mancare, quello che si è costruito su fondamenta d'argilla, crollerà. Lasciandovi tra le mani, sabbia che scivola via.
Non abbiate timore di farli crescere con gli animali, loro non gli faranno mai male. Al contrario, un animale può sempre insegnare ad un essere umano cosa significa amare, e da adulti sapranno ricambiare.
Ho sempre messo gli altri al primo posto, restando indietro io, e puntualmente venivo dimenticata, o peggio ancora, non considerata. Che rabbia che provavo e mi chiedevo del perché mi fosse riservato questo tipo di trattamento? Non attesi risposta, agii, e lo feci con cognizione di causa, facendoli accomodare negli ultimi posti. In prima fila, ora mi siedo io.