Scritta da: B. Summer
Da grande voglio amare qualcuno così tanto.
dal film "Hunger Games - La Ragazza di Fuoco" di Francis Lawrence
Da grande voglio amare qualcuno così tanto.
Certi hanno una luce attorno che illumina anche le altre persone. Penso che forse alcuni di loro stavano in un tunnel e in quel tunnel forse l'unica luce che avevano stava dentro di loro. E poi, anche tanto tempo dopo che sono usciti dal tunnel, continuano a splendere per tutti gli altri.
L'amore non ha fatto niente per me.
Capitolo primo. "Adorava New York. La idolatrava smisuratamente..." No, è meglio "la mitizzava smisuratamente", ecco. "Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin" No, fammi cominciare da capo... Capitolo primo: "era troppo romantico riguardo a Manhattan, come lo era riguardo a tutto il resto: trovava vigore nel febbrile andirivieni della folla e del traffico. Per lui New York significava belle donne, tipi in gamba che apparivano rotti a qualsiasi navigazione" Eh no, stantio, roba stantia, di gusto... insomma, dai, impegnati un po' di più... da capo. Capitolo primo. "Adorava New York. Per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea: la stessa carenza di integrità individuale che porta tanta gente a cercare facili strade stava rapidamente trasformando la città dei suoi sogni in una..." Non sarà troppo predicatorio? Insomma, guardiamoci in faccia: io questo libro lo devo vendere. Capitolo primo. "Adorava New York, anche se per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea. Com'era difficile esistere, in una società desensibilizzata dalla droga, dalla musica a tutto volume, televisione, crimine, immondizia..." Troppo arrabbiato. Non devo essere arrabbiato. Capitolo primo. "Era duro e romantico come la città che amava. Dietro i suoi occhiali dalla montatura nera, acquattata ma pronta al balzo, la potenza sessuale di una tigre..." No, aspetta, ci sono: "New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata"
Ogni tempesta ha una sua fine. Una volta che tutti gli alberi sono stati sradicati, una volta che tutte le case sono state demolite, il vento si calmerà, le nuvole se ne andranno, la pioggia si fermerà, il cielo si schiarirà in un istante. E solo allora, in quei momenti di quiete dopo la tempesta, capiamo chi è stato abbastanza forte da sopravvivere.
Tre mesi, novanta giorni, il tempo di una stagione, delle vacanze estive al liceo, tre mesi volano. Eppure quanta vita Giulia. Avevi ragione tu, siamo stati fortunati. Avremmo potuto non incontrarci mai.
Arrivi ad un punto in cui devi tirarti su, smettere di piagnucolare e iniziare a vivere.
Le ghiandole surrenali reagiscono allo stress rilasciando ormoni che ci allertano e rendono reattivi. Il problema è che l'adrenalina non sa distinguere la semplice agitazione da un vero disastro imminente.
(...)
Il corpo non conosce la differenza tra la rabbia e l'euforia, tra il panico e il dubbio, tra l'inizio e la fine. Il corpo ti dice semplicemente che devi andartene. A volte lo ignori. Questa è la cosa più comprensibile da fare. Ma altre volte gli dai retta. Devi fidarti del tuo istinto, no? E quando il tuo corpo ti dice di scappare, scappa.
Due persone possono essere davvero destinate a stare insieme? Fatte l'uno per l'altra. Anime gemelle. Sarebbe bello se fosse vero. Avere qualcuno là fuori che ci sta aspettando. Noi in attesa di qualcuno. Solo che non sono sicura di crederci.
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Forse ci credo a tutta questa storia dell'essere destinati. Perché non crederci, alla fine? Chi non vorrebbe più poesia nella sua vita? Forse spetta a noi far sì che accada. Farsi avanti ed essere destinati l'uno all'altra. Almeno così potrete saperlo con certezza. Se siete fatti per stare insieme oppure no.
Di recente mi è venuta un'idea per un nuovo gioco a premi: si chiama "Il Vecchio Gioco". In studio ci sono tre signori anziani con una pistola carica; ripensano alla loro vita, vedono chi sono stati, cos'hanno concretizzato, quanto sono andati vicini a realizzare i loro sogni. Vince chi non si fa saltare le cervella, il premio è un frigorifero.