Amami così, senza di te. Amore debole. Amami così nel cuore e nei pensieri nel bacio non dato nelle carezze del solo tuo sorriso. Nel sogno dell'incontro Amami così, senza di me.
Rimani avvolto nelle parole sparse sulla soglia dell'anima, cercando di misurare il tempo, che ti separa dall'ora del tramonto. Pregno nei tuoi silenzi l'odore umido delle scarpe al ritorno dal campo, su sentieri di spighe ferite dalla falce. Farfalle rosa accendono lo sguardo, ora spento, ora intriso di coraggio. Le mani avvizzite, tremule, a raccogliere istanti da stampare sul quaderno dei rimpianti. La danza sinuosa delle lucciole a far luce dentro vasi rubati all'infanzia, ora musica nel cuore. Il capo chino su spalle consunte da una vita. Il grido, in fondo alla gola, poggiato sulla luce fioca di un cero. Padre, l'ombra della luna posa lievi malinconie. Sulle rughe, frammenti di stelle, nel tuo dolce sonno un caldo sorriso.
Amo i tuoi silenzi, interrogano il cuore, pregni di tristezza. Amo il tuo sguardo lievemente illuminato dalla luce dell'aurora. Amo le tue dita, che scivolano sul mio corpo, e giocano a rincorrere sensazioni. Il respiro, un soffio leggero sussurrato appena Solo io lo posso sentire. Parla di te, della tua passione, del tuo sogno proibito, che si libra nell'aria come un aquilone abbracciato al vento. Paga di tenerezza tra le mie dita s'intreccia un gioiello. La magia dell'incontro, Il potere del ricordo, Il sapore dei nostri corpi, sorpresi all'alba di un nuovo giorno.
Ricordo una strada distante dalle mura del mondo, che avanzava leggera presso il tuo sguardo innalzato in un cielo inebriato di lampi ribelli e stelle immutabili, come quei sogni rinchiusi nei nostri abbracci, convergenti nell'amore di quei pregiati giorni, tracciati ormai nella mente e di quelle notti sacre e indecifrabili, passate tra emozioni inedite cosparse anche di silenziose lacrime per non poterti dire di restare, soprattutto nei miei inverni.
Ad ogni tuo passo che di nuovo ti separa dal mio sguardo si dibattono nella gola parole senza ali, senza forza né tempo per raggiungerti ancora, per chiederti finalmente che anche le tue parole, legate da un nodo oscuro, sciolgano il volo come schiera di candide farfalle danzanti sulle corolle dischiuse. Così continuo a scriverti nel cuore questa infinita lettera trapunta di parole nascoste come tremule gocce stillanti tra i tortuosi anfratti in un carsico abisso, mentre cerco il respiro della luce che apra uno spiraglio nel labirinto delle ombre, perché il mio amore prigioniero fiorisca nel sole.
Quando la sera verrai con il tuo passo tranquillo, unico fra tanti, ancora una piccola goccia fresca scorrerà nell'arsura di questo tempo venato dal rancore. Non più passato, non più futuro – solo questo presente così breve e infinito, unico respiro, unica tremula luce, discesa da remote stelle, come onda di dolcezza si espande nel silenzio del tuo sorriso.
Ancora attendo stasera, come è sempre un'attesa ogni respiro di vita lontano dalla luce del tuo sguardo, infinita attesa, infinito silenzio nell'eterno presente dell'anima. Il tuo passo attendo, promessa sognata di un concorde cammino nel tempo, irraggiungibile desiderio. Così mi aggrappo all'onda infinita che temo di chiamare amore nella profonda ferita della tua assenza, come la foglia tremante s'affida al soffio caldo del vento, cercando l'amato sorriso del sole.
Nostalgia della luce nel silenzio dell'ombra, cerchio di solitudine. Le tue labbra serrate da lotte amare, sigillo ostinato, inconsolabile al mio sguardo. I miei occhi stanchi nel vigile pensiero di pace e di conforto a piaga immendicabile. Così ci consuma il desiderio d'amore inappagato, forte come il dolore, che saldo ci unisce nella triste lontananza.