L'amore che ber sogno, quanno che te sveji la mattina vorresti cantà. Questi so li primi anni, quanno che accanto a te ce vedi un fiore bello, acerbo e co le curve a posto. Quanno che passa er tempo, passano le stagioni, na mattina te sveji e te domanni: e mò questa chi è? Sfatta, cadente pe niente curata, nun me ricordo più che l'ho sposata. Cari omini, guardateve allo specchio puro voi, dalla cintola in giù nun val la pena e sopra è tutto no sfascio. De tutte le vostre velleità è rimasto un sogno.
Aiutati che Dio t'aiuta questo m'è stato sempre detto, ed io me so seduto e quì l'aspetto. Doppo tanto che so quà nessuno m'è venuto ad aiutà voi vede che me devo proprio mette a lavorà nun ve credo più... va... va...
Le confessioni son sassi lanciati dal cuore, nell'acqua ancor calma, son cerchi di parvenza che si propagano, senza far rumore, ma con dolore. Le confessioni son dettate dall'anima che non riesce più a sopportarne il peso e le ragioni, delle tue trasgressioni. Troppo tardi... e altre pietre lancerai distruggendo tutto quel che hai costruito. Ma a che cosa è valso tenere insieme la tua vita alla mia se è stata solo una bugia.
"L'arte" intesa in tutte le sue forme, dà gioia ed emozioni a quel che dorme, sveglia assopiti senzi, dà forti turbamenti. Con pennellate e amore si dà licenza al cuore collage di sentimenti. Con anima serena, con gioia ed amarezza, con lacrima e carezza, tutto ci fà sentire " L'arte" tutto ci fà provare col corpo e con la mente, quando con sentimento... degli occhi e del cuore godimento. Appagante momento...
Voglio morire al tiepido sole d'aprile, dopo aver vissuto al meglio, come una farfalla. Il sole, il cielo... voglio, il profumo di un fiore, voglio succhiargli il cuore, dopo averlo amato e non soffrire quando appassirà, tanto un giorno vivrò... vivrà...
E sono ancora quì, col cuore straziato, eppure mi hai ferito, tradito e lasciato. Ora sei tornato e mi hai trovato, come sempre è stato. Un bacio una carezza, e pensi che tutto è passato. Quando darò retta alla ragione quando sarò costretta a dire al cuore: tu non sei in prigione. L'amore non ha occhi per vedere ma dovrò farmi curare per vederti ancora e ancora entrare ed uscire.
Io sono ormai pronta, mi sono vestita, lavata, truccata tutta pettinata dal migliore coiffeur. Scendo in salone dove mi aspetta mollemente seduto, sul vecchio divano: ma come sei bella, accarezza una coscia, la calza si smaglia, e adesso che faccio? Non riesco nemmeno ad entrare nel bagno che onda sinuosa, si muove e torna e ritorna non posso fermarlo, mi piace, non nego e ridotti a brandelli i pochi vestiti; fai quello che vuoi. Evviva la calza smagliata che sveglia già sensi assopiti e dà un senso a giornate banali passate neanche a parlare. La cena i bambini, la televisione che noia! Ma ora orsù a letto bambini; e metto la nera sottana, le calze, ma ahimè, troppo tempo è passato e lo trovo... già dorme sul vecchio divano.
Poeta è chi vola più in alto degli altri, con tutta la sua fantasia, fuggendo le banalità e quel che la vita ci dà.
È un miracolo il sole, il tramonto ed il mare, e tutto quello che ci fà sognare, un fiore, il colore, un arcobaleno, una foglia che il vento porta lontano un desiderio che va...
miracolo è donna, è amore e dolcezza, le morbide forme, acerbe o vissute le rughe gli affanni ed i suoi vari inganni la rabbia e i dolori del cuore che male ti lasciano dentro
miracolo è un bimbo, il suo viso il dolce sorriso e manine tese ti chiedono aiuto, protezione e fiducia ma quanti lo fanno? Perversi e bastardi! E ti fermi a pensare...
Sento la pioggia dietro quei vetri, sento le gocce che scivolan via, non sò perché piove anche quì, tutto è bagnato dalle mie lacrime, oggi son triste ho un groppo in gola il cuore stringe la mente vola: spero finisca questa giornata, forse domani non è così; Vorrei vestirmi, non sò, non voglio, mi sono alzata, neanche lavata, ma sì mi butto sopra quel letto e stringo forte il mio cuscino, ancora lacrime scendono giù. Mi sento male, meglio vestirsi, esco e così piango con te. Spero finisca questa giornata forse domani...
Quanto amore c'era tutt'intorno, diventavo una geisha ogni giorno, ogni suo desiderio era il mio. Ogni volta era sempre la prima e tremavo solo se mi sfiorava, ogni volta ero sua se voleva, ogni volta che la bocca baciava. Poi passione è svanita, se ne è andato sbattendo la porta, io distrutta, perduta son caduta in folli pensieri, ho sofferto, era ieri. Oggi mi amo da sola, son contenta, son mia, vo ballando per casa, non c'è spazio per altri tutto il tempo è per me. Improvviso un suono alla porta: son tornato ti prego, apri amore son io... Vò cantando per casa, vò ballando, non sento e mi amo da sola senza avere tormento. Vò cantando, vò ballando la porta non sento, stavolta non svendo!