Un giorno, tanto tempo fa, quanno che ero ancora regazzina, mi madre me vestì a festa, co le scarpe nove e na bella sottanina. Quanno che stavo pe uscì de casa, me regalò un sordino: compratece quarcosa, na caramella, na sciuscella e poi torna, bella la mia sposa!
Non potete capì che soddisfazione! Giravo, senza meta vicino alla stazione, quanno che davanti a me, tutto rannicchiato su un vecchio cartone un poveraccio, sporco e messo male subito richiamò la mia attenzione. Me avvicino, se contavano l'ossa: pijo da la tasca quer sordino e glielo porgo ner piattino lui me ringrazia, me fa un sorriso e me dà un bacio veloce sur ditino. Me so sentita in bocca er dorce della sciuscella, della caramella, avevo fatto na buona azione... Questo è er sapore della soddisfazione.
L'amore non si può piegare con fruste né domare né chiuderlo in gabbia, non si può frenare. L'amore è libertà di fare, anelito del cuore, che grida il suo volere, suo desiderio è amare. Avrà ali possenti e sarà un'aquila che prede va a ghermire, scalerà montagne e coglierà quel fiore, dipende dove và a posare, ma comunque e sempre sarà lui a scegliere dove vuole andare.
Vorrei ancora e ancora, trovarti seduto sotto l'albero di ciliegio, a quel vecchio tavolino col tuo cappello ed il bicchier di vino. Mi aspettavi sempre nonno: amore è per te dimmi dov'è, e mi mostravi i pugni chiusi, è qui o qua? È per chi lo troverà. L'imbroglio era palese, ma ancora ingenua con le manine tese indicavo; era sempre giusto, in quel dolce dono ci provavo gusto. Nonno adorato quanti sogni a metà abbiamo lasciato, tutti i miei perché che ancora devo chiedere quante le storie lasciate a metà, e di tutto quell'amore cosa ne sarà?
Incidente di percorso, di un amore poi rubato, non voluto, capitato, ma purtroppo ci sei stato. Per la mano ti han portato, privo della tua ragione, né coscienza, né opinione, sei plagiato, sei annullato, dalla sua mente bacata, da quel padre che padrone ti ha ridotto ad un coglione. Sei convinto che sia giusto e ti perdi la tua vita, i pensieri e i sentimenti. Ti indirizza col suo modo ignorante e assai maldestro, non diventerai mai grande, te ne accorgerai ben presto. Non hai tempo per pensare, non voluto capitato sei costretto a lavorare, ed il tuo farti valere, per riemergere dal fango, ti fa giù precipitare. Non hai tempo per pensare, non voluto, capitato da uno sbaglio tu sei nato, non ti accorgi che sei stato quello che a tua madre manca. Sei morboso attaccamento, sei lo sbaglio di un momento, non voluto, capitato. E con questi insegnamenti ti è sembrato poi normale quello che dovevi fare. Una giovine stuprare, prima fatta ubriacare e poi lì, stavi a guardare che la sua preoccupazione gli cresceva col pancione. Ma tu non te ne fregavi, proprio quello che volevi. Lo sapevi che ancor piccola, non capiva che rischiava, incidente di percorso? O voluto e programmato? Si! Lo hai ben premeditato, ma il bambino che ora è nato benvoluto è tanto amato, non ci siamo comportati come ha fatto la tua nonna che ha cacciato la tua mamma appellandola a puttana! Ho accettato come un dono questa figlia e il suo fardello e con tutta la famiglia, ho cresciuto il pargoletto, grazie a Dio è assai perfetto. Spero solo non si rovini con la tua mente bacata da cotanti insegnamenti, perché imbroglio ormai evidente di programmator maldestro a tressette il matrimonio e quel che è stato, te lo sei più che giocato. Tutto ormai è stato risolto, questo peso se lo è tolto. E ricorda che chi prende con l'inganno, e infedeltà poco o niente mai otterrà. Per me anche tu ora sei incidente di percorso, ti ho studiato e per me non sei più niente, perché mal ho giudicato, quando in casa ti ho accettato, meno male che sei andato.
Saprò trovare le giuste parole per dirti che è finita, non vorrei in fondo farti male ma questa è la mia vita e devo andare. Non ti sei mai chiesto se per seguire il tuo cuore quello che io sentivo, era giusto e ti aspettavo amore, ma più non resto. Niente mi potrà fermare, neanche le tue giustificazioni certo, non potrò smettere di amare e continuerò a chiedermi le ragioni ma non voglio più spiegazioni. Ero il tuo cagnolino, da tenere in casa e scodinzolare scaldavo il tuo cuscino e facevo finta di dormire... Ti prego, non tornare.
Sarò la tua mamma, che non hai conosciuto, per quelle bestie che ti hanno abbandonato ti allatterò, ti cullerò, ti scalderò con il mio amore, dolce sarà vederti crescere. Amore mio, amore senza parole, morbidoso rifugio delle mie carezze, delle mie giornate fredde, davanti al fuoco di un camino. Sei lo sfogo di tutte le amarezze, il confidente, col mio bicchier di vino, di quello che vorrei gridare e che dentro fà male. Il mio piccolo cucciolo invadente, mi stai a sentire con gli occhi innamorati, senza dire niente. Solo gioia a non finire, senza discutere, senza intervenire. Amore, non servono parole quando tanti anni abbiamo trascorso insieme, sei il pretendente sognato, fedele, fino a morire, ma tu lo sai quanto ti ho amato.
Quando le porte aprirai senza paura, griderai senza misura, avrai certezza della tua natura, il rimpianto non sarà tua cura, avrai esperienza di qualche avventura, sarai sicura. Quando il mondo vedi cadere e ti sposti per non morire, quando a tutti testa saprai tenere e spiegare a quelli che non vogliono capire... lo puoi ben dire: che non hai bisogno, stai inseguendo un sogno per poter riuscire.