Spiegami. Come è possibile volere i baci, ma anche la morte di una persona.
Avere i brividi quando ti guarda, quando ti sfiora, quando respiri la sua stessa aria. Un incantesimo che avvolge. Dolce profumo che circonda i vostri corpi, come tante scintille. E quando lo sogni, avere nel cuore uno strano calore, che ti fa capire di essere il protagonista dei pensieri dell'altro. Avere una sensazione di assoluta completezza. Ti senti in pace. Sentire in corpo quella flebile fiamma dorata, procura una febbre piacevole.
Ridete al solo pensiero della vostra malattia. Vedete formarsi davanti ai vostri occhi il suo viso. Perfetto in ogni dettaglio. Poi vi voltate per osservarlo, ed allora la massima felicità. Incontrate i suoi occhi. Velati da una malcelata sorpresa nel vedervi voltata. Poi la dolcezza, unita ad uno strano tremito, si impossessa di voi. Abbassate entrambi lo sguardo. Non riuscite più a resistere al sentimento che trasuda dai vostri corpi, ormai palpabile nell'aria, come una brezza profumata. Procura una strana sensazione, vedere la propria mano tremare e sudare. Le tenete contro il ventre, per nascondere la realtà e l'evidenza. Vi sforzate a non voltarvi nuovamente, ma non resisterete a lungo.
Se questo è l'amore. Il sogno, lo sguardo, la felicità, il sentimento.
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Poi svanisce. In quel vento profumato che lo aveva tratto a voi. Il cuore più vuoto. Un peso che manca. Un peso di cui si sente la mancanza. Gli sguardi assenti. La felicità sparita. In una nuvola di fumo, veloce nel vento. Ti volti, sperando di incontrarlo, priva di speranze. Il vostro appuntamento mancato. La lontananza di un abbraccio che non sentirete più. Proprio allora. Quando la realtà sostituirà il vostro mondo di sogni.
Ne è valsa la pena?
Vedere i vostri sentimenti sfaldarsi. Raggrinzirsi. Infrangersi. Sentimenti profondi. Che vi hanno fatto ridere e piangere. Sentimenti pesanti. Allora vi apparirà
Se questo è l'odio. Il sogno, lo sguardo, la felicità, il sentimento. Il vuoto, la mancanza, il vento, le speranze. Tutto ciò che amate, odierete. Con la stessa intensità e sentimento. Amerete il vostro odio. Odierete il vostro amore.
Giornate strane passano Alla velocità della luce. Jogging al parco. Una città che si rialza. Un'amica innamorata. Un telefono che squilla e una sorella incinta. Tra carillon e luci soffuse aspetto ancora fragole da mangiare le stesse di mesi fa. Chiuso! Con te avevo chiuso. Lo avevi detto anche tu. Solo tu. Ed io arrogante ed orgogliosa sono partita. Due mesi. Per te una nuova primavera. Forse! Oppure letti caldi in cui dormire. Ora: Sei tornato. Sabato. Sei tornato. E come se non fosse successo nulla come se due mesi fossero due giorni attendi le mie labbra... ed io? Io ancora attendo le tue. (e com'era? Cosa ti ho detto? Riferisci... o meglio ancora fottitene di lei, se c'è fottitene... e pensa a quello che possiamo fare!) Bene. Lo hai fatto. Ed io con te!
Non chiedermi come sto... perché stanotte ho il buio dentro. Un buio fatto di castelli neri. Ritorna Jeff in questa serata strana Eppure un'ora fa ridevo. Eppure un'ora fa speravo ancora. E ritiro! Ritiro ciò che ti ho detto... Ritiro quello che ti farei. Ritiro la passione che ho per te... E mentre ieri avevo deciso ti volevo ancora qui con me... ora affondi tu e la tua voce del cazzo. E non mi chiedere perché. Una stronza lo sa. Ed ora anch'io.
Quei 21 grammi li vorrei riflessi allo specchio. 21 lati da osservare con minuzia. Tocchi leggeri per saziare la curiosità. 21 grammi di lecca lecca fragola e panna. È brava. Si vede. Da notti la emme grida. Troppo poco. Aussi. Senza ritegno. Chiede. E di 21. Uno che non c'è. Lei chiede: Ali. Nuvole bianche. Trofei di vocali. E sapori nuovi conosciuti. La emme grida. Dovrei accontentarla.
Ventiquattro parole chiuse in un cassetto che non aprirò mai. L'avevo già scritto. Lo ridico! Assenze ingiustificate e notti troppo lunghe. Un bambino mi alza la gonna e un masticone si appiccica sotto lo stivale. Si gira in macchina. C'è gente! Una festa... cantanti. Ci fermiamo? No. Sì. No. Dai! Ok! Fumo. Fumo. Numeri. Risate. Musica. Si canta. Foto. La gonna non la metto più. Casa. A volte ci penso. Qualcuno dice che ho tutto. E allora perché stanotte non ho niente? Dice che sei una sfida. Dice che non mi arrenderò. Dovrei comprare un po' dei tuoi silenzi. I tuoi occhi e quei sorrisi. Me li vendi? Li voglio! Un po' ci sei. In testa. Batti. Un po'. E ti comprerei.
Troppi pensieri affollano la mente. La principessa e la sua treccia aspettano il Principe. Cazzo vuoi Principe? Perché continui ad infilzare la lama della tua spada... qui sul petto verso sinistra... chiamami verso sera. Forse ti rispondo! Oppure dammi un bacio e lasciami senza fiato... Sento quell'amo. Che si lega in un punto preciso delle mie parti basse. Che si conficca nella carne e tira verso l'ombelico. Loro le chiamano farfalle. Per me sono ami. Che tirano. Che avvicinano piacere a cuore. E se le signorine innamorate fanno le gelose salutamele con tanto piacere. Lei aspetta Principe due mesi silenziosi lasciano il posto a frasi esplicite. Decido io! Ora.
Cos'hai dentro, Amore? Dimmi la tua alchimia. Dimmi la tua composizione psichedelica. Oppure entrami dentro. Dentro nell'anima. Perché ci penso ancora... e non resisto. Perché alle dieci eri con me. Perché potrei anche credere di resistere... di lasciarmi tutto alle spalle... quel tutto che non è stato niente. Ma sarebbe inutile. Notte Amore. Vado a dormire. Sono stanca.
Le mie risposte sono solo dei forse. Sento ancora l'impulso di stare abbracciata a lui che si accoccola su di me. Avrei voglia di stringerlo. Salvarlo da ciò che non è riuscito a vedere. Avrà trovato il coraggio di essere se stesso? Un'altra domanda a cui rispondo forse, guardandomi allo specchio.
Il mio sangue ribolle quando sfioro dolcemente la tua pelle, sento i tuoi dolci morsi che mi trafiggono il collo e la tua bocca assapora fino in fondo il mio essere.