S'apre d'incanto il tuo nuovo giorno, e dalla finestra trafigge il sole, fra il cinguettio dei merli che fanno ritorno, ed in aria il profumo che sa di viole.
L'aria è calda e vellutata, e d'una danza di cotone sembra invasa, è il pioppo rigoglioso che fà la sfilata, e col vento tra le frasche, porta il seme in ogni casa.
I fiori che hanno colorito i bracci spogli, ora lasciano cadere i petali sul verde prato, e al loro posto i frutti in germogli, vantano l'arrivo d'un anno prelibato.
E mentre la natura sfavilla il suo splendore, un piccolo di rondine richiama la sua mamma che fra le campagne è in cerca fra la canna, del cibo preferito per portarlo alla sua prole.
Così oggi m'appresto ad iniziar il primo giorno, di questo nuovo anno che mi dona il suo ritorno, e parto per barattar del mio tempo in denaro, perché con noi umani, il destino è stato un po' più avaro.
Ti ho visto mille volte nel sonno mio profondo, brillavano i tuoi occhi sul tuo dolce viso tondo. Ti ho stretto fra le braccia, ma eri il bimbo del vicino, e non ti dico quanta gioia nel sentirti lì vicino. Ho scelto già il tuo nome ma ancora non ci sei, e se tu non arrivassi non so cosa io farei. E se penso, che adesso, Tu già mi strazi il cuore, chi mai sopporterebbe negli anni della vita, un simile dolore. Per cui confido in Dio di starmi un po' vicino per farmi un grande dono nelle vesti di un Bambino.
Penetrante come un brivido caldo, fulmineo t'invade. Non t'accorgi nemmeno ch'è entrato e già ne sei divorato. Inerte è il tuo riflesso, quasi come foglie mosse impetuose dal vento. E come il mare ti avvinghia entrando in tutti i tuoi sensi. Dal fuoco di questo tormento difficile uscirne da dentro, perché a vibrar le tue corde di sicuro è un crine che morde. E quando la pioggia del tempo avrà divorato ogni cosa, basterà socchiudere gli occhi per restarne di nuovo rapito.
Bussi alla tua porta, e ti rivedi vent'anni più vecchio, con un bagaglio sulle spalle di chi ha combattuto mille battaglie. Ora sorridi ai problemi, che fino a ieri ti avrebbero messo in croce, e ti accorgi di averne altri a cui sorriderai tra vent'anni. Ti emozioni, quando guardi negli occhi tuo figlio, ed un brivido ti sfiora la pelle, quando pensi agli occhi con cui ti guardava tuo padre. Ed il sesso che fino a ieri cavalcavi come il più esperto fantino, oggi si placa nella conquista di un amore che ti ha reso padre, e poi nonno, ed ha saputo leggere nel tuo destino. Con un solo amico al tuo fianco, hai vinto mille battaglie, ed il tuo grande rammarico, è di averne perso le tracce, ma ancora il ricordo di quegli anni ti strappa un sorriso. Nel mentre il tempo scorre inesorabilmente, e aggiunge una ruga al tuo volto, mentre Tu difronte allo specchio, oggi togli un capello bianco dal tuo vestito nuovo. ... e di quel denaro che con tanta fatica hai messo da parte, non sai più che farne...
Una Mamma in silenzio accarezza il suo bambino, e con una melodica ninna nanna, spegne il suo pianto. ... E nel mentre chiude gli occhi camminando sulla strada del destino, intersecando anime da cui ruba emozioni, mentre un ruscello mormora indifferente. Tutto intorno il sole cicla e spegne della notte il silenzio, mentre l'onda inquieta dal vento si fa cullare, una foglia cade all'imbrunir della sua vita; ed in questo immenso mondo Tu assisti, immortalato dall'emozione di un poeta, che per un attimo ha rapito un brivido alla tua pelle. E subito ti accorgi che a legarci nel destino, non è stato certo il fato, ma un volere più Divino. Ma un bimbo piange e reclama la sua Mamma, e l'attimo che ci ha uniti, fugge via...
Chi può dirigere la nostra sorte se alla fine vince il più forte? Chi può pretendere di aver ragione e chiudere la libertà in una prigione? Chi può vantarsi del suo sapere se non distingue un buono dal crudele? Quante volte ancora dovremo sopportare la superbia dell'uomo che vuole comandare, e quante volte ancora dovremo vedere vincere il più ricco a discapito del suo sapere, forse verrà un giorno in cui tutti capiranno che non si governa col cuore da tiranno, e voteranno una uomo pensando al proprio "io", che aiuti la sua gente proprio come ha fatto Dio...
Non ho niente da temere al tramonto della mia vita se nel cassetto del mio forziere ho lasciato una pepita, che sia rimasta per dare un segno a chi ha incrociato il mio cammino per dimostrare che sono stato degno di onorare il mio destino, e non si dica in mia memoria che a cancellarmi venga la sorte, perché c'è scritto nella mia storia che non si muore dopo la morte...
Non c'è amore nel cuor di chi si pente, se non c'è gioia nel cuore della Gente, e non c'è luce che splende in un rubino, se non c'è luce nei tuoi occhi quando a sorridere è un bambino.
Ti ho incontrato tra le braccia di mia Mamma, eri il suono di quella dolce ninna nanna, ti ho rivisto negli occhi di Papà, quando ho scavato nella sua integrità, ti cercavo a 13 anni e tu non c'eri, ma mi hai salvato dal buio dei miei pensieri, al mio altare ti sentivo accanto a me, ed oggi che son solo, al Suo posto ci sei Te, ... e ogni giorno mi domando... cosa avrei fatto fino a ieri, se soltanto in quei momenti tu non c'eri?