Le migliori poesie di Antonio Prencipe

Studente, nato sabato 29 giugno 1991 a Mattinata Prov. FG (Gargano) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Antonio Prencipe

Senza Ali e Senza Rete

Mi ammazzerei ma poi non so,
come posso fare per farla finita con questo amore
se il tuo sorriso brucia ancora nei miei ricordi,
dimmi che,
dimmi se,
io non so più,
ma non posso perderti
Ti amo e questa stella ormai non scende più
non posso raggiungerti perché
il cielo mi ha chiuso le porte,
Amore resto giù
ti aspetterei ma devo vivere,
Tu sei volata in cielo
io sono rimasto qui in questo inferno
disarmante in attesa di una tua risposta
Senza Ali e senza Reti sprofondo
giù dove nemmeno il mare possiede il mio cuore.
Antonio Prencipe
Composta giovedì 3 giugno 2010
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Antonio Prencipe

    Infiniti Sconfinati

    Traguardi sfiorati e orizzonti abbandonati
    s'appoggiano nell'oblio
    e lentamente cadono nell'infinito,
    Una stilla di sudore
    cade dal mio viso
    e pervade il paradiso,
    Osserva il mare,
    guardalo,
    ti porterà lontano,
    nei miei occhi t'accompagnerà
    e volare ti farà,
    nel cielo senza nuvole
    e senza far rumore una stella
    le tue labbra bacerà,
    Lascialo entrare
    non aver paura non ti tradirà,
    Spogliati del mio cuore,
    gettalo nel vento caldo
    e raffinato di follia,
    Specchiati nella mia anima
    e lascialo entrare,
    non ti deluderà
    forse ti farà soffrire
    o forse ti farà morire tra le mie braccia,
    Accanto a noi
    ci sono sono solo
    Infiniti Sconfinati.
    Antonio Prencipe
    Composta domenica 26 settembre 2010
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Antonio Prencipe

      Il Sipario

      Io non potrò volare
      Non potrò sparare
      Non potrò pescare fiori perduti di malinconia

      Mondo che va, Mondo che viene
      regalami la vita mia

      Il sipario si chiude
      ed io resto qui
      solo e incazzato con la guerra nel sangue

      Stelle senza luce e angeli dannati
      volano e cadono insieme alla mia anima,

      Raccogliendo pezzi di cielo
      mi persi in una strana luce,
      forse avrei voluto sparire nell'oblio
      forse sarei dovuto volare in cielo al posto tuo

      Parole rincorse dal vento
      desideri e sogni torturati e poi ammazzati
      ricoprono un amore violentato dal destino

      Giorni e ore senza una fine
      a osservare una foto
      coperta da polvere e lacrime salate, amare

      Casa tua è coperta ancora dalla tua anima
      Casa tua canta e grida il tuo nome

      A casa tua il mio cuore non riesce a battere.
      Antonio Prencipe
      Composta venerdì 16 luglio 2010
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Antonio Prencipe

        Un tulipano Blu

        Dall'Olanda un tulipano blu
        ti ho portato e delicatamente
        sulla tua lapide l'ho posato,
        lentamente una lacrima
        dai miei occhi scese misteriosa
        e tra le mie labbra si posò,
        cadde tra le vie dell'infinito
        non si fermò nell'orizzonte
        e nella sua intrepida scesa
        sconfinò l'alba più depressa,
        le mani mie
        nude e tremanti
        toccarono quella fotografia
        illuminata dal mio respiro
        e devastata dal mio destino,
        incominciai a tremare
        e solcai il cielo,
        ti vidi immobile e forte,
        provai a raggiungerti
        ma in un lieve secondo sprofondai
        nelle nuvole oscure e gelate d'inverno,
        in un lieve e lento profumo di vento
        nuotai tra i mille silenzi
        abbandonati e sconosciuti
        dalla luce del sole,
        chiedendomi cos'è l'amore
        rimasi inginocchiato e piangendo
        ti dissi "ti amo ancora"
        Mi dicevi "TI AMO TROPPO SEI MIO".
        Antonio Prencipe
        Composta domenica 10 ottobre 2010
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Antonio Prencipe

          Forse il vento mi salverà

          E mi sento solo,
          solo alla ricerca di un bacio
          tra i raggi dorati della luna,
          perso nell'orizzonte
          di un sorriso scomparso
          fra le onde del mare,
          l'amore vero dov'è?
          Chissà se il vento mi salverà,
          che significato ha la verità
          se nel mio cuore non ho spazio
          nemmeno per un altro amore.
          Colori e giardini vagano nei miei pensieri,
          voglio precipitare,
          fuggire ed essere sotterrato
          dalla pioggia fredda e bastarda
          di quella notte di Novembre,
          quanti sbagli hanno perseguitato
          la mia innata adolescenza lasciandola
          navigare fra le lacrime
          di un povero naufrago
          disperso nei confini
          e gli orizzonti di un altro
          lontano destino immerso ancora nei suoi occhi.
          Ho voglia di soffrire ancora
          di morire ancora
          ma perché io piango
          e tu non sei accanto a me,
          io piango solo con le mie stelle
          ormai scadute,
          nascoste tra le conchiglie e la sabbia
          che odora ancora di lacrime
          salate e scomparse nelle mie mani
          che nel inferno del mio strano passato
          ricercavano ancora una volta
          i tuoi sorrisi stuprati dai miei sospiri.
          Antonio Prencipe
          Composta domenica 21 novembre 2010
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Antonio Prencipe

            Morirà abortendo un fiore

            Aprendo il cielo scoprii i segreti
            di una casa di campagna sparsa nei mari
            di burrasca lontani da me,
            storie rincorse dai lupi affamati di verità,
            ritornano i colori, il sangue congelato
            nella stanza tua, le mani puzzolenti del sesso
            fatto e desiderato il giorno prima.
            Dovrei togliermi il cuore dal petto
            e gettarlo in pasto ai corvi truffatori
            di vite ingrate nel sorgere del sole
            forse solo così riuscirei a godermi questa vita.
            Il fiore di una notte senza lune
            culla nel crescer dei mesi il figlio
            delle stelle guerriere di un mondo senza armi
            o bambole senza testa gettate via,
            con le gambe staccate e l'anima frantumata
            negli spazi bui di un angelo
            squarciato dal terremoto tempestivo
            in un deserto senza anime
            da poter soffrire e sopportare.
            I mesi passano cruenti, le ore migrano
            inondando la via repressa senza aurora,
            il cuore resta lì immobile e magro
            in un corpo che al terminar del mese
            getterà in mare ogni speranza stuprata
            dal destino maledettamente severo e ignobile,
            mettendo in mostra i suoi tatuaggi
            nascosti nel profondo della sua anima
            imparò a costruire castelli dorati
            nel cielo oscurato dalle nuvole color primavera
            dalle dolci piogge rinfrescate dal vento,
            finì il dolore, finì l'amore
            e nel temporale più remoto
            la vita volò via dal corpo di una vittima
            consumata dall'amore spento,
            macchiato sulla pelle sporca che ormai
            non regna più nel suo cuore
            consegnato al cielo assieme
            alla sua intrepida e dolorosa anima guerriera,
            morirà combattendo l'amore,
            morirà rincorrendo quel figlio
            che in un giorno dimenticato sulla scrivania
            fece spegnere come una candela rinchiusa
            in una stanza senza ossigeno.
            Antonio Prencipe
            Composta lunedì 31 gennaio 2011
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Antonio Prencipe

              Ritornano i ricordi

              Esiste una pena
              per chi come me è già morto dentro
              e non riesce più ad amare?
              Ho dimenticato cosa sono davvero.
              Ma quale inferno,
              ma quale mano mi salverà.
              Forse in questo cielo mio guerriero
              c'è un Dio ubriaco come me di follia
              che da lassù mi deride, respira
              e piange con me nelle notti insonne
              immerse nei ricordi
              rinati con me
              una notte di Novembre coperta
              da neve e pioggia,
              fredda e lievemente amata
              dalla mia furba anima insofferente.
              Vorrei solo togliere agli occhi mie
              almeno un grammo di dolore e pazzia.
              Vorrei soltanto
              strappare, bruciare i fogli crudi,
              neri del mio passato, rinchiusi
              nel profondo del mio intimo
              antico amore.
              Briciole e frammenti di cielo
              ridicolizzati dal vento,
              ridotti in schiavitù dal tempo.
              Un germoglio cresce nella tempesta,
              l'acqua alcolizzata
              dall'innocenza delle foglie
              cadute, appassite, soffocate
              dalla voce innocua
              di un vecchio angelo disperato.
              In questa mia infame città implode il sole.
              Dentro di me esplode l'anima.
              Antonio Prencipe
              Composta domenica 10 aprile 2011
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Antonio Prencipe

                Inchiostro e Arsenico.

                Ti senti sola?
                "Ogni volta che il sole sfiora
                le guance del mare."
                Rispose così quella puttana seduta
                su una nuvola accanto a Dio.
                Arancione il cielo.
                Incazzato è l'inverno.
                Un angelo fuma la sua marlboro
                poggiandosi piano ad un palo della luce
                accanto alle anime denutrite,
                consumate dal troppo donare.
                Quell'angelo guardò negli occhi
                il cielo e tutti i suoi figli,
                beffardo sorrise alzando il dito medio
                in onore del fuoco divenuto ormai ghiaccio.
                Ho amato le donne come si amano
                le sere appassite d'agosto immerse
                nell'alcol a guardare le agonie del mondo
                prendere il volo verso la pace e ridere
                senza motivo per paura di respirare ancora.
                Ho amato gli uomini come si amano
                le stelle di carta tenute in cattività
                dentro due polmoni d'amianto.
                Riponendo tutto me stesso sulle loro mani
                troppo piccole per la mia sensibilità
                vestita da freddezza e non essere
                più in grado di riconoscerla nel mezzo
                di tante lacrime d'inchiostro e arsenico.
                C'è un uomo che ride forse nel mio letto
                assieme alle mie codarde labbra è già
                entrato donandogli qualche petalo di pelle
                incastrato nei denti della solitudine.
                C'è una donna che piange forse
                l'ho già tradita con lui o forse ha tenuto
                fra le mani il mio cuore troppo tempo.
                C'è la mancanza di un Addio
                negli occhi della notte.
                E mentre Dio rullava l'ennesima canna
                d'erba e sudore continuavo a domandare
                alla pioggia: "cos'è quel sorriso che
                esplode nel ventre dei falchi?"
                Solo l'inferno può rendere puro
                un cuore solitario.
                Antonio Prencipe
                Composta lunedì 3 dicembre 2012
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  Memorie di una vita sporcata

                  Potrai sbattermi a terra,
                  vedere il sangue colare dalle rughe,
                  dalle mie labbra spaccate che un giorno
                  baciavi e dicevi ti amo.
                  Potrai prendere a pugni i miei occhi,
                  strapparli assieme alle pupille
                  e gettarli lontano dove la mia saliva
                  non potrà più sfiorarli.
                  Potrai squartarmi la pelle,
                  bruciarla, stuprarla come solo tu sai fare,
                  spingere forte il tuo membro dentro me
                  mentre il mio odio prende il volo
                  e ti ucciderà piano amore mio.
                  Tutto il mio odio non lo troverai,
                  a pezzi sulle tue ossa bianche lo vedrai
                  apparire e ti vedrò urlare,
                  urlare mentre muori e sarò felice
                  di vedere i tuoi ultimi respiri
                  sfiorare quel cuore che non ho più,
                  che hai mangiato e sputato avidamente.
                  Fammi a pezzi ancora mentre ti sorrido!
                  Fammi a pezzi perché io voglio ucciderti,
                  calpestami il cranio e ti vedrò ridere ancora.
                  Pensi che mi faccia male?
                  Un giorno capirai cosa significa
                  non avere la forza nemmeno di morire.
                  Tutti i miei angeli sono morti,
                  sepolti assieme al mio ricordo
                  di vita ma non dimenticheranno
                  mai quanto odiamo il mondo.
                  Sporcami ancora il ventre con il tuo sperma,
                  sporcami il viso ancora con la tua lurida
                  e fiera autostima,
                  sei così orgoglioso nel vedere la mia lingua
                  aperta che lecca il pavimento mentre piangi
                  di piacere e sorridi ancora,
                  ti prendi gioco di me e non sai ancora
                  di essere soltanto uno scheletro sconfitto
                  dal mio odio che un giorno quando tu sarai
                  debole come lo sono ora io ti sbatterà a terra
                  e ti ucciderà piano mentre stai urlando.
                  Adesso guardami e ricordati di me
                  quando la pietà non sarà più tua amica
                  e ti vedrò a terra a implorare Dio
                  di salvare la tua miserabile e sporca vita.
                  Voglio farti piangere, ucciderti e stuprarti
                  come tu hai fatto con me,
                  premerò il grilletto e tu sarai giù,
                  giù, giù dove il mare allatta la notte
                  e la luna si prende gioco di te.
                  Antonio Prencipe
                  Composta mercoledì 17 aprile 2013
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Spara

                    Voglio un arma,
                    voglio sparare,
                    voglio quell'arma che tu chiami cuore,
                    la voglio usare contro di te
                    tu mi hai già ucciso,
                    io non l'ho ancora usata
                    perché sei così
                    perché non mi uccidi senza usare il cuore,
                    perché non mi torturi senza amore,
                    cancella quell'amore
                    incomincia a cancellarmi dalla tua vita,
                    io parto prendo un treno
                    e torno dalla vita mia,
                    tu non m'appartieni più
                    ti mando un bacio,
                    non mi sognare,
                    dimenticami.
                    Ho finito le lacrime,
                    ho finito le munizioni,
                    tocca a te spara,
                    spara,
                    colpisci il mio cuore
                    solo così cancellerai il mio sorriso.
                    Ora cosa ti rimane,
                    ti rimane il mio sangue
                    il mio cuore non c'è più
                    è fuggito via.
                    Antonio Prencipe
                    Composta martedì 5 gennaio 2010
                    Vota la poesia: Commenta