Scritta da: Antonio Prencipe
in Poesie (Poesie d'Autore)
La figlia della nebbia
Lui non si vergogna...
Brava piccola conta fino a dieci
che papà ti porta in campagna
a guardare i cavalli che in quei
giorni ingordi ti strappavano un sorriso.
Mamma ingoia la verità
in grazia di Dio se ne andato,
nella fossa scaveremo piano
l'incesto gesto...
Piccola continua a giocare...
Rincorri l'ingenuità papà
arriverà a passi lievi come un incubo
nascosto sotto il cuscino.
Mamma non credeva alle parole
di una figlia straziata, umiliata.
Negli occhi della gente pareva
un uomo distinto il tuo papà...
Mamma non voleva vedere i passi
assordanti dirigersi pian piano
nella cameretta dorata...
Brava bambina fai la donna,
soffri in silenzio con un nodo
all'anima e un cuore deturpato...
Nascondi i tuoi occhi al sole
il buio tuo unico amico nel letto
ti coprirà come un fratello...
La luce del tempo ti regalerà
di nuovo quella purezza portata via
d'avanti ad un crocifisso...
Hai chiuso a chiave te stessa.
Portavi margherite alla maestra strappavi
i petali per fargli capire cosa significa
essere figli della nebbia.
Si faceva troppo presto sera.
Ti sfondava il corpo, teneva larghe le gambe,
il sangue macchiava le lenzuola bianche...
E in quei lordi momenti morivi
dentro una lacrima...
Dodici anni la luna caduta accanto al capo,
il sangue consumato dal vento.
Piangere è impossibile
una margherita decapitata sulla lapide muta
in ricordo della nebbia che offuscava
gli anni morti assieme lui.
Si cresce e la meta è ancora lontana...
E chissà se un giorno si potrà
urlare con accanto un arcobaleno
da osservare: "Vita io ti difendo non ti cambio".
Si sta così bene nella rabbia che perdonare
diventa impossibile.
Niente ricopriva il tuo corpo
solo un sorriso in onore del tuo aguzzino.
Composta venerdì 16 dicembre 2011