Le migliori poesie di Antonio Prencipe

Studente, nato sabato 29 giugno 1991 a Mattinata Prov. FG (Gargano) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Antonio Prencipe

I fratelli si amano come il sangue

Non pensare mai
che questa libertà sia la fine...
La mia vita ormai è stata censurata
me lo disse un Dio mentre scavava
a mani nude dentro il mio cuore.
Il mio animo ribelle ho legato
all'albero maestro della mia ragione.
Non aver paura la notte comunque
arriverà, fatti trovare pronto...
Perché un giorno il tuo cuore
si frantumerà al suolo
e come tanti coriandoli
nell'aria si disperderanno.
E non credere mai agli stupidi poeti
quanto ti diranno l'amore è tutto,
l'amore ama e protegge.
Si forse è così ma a volte l'amore
tradisce, colpisce dritto al petto
e ti lascia steso a testa in giù
su delle labbra spente da rinnegare,
senza aliti di vento sul viso tuo
nudo e straziato...
Ricorda sempre i fratelli si amano
anche quando il sangue
si discioglie nella polvere.
Qualunque sia o sarà la difficoltà
mai ti volterai indietro
senza prima aver incrociato i miei sguardi.
Ricorda ancora una volta
i fratelli si amano come i sogni,
come il tempo che sudato
sfiora le dita sporche di salsedine
Anche quando le mura dell'impotenza
crolleranno su di te
non aver dubbi mai.
Io ci sarò...
Le onde del mare sfioreranno anche te
ed io sarò il tuo scoglio
le sosterrò e quando sarai pronto
te le lascerò affrontare.
Ho negato la felicità a me stesso.
Ricorda che c'è un bene in questo mondo
per cui vale la pena vivere
e in meno di un istante capisci
cos'è il dolore.
Fallo per te non tradirmi.
Fallo per me tocca il cielo
sempre con la speranza in tasca
e le ali spalancate verso le stelle.
Antonio Prencipe
Composta giovedì 17 novembre 2011
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    Scritta da: Antonio Prencipe

    Amore nero nel cuore ghiacciato

    Il cervello è caduto
    assieme all'anima sul pavimento di ceramica...
    Non si rompe... si squarcia
    come un cristallo troppo fragile.
    E le mie angosce divengono vertigini,
    i passi inquieti come le mura
    del mio egoismo si sgretolano
    funesti al suono della tua voce.
    In fondo all'estate non c'è più
    l'anima dispersa tua.
    Solo grasso dolore che invade
    il tuo grigio è scheggia assordante
    tra le polveri della tua anima infranta
    alle sorde orecchie dei finti cuori.
    Nascondendo le preghiere fatte sotto le coperte
    stringevo forte il respiro
    annunciando il mio canto spietato
    contro l'immane dramma che è la vita
    porgendo alla mia dignità
    le mie più sentite condoglianze.
    Diviene inverno e non so più muovermi
    il ghiaccio penetra e tu lecchi
    avventata il ghiacciolo
    amaro delle mie ferite.
    Speri di spegnere questa macchina
    infernale senza amore
    che spara sentimenti nel tuo ventre viscido.
    Io sono quello che il tempo
    e il dolore mi hanno fatto diventare
    scuoti la testa ignara,
    mi porgi il fagotto dolce
    del tuo cuore pulsante cercando
    di ridar vita a noi.
    Sei intrepida ma la risposta è sorda,
    cieca... si perde nel baratro
    delle preghiere nere.
    Guerra fredda, silenzio assoluto
    sotto le labbra sole
    come i raggi dell'amore che ormai
    non ci sfiorano più.
    Rinasceremo insani domani
    in un campo di grano nero
    emarginati dal tempo e da noi stessi.
    Antonio Prencipe
    Composta venerdì 2 dicembre 2011
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      Aliti bianchi

      L'ironia della notte è il trovar
      l'anima atea scalza per casa che prega
      l'assenza di un cuore pulsante
      nel corpo arido di vento.
      Dio necessita di anime innocenti in paradiso
      ecco perché prende con se le anime
      dei bimbi colpevoli di essere nati...
      Loro soffrono prima di conoscere
      gli aliti bianchi della morte inutile.
      La sofferenza non è mai innocente...
      Coloro che soffrono non sono mai
      "anime innocenti" ma anime dannate tradite
      da colui che a mani nude ripulirà
      i peccati mai commessi.
      Fermare il fuoco che brucia
      un corpo deturpato da un petalo di rosa.
      Gelare i sentimenti di un essere
      insano come me nell'oblio
      di un sogno irraggiungibile.
      Puntare una pistola sul capo martoriato
      di un angelo clandestino.
      Strapparsi le ali e venderle al demonio.
      E poi saltare dalla montagna
      di cielo più alta senza più vita in tasca
      e tornare tra le tue braccia
      Amore suicida di tiepide mancanze.
      Quanto costa naufragare negli sbagli
      incostanti di un ragazzo vivo
      per paura di non morire.
      Quanto vale una rinascita se la vita
      non scommette un po' sul
      dolore di un mare morente.
      Antonio Prencipe
      Composta mercoledì 28 dicembre 2011
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        Scritta da: Antonio Prencipe

        Fiori rotti in ricordo del tuo cuore

        Strapperai le lacrime cadute
        dai miei occhi sulle tue labbra...
        A mani nude scavavi nel mio petto,
        cercando bastarda il cuore masochista,
        ti avevo anticipata...
        Nascosto nelle galere senza Dei o Santi
        cercavo di venderlo alle aste di quartiere
        in cambio di tempi migliori da ammazzare
        come pipistrelli scomparsi nella luce.
        Non fa rumore uno sguardo umiliato,
        resta solo nascosto sotto la roccia
        a contare i soffi di vento...
        Hanno costruito piramidi di cielo
        troppo grandi...
        Dividono le mie urla dalle tue.
        E come ti ho amato tenera egoista
        nemmeno il sole bagnato dalla sfuggente
        scia di stelle può saperlo.
        E come ti ho odiato nemmeno la disumana
        spiaggia di pietre e falsi idoli d'amore
        può saperlo e giudicarlo invano.
        Nel mare cristallino un cuore che muore
        riesce a specchiarsi e ad osservare
        i battiti scomparire nelle onde...
        Ridevo, piangevo, soffocavo
        l'unica che non se ne accorgeva eri tu.
        E rimanere di nuovo solo
        come un granello di cenere...
        Ricercare l'amore di nuovo mi fa male.
        Male come mi hai fatto tu perché
        hai scelto per te senza pensare a me
        che sulla tua lapide ripongo ancora fiori rotti.
        Rotti come l'amore e la vita che tu hai rotto,
        frantumato e schiacciato sotto
        i passi della tua anima distratta...
        Aspetto l'inverno per poter
        dar una scusa valida al freddo
        che lacera il mio corpo,
        la mia anima crudele, sensibile.
        Antonio Prencipe
        Composta mercoledì 4 gennaio 2012
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          Scritta da: Antonio Prencipe

          Quando decidi di morire

          Preferivo morire sai...
          Non senti dolore quando la pelle
          si scarta da sola e le vene
          si aprono come vento a Dicembre.
          Il dolore non lo senti quando
          il cuore sparisce dal ventre e la voglia
          di morire divora gli occhi, le palpebre
          si squartano come gigli a Novembre
          e la voce non la si sente più,
          è solo un ricordo lontano.
          Non senti dolore quando la lama
          del pugnale preme sulla pelle
          e un sorriso accarezza il sangue.
          Non è dolore lo scegliere di morire
          ridendo, bestemmiando Dio a bassa voce
          con la paura di piangere e non portarsi
          con se le mille lacrime di catrame.
          Quando decidi di morire non senti
          dolore masticando la lama fredda
          del pugnale tenuto stretto fra i denti,
          la lingua porta i segni della sconfitta,
          il palato si lacera e non fa male.
          Il corpo che balbetta nel pianto
          di una carezza mutilata fa ridere.
          Si ha bisogno di tutto,
          si ha bisogno di morire per vivere.
          Quando si decide di togliersi la vita
          il dolore non esiste,
          l'amore non esiste e il corpo
          è solo un ostacolo da abbattere.
          Ci si ammazza anche l'angelo più bello,
          lo troverò a terra accanto al mio
          spoglio ricordo di vita come uno scheletro
          senza ossa, sconfitto dal dolore,
          sconfitto da tutto semplicemente
          perché aveva bisogno di tutto.
          Antonio Prencipe
          Composta venerdì 18 ottobre 2013
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            Un solo sorso d'inverno

            Ho bisogno di un nuovo cielo,
            un Dio da inventare,
            un cuore da cucire,
            un dolore di cui morire,
            di un amore che mi faccia vivere,
            che mi spezzi le ossa dal dolore,
            che mi faccia odiare la vita immensamente.
            Di un amico che mi aiuti a seppellire
            il caldo cadavere che in una notte
            di Marzo decisi di diventare.
            Sono solo,
            come uno scheletro la cui gruccia
            non sostiene il peso della propria morte.
            Sono solo,
            come un respiro che si poggia
            sulle proprie urla agonizzanti.
            La mia vita,
            qualcuno un giorno mi chiese
            il prezzo.
            Un giorno valutai la tua,
            un diamante incastonato nelle palpebre di Dio,
            mi dissero balbettando.
            Chiesi il prezzo della mia,
            un solo sorso d'inverno.
            Mi dissero chinando il capo.
            Antonio Prencipe
            Composta sabato 1 aprile 2017
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              Scritta da: Antonio Prencipe

              Nel cielo cerco ancora te

              La verità è che siamo tutti
              dei cuori... spezzati
              dall'abitudine che è
              una scelta.
              Il pianoforte si scatena,
              suona melodie Rock che devastano
              i pavimenti e lasciano crollare
              le mura dei cimiteri senza anime.
              Mi hai fatto una promessa.
              "Non ti lascerò mai solo in questa
              guerra fredda che è la Vita,
              se mai ti lascerò a farti compagnia
              ci sarà il mio Ti Amo".
              Così dicevi ed io sul mio braccio
              ho tatuato il nostro
              punto interrogativo.
              Non c'è...
              Non c'è nemmeno un Ti Amo
              che m'accarezza la pelle
              e le paure tempestose e acute
              che ora come ora lasciano tremare
              le mie mani assenti nel presente.
              Un grande amore non si dimentica,
              si piange tutti i fottutissimi giorni
              sdraiati sui letti tremando
              e sospirando assieme al freddo
              sofferto sopratutto nei giorni
              caldi d'agosto...
              Il tuo egoismo,
              l'egoismo di quel gesto atroce
              ha tolto il fiato
              perfino alla mia coscienza che sola,
              poggiata al palo in penombra
              della luce gridava come una pazza:
              "Addio Cuore Bastardo".
              I nostri amici parlano ancora di noi...
              E ormai noi ci siamo divisi per Sempre...
              Per Sempre soli nell'immensità
              di un sogno.
              Nella fobia di un orgasmo mancato.
              Chissà come stai lì
              sicuramente in mezzo alla neve
              e alle stelle immobile fumerai
              quella marlboro maledetta.
              Ogni tanto fuori sembra che piova
              e invece ora so...
              So che sei tu che cerchi di farmi
              alzare lo sguardo in cielo
              e così finalmente vicini.
              Occhi negli occhi infranti nei cristalli.
              Antonio Prencipe
              Composta domenica 6 novembre 2011
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                Scritta da: Antonio Prencipe

                Maledetto giorno perso nel frastuono di un tuono

                Io non ho mai amato la vita
                e forse mai l'amerò
                e forse è proprio per questo
                che di notte scrivo...
                Non ho chiesto io di nascere.
                Non ho implorato io quello stronzo
                chiamato destino, non gli ho chiesto
                di stare qua a farti, a farmi male.
                Però ci sono dentro
                e comunque vada sono qua
                e non so se ne vale la pena o no
                comunque andrà anche se dovrò
                sputare in faccia all'inferno
                io ti saluto
                Maledetto giorno perso
                nel frastuono di un tuono.
                Ora sono qui...
                Stringimi le mani,
                ora più che mai non lasciarle.
                Sono alla porta e due scelte
                mi toccano l'anima...
                Sono armato: ho la pistola carica
                e la verità disarmata ora tocca
                al cielo mostrare le sue armi.
                La paura di morire non mi è mai
                venuta a cercare,
                sono io che molte volte la cercavo
                per potermi sentire umano.
                Ero sveglio e avevo sonno.
                Dormivo e avevo voglia di vivere.
                Non m'importa più cercarti un nome
                voglio solo ammazzarti ma so
                che non riuscirò mai a farlo
                perché resti la parte incompresa
                di me stesso.
                Ho sterilizzato l'aria di piombo
                che avvolgeva questa stanza.
                Affogato i silenzi nel fuoco
                che bruciava la plastica
                del puttanaio qui vicino.
                Cancellato la disperazione dai letti
                gonfi d'odio, stuprati dai
                corpi astemi sui lenzuoli opachi, sporchi.
                Ho dipinto il buio con la ruggine
                che a fiumi grondava dai miei occhi.
                Sprofonda nel sottosuolo chiamato tormento.
                Addio forse per non morire
                Maledetto giorno perso
                nel frastuono di un tuono.
                Antonio Prencipe
                Composta giovedì 10 novembre 2011
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  La foto baciata

                  Forse voleva dirti che ti amava
                  ma non ne ha avuto occasione...
                  Voleva dirtelo sotto voce.
                  Dai vetri soffusi in città voleva baciarti
                  la fronte come faceva una volta.
                  Tu madre che piangi per la perdita
                  di questo figlio straziato dall'infinito.
                  Un dolore che non muore
                  ma che rinasce ogni volta che gli alberi invecchiano
                  e le parole in sabbia rossa si trasformano...
                  Il dolore traspare...
                  Dalle rughe ansimate l'amore compare piano,
                  un amore deturpato e messo a tacere
                  dentro un cuore cresciuto troppo in fretta
                  che si chiede ancora perché
                  l'eternità ha gettato fango su
                  questa tua bella poesia chiamata vita...
                  La foto contemplata,
                  l'aria in due si squarcia,
                  la vita torna... la donna sorride,
                  il paradiso ritorna.
                  Ho sofferto con te in quella stanza d'ospedale,
                  sentivo nelle mie vene scorrere
                  quella sofferenza immane,
                  che logora l'esistenza e divora la misericordia.
                  Mentre osservavo i tuoi sorrisi
                  sentivo i fiori gridare e le mie orecchie
                  scoppiare nell'abisso massacrante
                  della mia mente.
                  Mentre osservavo i tuoi occhi
                  sentivo la mia anima suonare...
                  Crude melodie,
                  perché come un pittore dipingo su carta
                  i sentimenti delle anime che come me
                  rinascono dalla polvere assieme alla cenere
                  posata sui misteri della vita
                  Come un ladro rubo, assorbo
                  l'emozioni private delle anime
                  forti, sofferenti, folli.
                  Le trasformo in piccoli diamanti
                  e le incastono nei miei versi
                  che con lieve magia sfiorano il silenzio
                  ed annientano il rumore dimenticato dal rancore.
                  Antonio Prencipe
                  Composta venerdì 30 settembre 2011
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                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Hai scelto il mare nero

                    Un chiosco in riva al mare
                    ospitava l'aspettata festa...
                    Era il giorno del suo compleanno,
                    regali e auguri sul tavolo di cristallo...
                    Il suo Matrimonio incombeva.
                    Sguardo da guerriera innamorata.
                    Occhi verdi di pantera.
                    Capelli grano oro.
                    Francesca beveva vino mentre la luna rossa
                    cadde in acqua facendo rumore...
                    Si spense la candela di un altro anno
                    che se ne va rubando l'Alba
                    di questa triste lontananza.
                    Urlò il mare...
                    Un urlo acuto che squarciò i sassi
                    e derise gli angeli.
                    Un corpo galleggiava, il viso nell'acqua
                    cercava l'ultimo respiro di Vita.
                    Tra le dita un anello dorato...
                    Negli occhi spenti la luce cercava
                    il bianco della morte prendere il sopravvento.
                    Pianse Francesca la ragazza
                    era sua amica, era la festeggiata...
                    Amava un uomo che l'aveva tradita.
                    Scelse l'egoismo, la via della persa speranza.
                    Addio...
                    Il Matrimonio l'attendeva...
                    Abito bianco di seta, rose bianche
                    sul tappeto rosso...
                    Lei dopo la violenza carnale che colpì
                    sua sorella dalle mani nude del suo uomo
                    amato più dell'aria che essa respirava
                    spiò dietro la porta della morte,
                    la disperazione, la vergogna
                    e l'odio per quell'uomo la quale lei
                    aveva rinunciato a tutto la portarono
                    nelle mani di quella morte maledetta...
                    Amavi ed ora il tuo amore
                    ti ha lasciato affogare nel mare nero
                    come i baci e le promesse che lui ti donò.
                    La troverà la sera dispersa nei tramonti.
                    Il poeta racconta il dolore
                    che sulla strada tortuosa incrocia
                    attraverso chi intravede i suoi sguardi...
                    Il poeta non teme la morte.
                    Antonio Prencipe
                    Composta lunedì 12 dicembre 2011
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