Le migliori poesie di Charles Bukowski

Poeta e scrittore, nato lunedì 16 agosto 1920 a Andernach (Germania), morto mercoledì 9 marzo 1994 a San Pedro, Los Angeles, California (USA - Stati Uniti d'America)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Amore

Amore, disse, gas,
dammi un bacio d'addio,
baciami le labbra,
baciami i capelli,
le dita,
gli occhi il cervello,
fammi dimenticare.

Amore, disse, gas
aveva una stanza al secondo piano
respinto da una dozzina di donne
35 editori
e una mezza dozzina di agenzie di collocamento,
ora non voglio dire che valesse
qualcosa.

Aprì tutti i beccucci
senza accenderli
e andò a letto.

Qualche ora dopo un tizio diretto
alla stanza 309
accese un sigaro
nella hall
e un sofà volò fuori dalla finestra
un muro venne giù come sabbia bagnata
una fiamma purpurea divampò fino a 12 metri d'altezza.

il tizio a letto
nulla seppe e di nulla si curò
ma oserei dire
che quel giorno
si mostrò piuttosto in gamba.
Charles Bukowski
Composta giovedì 26 settembre 2013
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    Scritta da: sagea

    Le Ragazze

    Contemplo
    lo stesso
    paralume
    da
    5 anni
    e s'è coperto
    d'una polvere da scapolo
    e
    le ragazze che entrano qui
    sono troppo
    indaffarate
    per pulirlo
    Ma io non ci bado
    anch'io sono stato troppo
    indaffarato
    per accorgermi
    finora
    Che la luce
    balugina
    fioca
    dietro questi
    5 anni
    di vita.
    Charles Bukowski
    Composta mercoledì 16 novembre 2011
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      La lettura di poesia

      Pieno pomeriggio
      in un college vicino al mare
      sobrio
      col sudore che mi cola sulle braccia,
      una goccia di sudore sul tavolo,
      l'asciugo col dito,
      per i soldi per i soldi
      mio dio penseranno che adoro tutto questo come gli altri
      mentre è per il pane e la birra e l'affitto
      per i soldi,
      sono teso faccio schifo mi sento male
      poveracci che fiasco, che disastro.

      Una donna si alza,
      esce
      sbatte la porta.

      Una poesia sconcia
      me l'avevano detto di non leggere poesie sconce
      qui
      troppo tardi.

      I miei occhi non vedono alcune righe,
      le leggo
      fino alla fine -
      disperato, tremante,
      che schifezza.

      Non possono sentire la mia voce
      e io dico
      basta, è finita, sono
      rovinato.

      E più tardi in camera mia
      trovo birra e scotch:
      il sangue d'un codardo.

      Questo dunque
      sarà il mio destino:
      scribacchiare per quattro soldi in stanze semibuie
      leggere poesie di cui da un pezzo mi sono
      stancato.

      E una volta credevo
      che gli uomini che guidano l'autobus
      o puliscono le latrine
      o ammazzano altri uomini nei vicoli
      fossero degli idioti.
      Charles Bukowski
      Composta mercoledì 25 settembre 2013
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        Scritta da: Gianni Marcantoni

        La campanella dell'intervallo della scuola

        I piedi di mio padre puzzavano e aveva il sorriso
        come un
        mucchio di merda di cane.
        ogni volta che notavo i peli ispidi irti corti della sua
        barba dentro al lavandino del bagno
        pensieri disgustosi si insinuavano nel mio cranio,
        intuivo porticati gravidi di stolti per l'eternità.

        Essere lo stesso sangue di quell'odiato sangue
        rendeva le finestre intollerabili,
        e la musica e i fiori e gli alberi
        brutti.
        Ma si vive: il suicidio prima dei dieci anni
        è raro.

        Brutali erano le calle
        brutali il nettare e il bacio
        brutale la campanella dell'intervallo della scuola.
        brutali le partite di softball
        brutali calcio e pallavolo.
        i cieli erano bianchi e alti,
        e guardavo le facce dei gioca-
        tori
        ed erano stranamente mascherate.

        Adesso mangio nelle tavole calde
        vado a concerti
        vivo con donne
        scommetto
        bevo
        poto siepi
        compro automobili
        ho amici e
        animali;
        partecipo a matrimoni
        funerali
        incontri di pugilato,
        pago un'onesta fetta di tasse,
        faccio la fila nei supermercati,
        mi pulisco le unghie,
        taglio i peli lunghi delle narici,
        mi crogiolo al sole,
        riparo danni,
        cerco di non offendere,
        rido,
        ascolto i punti di vista dei nemici,
        telefono ad idraulici e ad avvocati,
        vengo trainato quando ho un guasto in autostrada,
        tengo i denti puliti,
        ricerco eroi,
        vengo accecato se guardo troppo a lungo il sole.

        I piedi di mio padre puzzavano e aveva il sorriso
        come un
        mucchio di merda di cane.

        Dappertutto
        è la stessa cosa.
        Charles Bukowski
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          I fiori morti di me stesso

          Tori bulleggiano in gloria di girandole,
          missili tramortiscono i cieli,
          ma io non so
          proprio che cosa fare
          dei fiori morti
          di me stesso,
          se buttarli via
          fuori dal vaso
          oppure
          schiaffarli in mezzo a queste
          pagine bianche
          e andare avanti:
          massì, tutto il dolore si riduce
          a cruda morte
          e finalmente si smette di piangere.
          grazie al dio
          che lo ha
          fatto.
          Charles Bukowski
          Composta mercoledì 25 settembre 2013
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            Una minaccia alla mia immortalità

            Si spogliò davanti a me
            con la figa dall'altra parte
            mentre io stavo a letto con la bottiglia
            di birra.

            Cos'è quella verruca che hai
            sul culo? Chiesi.

            Non è una verruca, disse lei,
            è un neo, una specie
            di voglia.

            Quel coso mi spaventa, dissi,
            lasciamo
            stare.

            Scesi dal letto
            e andai nell'altra stanza
            e mi sedetti sulla sedia a dondolo
            e mi dondolai.

            Mi raggiunse dì un po',
            vecchia scoreggia. Sei pieno di verruche e cicatrici
            e bitorzoli d'ogni genere
            dappertutto. Credo proprio che tu sia il vecchio
            più brutto
            che abbia mai visto.

            Lascia perdere, dissi, dimmi qualcosa di più
            di quel neo
            che hai sul culo.

            Lei andò nell'altra stanza
            si vestì e poi mi passò davanti
            sbattè l'uscio
            e
            sparì.

            E pensare
            che aveva anche letto
            tutti i miei libri di poesie.

            Spero solo che non dica a nessuno
            che non sono stato
            carino.
            Charles Bukowski
            Composta mercoledì 25 settembre 2013
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              RIMORCHIO

              I fiumi dove i cani non si tuffano,
              noi li attraversiamo.
              Le donne che gli altri uomini non vogliono,
              noi le amiamo.
              Il cavallo con la fasciatura,
              noi ci puntiamo sopra.
              Mettetemi al bancone con 3 donne:
              una, vagamente petulante;
              una, sostanzialmente stupida;
              e la terza,
              uno schianto:
              lo schianto si alzerà dallo sgabello
              e verrà a sedersi vicino a me.
              Gli dei se ne assicurano sempre.
              Gli dei mi proteggono.
              Mi sistemano
              davvero mica male.
              "Ciao, bello", mi chiede, "come
              va?"
              "Che ti bevi", domando.
              Mi dici cos'è.
              Ne ordino uno per lei e uno per
              me.
              Fuori, si sta molto meglio: le auto si
              scontrano; i palazzi bruciano;
              i futuri suicidi
              fischiettano tra i denti mentre
              camminano verso ovest o est o sud o
              nord.
              "A che pensi?, mi
              chiede.
              " Spero che i dodgers perdano, le
              dico, poi mi
              alzo, vado in bagno, sgattaiolo fuori,
              e poi sparisco dall'uscita
              posteriore.
              C'è un vicolo lì fuori.
              Mi incammino verso ovest
              fischiettando tra i
              denti.
              Charles Bukowski
              Composta sabato 28 settembre 2013
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                Scritta da: Andrew Ricooked

                Buddha Chinaski dice

                A volte
                devi
                indietreggiare
                di uno o
                due passi,
                ri-
                considerare

                staccare
                per un
                mese

                non
                fare niente
                non
                volere
                fare niente

                la pace è
                fondamentale
                il ritmo è
                fondamentale

                qualsiasi cosa
                tu voglia
                non
                l'avrai
                provandoci
                con troppa
                insistenza.

                Stacca
                per
                dieci anni

                sarai
                più
                forte

                stacca
                per
                venti anni

                sarai
                amcora più
                forte.

                Non c'è niente in
                palio
                comunque

                e
                ricorda che
                la seconda cosa più bella
                del mondo
                è
                una notte di sonno
                tranquillo

                e
                la più bella:
                una morte
                serena.

                Nel frattempo
                paga la bolletta del
                gas
                se riesci
                e
                cerca di non
                litigare con tua
                moglie.
                Charles Bukowski
                Composta domenica 3 gennaio 2010
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                  Partita a scopa

                  Una delle cose più terribili è
                  davvero
                  stare a letto
                  una notte dopo l'altra
                  con una donna che non hai più voglia
                  di scopare.

                  Invecchiano, non sono più tanto
                  belle – tendono persino
                  a russare, buttarsi
                  giù.

                  Così, a letto, a volte ti giri,
                  il tuo piede tocca il suo –
                  Dio, che orrore! –
                  e la notte è là fuori
                  dietro le tendine
                  e insieme vi suggella
                  nella
                  tomba.

                  E la mattina vai in bagno,
                  parli, attraversi il corridoio,
                  dici strane cose; le uova friggono,
                  partono i motori.

                  Ma seduti l'uno di fronte all'altro
                  hai 2 estranei
                  che si ficcano in bocca il pane tostato
                  che si bruciano col caffè bollente la gola risentita
                  e l'intestino.

                  In dieci milioni di case americane
                  è lo stesso –
                  vite stantie appoggiate
                  l'una all'altra
                  e nessun posto
                  dove andare.

                  Sali in macchina
                  e vai a lavorare
                  e là ci sono degli altri sconosciuti, quasi tutti
                  mogli e mariti di qualcun altro,
                  e oltre alla ghigliottina del lavoro,
                  flirtano, scherzano r si danno pizzicotti,
                  tendendo qualche volta
                  a farsi in qualche posto una rapida scopata –
                  a casa non possono farlo –
                  e poi
                  tornano a casa
                  ad aspettare il Natale o il Labor Day
                  o la domenica
                  o qualcosa.
                  Charles Bukowski
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