Le migliori poesie di Charles Bukowski

Poeta e scrittore, nato lunedì 16 agosto 1920 a Andernach (Germania), morto mercoledì 9 marzo 1994 a San Pedro, Los Angeles, California (USA - Stati Uniti d'America)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: sagea

E così vorresti fare lo scrittore?

E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.

Se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.

Se lo fai solo per soldi o per fama,
non farlo
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.

Se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
Se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
Se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.

Se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
allora aspetta pazientemente.
Se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos'altro.
Se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.

Non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall'autocompiacimento

le biblioteche del mondo
hanno sbadigliato
fino ad addormentarsi per tipi come te
non aggiungerti a loro
non farlo
a meno che non ti esca
dall'anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all'omicidio,
non farlo
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da sé e continuerà finché tu morirai o morirà in te.

Non c'è altro modo
e non c'è mai stato.
Charles Bukowski
Composta mercoledì 25 settembre 2013
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    il mio amico William

    Il mio amico William è un uomo fortunato:
    non ha abbastanza immaginazione per soffrire.

    Ha conservato il suo primo impiego,
    la sua prima moglie.

    È capace di guidare per 50.000 miglia
    senza una frenata.

    Balla come un cigno
    e ha gli occhi più belli e inespressivi
    che ci siano da El Paso fino a qui.

    Il suo giardino è un paradiso,
    i tacchi delle sue scarpe sono sempre allo stesso livello
    e la sua stretta di mano è vigorosa.

    La gente gli vuol bene.

    Quando il mio amico William morirà
    non sarà certo di cancro o di pazzia,

    passerà davanti al diavolo
    per andare in paradiso.

    Stasera lo vedrete alla festa
    sorridere
    davanti al suo Martini

    beato e contento
    mentre qualcuno
    gli chiava la moglie
    nel bagno.
    Charles Bukowski
    Composta mercoledì 25 settembre 2013
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      Lancia il dado

      Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo
      Altrimenti, non cominciare mai.

      Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo
      Ciò potrebbe significare perdere fidanzate,
      mogli, parenti, impieghi
      e forse la tua mente.

      Fallo fino in fondo.

      Potrebbe significare non mangiare per 3 o 4 giorni.
      Potrebbe significare gelare su una panchina del parco.
      Potrebbe significare prigione, potrebbe significare derisione, scherno, isolamento.

      L'isolamento è il regalo, le altre sono una prova della tua resistenza, di quanto tu realmente voglia farlo.

      E lo farai a dispetto dell'emarginazione e delle peggiori diseguaglianze. E ciò sarà migliore di qualsiasi altra cosa tu possa immaginare.

      Se hai intenzione di tentare,
      fallo fino in fondo.
      Non esiste sensazione altrettanto bella.
      Sarai solo con gli Dei.
      E le notti arderanno tra le fiamme

      Fallo, fallo, fallo.
      FALLO!

      Fino in fondo,
      fino in fondo

      Cavalcherai la vita fino alla risata perfetta
      È l'unica battaglia giusta che esista.
      Charles Bukowski
      Composta lunedì 4 novembre 2013
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        Scritta da: Carmine Carmine

        Si si

        Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto
        quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
        quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
        quando Dio creò l'odio ci ha dato una normale cosa utile
        quando Dio creò Me creò Me
        quando Dio creò la scimmia stava dormendo
        quando creò la giraffa era ubriaco
        quando creò i narcotici era su di giri
        e quando creò il suicidio era a terra

        Quando creò te distesa a letto
        sapeva cosa stava facendo
        era ubriaco e su di giri
        e creò le montagne e il mare e il fuoco
        allo stesso tempo

        Ha fatto qualche errore
        ma quando creò te distesa a letto
        fece tutto il Suo Sacro Universo.
        Charles Bukowski
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          Scritta da: Carmine Carmine

          Tira i fili, la marionetta balla...

          Ogni uomo deve capire
          che tutto può sparire molto
          in fretta:
          il gatto, la donna, il lavoro,
          la ruota davanti,
          il letto, le pareti, la
          stanza; tutte le nostre necessità
          amore compreso,
          poggiano su fondamenta di sabbia -
          e ogni causa determinata,
          per sconnessa che sia:
          la morte di un ragazzo a Hong Kong
          o una tormenta a Omaha...
          può essere la tua rovina.
          Tutte le tue stoviglie che si spaccano
          sul pavimento della cucina, la tua ragazza entra
          e tu sei là, ubriaco,
          in mezzo alla stanza e lei domanda:
          mio Dio, cosa succede?
          E tu rispondi: non so,
          non so...
          Charles Bukowski
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            Scritta da: Andrew Ricooked

            Su due piedi

            Ci sono giorni
            in cui va tutto
            male.

            Sull'autostrada
            a casa
            al super-
            mercato
            e da qualsiasi altra
            parte

            assalti
            continui
            ininterrotti
            feroci
            accidentali
            a ciò
            che è rimasto del
            tuo
            equilibrio e della tua
            suscettibilità.

            Gli dei prima
            giocano con te
            e poi
            giocano
            contro
            di te.

            I tuoi nervi
            si tendono fino a
            spezzarsi.

            Nessuno scudo
            filosofico
            ti proteggerà,
            nessuna dose di saggezza è
            abbastanza.

            Sei allo scoperto
            facile preda
            dei
            cattivi e
            delle
            folle;
            la rottura
            del
            macchinario
            e della
            ragione
            è
            completa.

            Poi
            c'è sempre
            -all'improvviso-
            un volto gioioso
            sorridente
            dallo sguardo
            ottuso, qualche
            semi-sconosciuto
            che ti urla
            forte:
            "ehi, come ti
            va?"

            La sua faccia
            sempre troppo vicina,
            puoi vedere ogni
            macchia e
            poro della
            pelle,
            la bocca,
            aperta
            sembra una pesca
            spaccata
            marcia.

            Il tuo unico
            pensiero
            è:
            dovrei
            ucciderlo?

            Ma poi
            dici:
            "va tutto
            bene.
            E a te
            come va?"

            E
            prosegui,
            e la faccia-da-
            capra
            semi-sconosciuta
            è alle
            spalle
            mentre il sole
            filtra
            attraverso
            le nuvole
            acide.

            Vai
            avanti
            mentre gli dei
            ridono e
            ridono
            e
            ridono,
            metti un
            piede
            davanti
            all'altro,
            muovi le
            braccia
            mentre la comapana
            arrugginita
            non suona,
            e dentro la tua
            testa
            il sangue
            si trasforma in
            gelatina.

            Ma
            questo giorno finirà
            questa vita finirà
            gli avvoltoi
            voleranno
            finalmente
            via.

            Per favore
            in fretta, in fretta,
            in fretta.
            Charles Bukowski
            Composta domenica 3 gennaio 2010
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              Scritta da: mor-joy

              Sii gentile

              Ci viene sempre chiesto
              di comprendere l'altrui
              punto di vista
              non importa quanto sia
              antiquato
              stupido o
              disgustoso.

              Uno dovrebbe
              guardare
              agli errori degli altri
              e alle loro vite sprecate
              con
              gentilezza,
              specialmente se si tratta di
              anziani.

              Ma l'età è la somma
              delle nostre azioni.
              Sono invecchiati
              malamente
              perché hanno
              vissuto
              senza mettere mai a fuoco,
              hanno rifiutato di
              vedere.

              Non è colpa loro?
              Di chi è la colpa?
              Mia?

              A me si chiede di mascherare
              il mio punto di vista
              agli altri
              per paura della loro
              paura.

              L'età non è un crimine
              ma l'infamia
              di un'esistenza
              deliberatamente
              sprecata
              in mezzo a tante
              esistenze
              deliberatamente
              sprecate lo è.
              Charles Bukowski
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                I furbi

                I furbi scendono la corrente come pesci bianchi
                sulla cresta d'acque blu, oltre le rapide.
                I furbi, con le loro gole e sopracciglia da furbi,
                i loro furbi peli nel naso, entrambe le scarpe allacciate, tutte le tragedie cancellate, denti splendenti.
                I furbi non si scompongono. Anche le loro morti sono morti al quadrato, furbi furbi furbi.
                Hanno case migliori, auto migliori, risate migliori.
                Persino i loro incubi sono sogni sgargianti.
                Questi furbi ti siedono di fronte, con un sorriso pulito, che li riempe, fianco i capelli sprizzano nitore.
                Quanto ho vissuto e quanti ne ho visti.
                Sapete cos'è davvero la morte?
                È uno di questi furbi rottinculo che ti stringe la mano e ti abbraccia.
                Sapete cos'è davvero la morte?
                Venite a vedermi mentre allungo la carta di credito
                al cameriere disprezzandovi. O peggio.
                Charles Bukowski
                Composta domenica 27 ottobre 2013
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                  Auto-invitati

                  E va bene, mettimi le mutande al contrario, telefona in Cina,
                  fai volar via gli uccelli,
                  compra un quadro di una colomba rossa e ricordati
                  di Herbert Hoover.
                  Quel che cerco di dire è che 6 delle ultime
                  8 sere abbiamo avuto ospiti, tutti auto-invitati,
                  e come dice mia moglie: "non vogliamo farli restar male".
                  Sicché ci sediamo e li ascoltiamo, certuni famosi
                  e certuni mica tanto, certuni piuttosto svegli
                  e divertenti, certuni mica tanto
                  ma finisce tutto in chiacchiera, chiacchiera, chiacchiera,
                  parole, parole, parole, un garbato mulinello di suoni
                  che rivela innanzitutto solitudine: in un modo o nell'altro
                  chiedono tutti di essere accettati,
                  di essere ascoltati, e ciò è comprensibile,
                  ma io sono uno di quelli che preferirebbe
                  starsene tranquillo a casa con la moglie e i suoi 6 gatti
                  (o di sopra da solo a fare niente).
                  L'impressione è che sia un egoista
                  e mi senta sminuito dalla gente
                  ma non ho l'impressione che loro
                  si sentano vuoti, ho l'impressione
                  che li diletti il movimento
                  delle loro bocche.
                  E quando se ne vanno quasi tutti accennano
                  a un'altra visitina.
                  Mia moglie è carina, li saluta con calore,
                  ha un cuore d'oro, così d'oro che quando, che so,
                  andiamo al ristorante e scegliamo un tavolo
                  lei prende il posto da cui si può "veder la gente"
                  e io quello da cui non è possibile.
                  D'accordo, sono un figlio del demonio;
                  l'intera umanità mi annoia e no, non è
                  paura, sebbene qualcosa in loro mi spaventi,
                  e non è invidia perché non voglio nulla
                  di ciò che loro vogliono, è solo che
                  in tutte quelle ore di
                  parole parole parole
                  non sento niente di davvero buono coraggioso o nobile,
                  e che valga un briciolo del tempo in cui mi hanno impallinato
                  le cervella.
                  Te lo ricordi quando avevi l'abitudine di buttarli fuori
                  dalla porta invece di fargli scaricar le batterie
                  sui tuoi divani,
                  quei tipi malinconici sempre a caccia di compagnia,
                  e ti vergogni di te stesso per esserti arreso
                  alle loro insane fesserie
                  ma altrimenti tua moglie direbbe:
                  "pensi di essere forse l'unico essere umano
                  sulla terra?"
                  Vedete, ecco come il diavolo
                  mi acchiappa.
                  Perciò io ascolto e loro si sentiranno
                  realizzati.
                  Charles Bukowski
                  Composta mercoledì 25 settembre 2013
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                    Un trucco per alleviare il nostro sanguinare

                    In pratica
                    le grandi parole dei grandi uomini
                    non sono poi così grandi.

                    E le grandi nazioni o le grandi bellezze
                    non lasciano altro che il residuo
                    della reputazione che sarà lentamente
                    rosicchiato via.

                    Né le grandi guerre sembrano così grandi,
                    né le grandi poesie
                    né le leggende di prima mano.

                    Persino i lutti
                    ora sono così tristi,
                    e il fallimento non è stato altro che un
                    trucco
                    per farci continuare.

                    E la celebrità e l'amore
                    un trucco per alleviare il nostro sanguinare.

                    E come il fuoco diventa cenere e l'acciaio
                    diventa ruggine, noi diventiamo
                    saggi
                    e poi
                    non così saggi.

                    E sediamo su sedie
                    leggendo vecchie mappe,
                    guerre finite, amori finiti, vite finite,

                    e un bambino gioca davanti a noi come una scimmia
                    e noi diamo un colpetto alla pipa e sbadigliamo,
                    chiudiamo gli occhi e dormiamo.

                    Belle parole
                    come belle signore,
                    si accartocciano e muoiono.
                    Charles Bukowski
                    Composta mercoledì 25 settembre 2013
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