Se lo chiedo al menestrello, lancia in aria il suo cappello. Se lo chiedo al farmacista, mi diventa un po' un artista; Se lo chiedo poi al monello, non lo sa neppure quello.
Del futuro stranamente, non mi sanno dire niente.
Sarà vero pure questo il futuro è un po' indigesto, sullo stomaco ci resta quel che non rimane in testa.
Il futuro è un manifesto che ti vuol tener desto, ma se è troppo nella mente ti dimentichi il presente.
Il futuro che verrà sarà bello? Chi lo sa?
Mi risponde il menestrello intonando uno stornello:
Son felice di abitare il presente in riva al mare e del mio futuro sò, che riavrò quello che ora dò.
Cogli la preziosità incommensurabile di un istante, l'oggi è già prezioso non è nell'incertezza del domani la sua corona, l'oggi è già sovrano riconoscilo tale.
Il nostro tempo, inestimabile tesoro nelle mani di un vento inquieto, al collo del più feroce dei draghi;
Cogli la preziosità indefinibile di un momento, l'oggi è già prezioso non farlo fluire nella sacca del tempo senza tributargli il tuo applauso, non è nel ricorrere il domani che avrai colto la vita a piene mani;
Il nostro tempo, inestimabile tesoro nelle mani di un vento inquieto, al collo del più feroce dei draghi;
Cogli l'unicità di un attimo e attimo dopo attimo avrai reso la tua vita Unica.
Il nostro tempo sovrano incatenato alla paura di vivere rimpiangerai il passato rincorrerai il futuro pur di non riconoscerti nell'oggi.
Cogli l'attimo, è nel suo cuore il tesoro che renderà la tua vita unica;
Guarderai negli occhi del tuo drago e nel riconoscere la sua umanità avrai colto il tuo tempo.
È buona cosa, lasciar all'offesa lo spazio per far dilagar parola, affinché in quello stesso mare affoghi.
È buona cosa, lasciar all'offesa l'intero cielo, affinché sol del suo volo si scorga, ed il giudizio solo lei colga.
È buona cosa nel subir offesa, non cader nella trappola tesa che vorrebbe sguainar spada alla difesa;
L'offesa è una spada tesa, non accettar impresa per una terra già presa.
L'eco dell'offesa arrecata nella valle del silenzio, raddoppierà il cordoglio nella sorniona montagna, che disturbata da quel molesto dire, apprezzerà della valle il suo non voler interloquire.
Quando alle porte del tuo castello, busserà nemico armato, basterà non schiuder porta del suo ulterior bussar poco importa.
È nell'offesa la pretesa e la trappola tesa, non aprirai castello per un inutil duello.
Re e Regine sarete se pedine non resterete e nel riconoscere il sentiero della regnanza danzerete infine nella vostra luminosa stanza, dove del dire vero conoscerete il pensiero:
"In voi è il canto vero dell'unico sentiero; In voi è la luce che vi concederà pace; In voi è la sembianza in cui il cuore danza; In voi è la luna che accenderà fortuna; In voi è quel sole che vi concederà amore".
Re e Regine sarete ed insieme canterete dello stesso canto che un dì vi trasse dall'incanto:
Re e Regine sarete se pedine non resterete e nel riconoscere il sentiero della regnanza danzerete infine nella vostra luminosa stanza, dove del dire vero conoscerete il pensiero:
"In voi è la luna che accenderà fortuna; In voi è quel sole che vi concederà amore".
Re e Regine sarete quando nel vostro cuor vi bagnerete e consci del divin sentire vi innalzerete oltre il solito udire:
Re e Regine sarete se pedine non resterete e nel riconoscere il sentiero della regnanza danzerete infine nella vostra luminosa stanza, dove del dire vero conoscerete il pensiero:
"In voi è la luna che accenderà fortuna; In voi è quel sole che vi concederà amore".
Re e Regine sarete quando sul sentiero della regnanza vi muoverete in un'unica danza.