Le migliori poesie di Davide Bidin

Studente, nato lunedì 23 luglio 1990 a Milano (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.

Scritta da: Davide Bidin

Tra ombra e raggio

Mi muovo
Piede per piede
Davanti a me solo buio
Dietro Fioche luci
Su di me abbaglio

Mi muovo ancora
Passo dopo passo
Niente mi è chiaro
Nulla comprensibile
Solo le domande

Eppur mi muovo
Senza saper la meta
Senza veder il percorso
Senza motivo mi dilungo
Senza speranza continuo

Ma forse...
Aspetta...
Cosa vi è d'innanzi?
Una luce
Una luce

Non è fioca e intoccabile
Non è abbagliante e imperscrutabile
Non è tenebra inviolabile
è luce
è bellissima

Inizio a correre
Il mio passo è inamovibile
Ma al fine
Arrivo
Arrivo

Stanco, Spossato
Dilaniato, Deriso
Nel corpo e nella mente
Guardo nella luce
Uno specchio

Riflesso il mio sguardo
Nella gemma, come nel fiore
Nel vespro, come nell'aurora
Finalmente una risposta
La accetto.
Davide Bidin
Composta martedì 21 luglio 2009
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    Scritta da: Davide Bidin

    Sturm

    Tempesta all'esterno
    Tuono che permea
    l'aere d'umida rugiada
    Il mio animo inquieto
    Si sfalda nel volerti

    o creatura perfetta
    Lampo lieto in
    Una notte di travaglio
    celestiale lepisma
    tra congiunti libri

    Temporale tutto il mondo
    mi giro mi volto
    ancora languore nell'imo
    e solo tu panacea
    invisibile ai sensi ti celi.
    Davide Bidin
    Composta venerdì 12 giugno 2009
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      Scritta da: Davide Bidin

      In Pace

      Ho ascoltato Raramente Tre parole
      Poche volte sincere ma
      Quando non c'è casualità
      Follia vi è nell'udir
      Mille bugie non brillano come una verità

      Ti voglio bene
      Queste semplici parole
      Son bianca polvere novembrina
      Rosso chiaror da scogliera
      Soave schiuma marina

      Ti voglio bene
      Cosa si cela dietro versi umani
      Cosa son le parole se non vissuti
      Ma allora perché sentirle libere
      Mi riempie il vuoto dentro

      Ti voglio bene
      Di Gerico disfatte
      La mia anima derisa
      Difese inaccessibili la cingevano
      Per non ferir il dilaniato

      Ma adesso non ne sento il bisogno
      In questo solo istante
      Le rocce divengon scaglie diamantinee
      La nebbia apre l'ali alla luce del mattino
      l'abbraccio primo del bambino

      Miracolo il sapere di essere così vicino
      Da poter toccar con mano
      Da saper che in fondo
      Nella solitudine dilagante di vita e morte
      Qualcuno tiene a te

      Del resto le parole son solo suoni
      Gettate nell'etere da noi sciocchi avventurieri
      Eppur risplendono assolute
      l'emozione dal tempo non corrotta
      Si rivela illesa... imperitura... perfetta.

      Ti voglio bene sentii dirmi un mattino
      Aprii gli occhi al primo vero sole
      e da allora ogni aurora
      Rimango immobile un istante
      Fisso verso il cielo turchese

      Ti voglio bene
      Il mio intelletto è in pace
      La parte che sente il viver di male
      Tace
      In quel solo attimo per cui val la pena vivere.
      Davide Bidin
      Composta martedì 13 ottobre 2009
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        Scritta da: Davide Bidin

        Verrà un giorno

        Verrà un giorno
        Grondante di pioggia battente
        Divampante di fatuo calor
        Tremante il grembo materno
        Il crepuscolo arriverà

        Verrà un giorno
        Quando l'altrove ci chiamerà
        e tutti andrem per mano
        Senza paura nel cuore
        Senza speranza negli occhi

        Verrà un giorno
        Non luttuoso
        Ma mirabile estatico
        Sarà il mattino che conosciamo
        Quando la sfera oserà fermarsi

        Il destino è promessa
        Come l'uomo che fin dal primo
        Infantil passo sbadato
        Sa del suo mortal fato
        Così Mnemosine morrà quel dì

        e allora vedremo in noi
        Non nubi oscure
        Non ombre immateriali
        Ma il calore e chiarore
        Degli attimi che han reso vivi

        Verrà quel giorno
        e nei nostri occhi si scorgerà
        Tutta l'essenza che al padrone abbiam rubato
        Grideremo il nostro istante gioioso
        Con la follia del silenzio

        Verrà il giorno
        Le cui tremuli menti
        Che un dì vollero perdere
        Lo scorrere della sabbia
        Taceranno

        Tempo piangerem quell'attimo
        Nel ricordo
        Il ricordo
        Di aver provato a ingannare
        Senza saper che lui solo... ci ha ingannato.
        Davide Bidin
        Composta venerdì 9 ottobre 2009
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          Scritta da: Davide Bidin

          La ballata del Caduto

          Sparo
          gli occhi mirano il petto scalfito
          gettate le membra sulla terra
          non un nemico d'innanzi
          non vi è mai

          sguardo di uomo
          riflessione finale
          vuoto è l'odio, la tristezza
          inutile l'amore, la felicità
          la domanda è, cosa si era?

          Ancora un barlume sulla camicia
          rubino, vino, cherry e mosto
          grondante rimasuglio di ciò
          che siamo, che eravamo
          ma vivo, ho vissuto per via dell'olio carminio?

          Qual è il significato di ciò che ero
          e ch'è il significante di ciò che ho fatto
          mezzo era il mio corpo
          senza testa sarebbe morto
          sarò idra pel mio retaggio?

          Il braccio distende nell'ultima scintilla
          la tasca lontana a parer miglia
          viene toccata al fine
          ne esce un'icona
          che riveli il motivo della danza?

          Forse speranza per i nascituri
          ma se il nato un attimo fa ero io
          Forse epitaffio reverenziale
          ma se le idee spirano nell'oblio
          Eravamo, Siamo, Diventiamo sterco secco?

          La foto davanti al volto già mesto
          le iridi si mostrano all'astro con l'ultimo sprazzo
          atto a scoprir che l'immago
          è bianca perché capovolta
          è buio cala si alza il sipario.
          Davide Bidin
          Composta martedì 6 ottobre 2009
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            Scritta da: Davide Bidin

            In Noia

            In noia
            Muovi
            Le dita incallite
            nell'invisibile freddo
            Aspetti
            Mentre le dita posi
            Su legno di bosco
            Di giornata uggiosa
            Aspetti
            Mentre le dita salgono
            Sull'odore silvestre
            e la resina rinsecchita
            Aspetti
            Mentre le dita scendono
            Sul muschioso arto
            Verde bile
            Aspetti
            Nella speranza
            l'arrivo
            Di una scheggia
            Che sia sorpresa.
            Davide Bidin
            Composta sabato 28 novembre 2009
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              Scritta da: Davide Bidin

              Il vento e il fumo

              L'aspro fumo cinereo
              Correva nel vento
              Corvino
              Il volto di un bambino
              Il viso di nessuno

              Il fumo costante danzava
              e ancora il vento
              Corvino
              Abbatte i piè dell'uomo
              i talloni del diniego

              Sempre il fumo lezzoso
              Vola nel vento
              Corvino
              l'anziano spazza lontano
              Fin dove Mnemosine giace

              Sempre lo stesso il vento
              Che ogni giorno incontri
              Ogni giorno ammiri
              In quella candida uguaglianza
              Ch'è fumo e nulla.
              Davide Bidin
              Composta domenica 6 dicembre 2009
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                Scritta da: Davide Bidin

                Miracolo Estatico

                Cangianti lembi azzurri
                Ammiro nel bagliore
                Di mille candele
                Anche tra la nebbia più greve
                Nulla non mi farebbe vedere

                Il tuo sguardo

                Ciò che rende... te
                Le parole non posson definire
                Ciò che un'emozione... sola
                Può far capire
                Il mare in cui mi trovo è tuo

                Il tuo azzurro

                Qualcosa di eterno
                Nella sua fragile essenza
                Il piacere ch'è semplice
                Provo in quest'attimo di estasi
                Contemplo l'infinito

                Le tue stelle

                Rispecchiano il mio tetro volto
                Ch'è immobile impietrito
                è rivolto solo a te
                Con la titubante accettazione
                Dell'omonimo innamorato

                Quando mi getto
                Negli occhi tuoi
                Anche il Destino m'invidia
                Non può veder
                La magia che da te

                Si fa sorgente pel mio dolente cuore

                i tuoi miracoli d'amore.
                Davide Bidin
                Composta venerdì 18 dicembre 2009
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                  Scritta da: Davide Bidin

                  La Ballata Dell'Ironico Recluso

                  A me interessa derider voi cretini
                  quando sento il vostro vociferare
                  l'indignazione delle vostre ferite
                  il lascito crepuscolare di cose
                  che voi non capite

                  Ridere della morte e della sua paura
                  della prefettura e della clericazia
                  della morale che grida stuprata
                  dei feti buttati tra i prati
                  delle piante a cinque punte recluse per esser nate

                  Io rido, mi diverto, sorrido e derido
                  Se domani dovessi morir per uno sparo
                  con cancro o per un incidente
                  riderei col mio spettro sulla tomba
                  scritta sulla lapide marmorea "cazzo ti guardi?"

                  Aspetterò con corna d'orate o l'ali rattoppate
                  Voi che passando mi guarderete disgustati
                  "un cimitero con queste scritte ma che schifo"
                  Poi un giorno un bambino, un uomo nuovo
                  camminando riderà come uno stitico.
                  Davide Bidin
                  Composta mercoledì 2 giugno 2010
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                    Scritta da: Davide Bidin
                    Come puoi star solo?
                    In questo mondo che vomita in volto
                    sbuffate d'esistenza avariata
                    Come puoi star solo?
                    mentre
                    corri in cerca di quell'anfratto che chiamiamo
                    serenità
                    eppure ci rendiam conto della
                    "gutturale inefficienza"
                    del nostro desiderio
                    siam sempre soli eppure
                    in quest'epoca di unitarietà globale
                    rigurgitante personalità sparse
                    ed aspre
                    che non ci appartengono
                    di inutili amene convinzioni
                    marcescenti
                    chi può davvero ritenersi solo?
                    io mi sento solo
                    certe volte
                    quando sono in casa chiuso
                    dove
                    a malapena odo i rumori assordanti
                    e inconcludenti provenienti dal mondo
                    e m'isolo lieto a scrivere farse
                    ugualmente inconcludenti
                    su persone che son davvero sole
                    dentro me soltanto
                    senza aspettarmi un saluto
                    un ringraziamento
                    o una flebile parola
                    solo allora son solo
                    solo allora
                    ma voi
                    tutti gli altri
                    e me
                    come possono definirsi soli?
                    basta accendere uno schermo invisibile
                    per capire che tutta la merda che addosso ti cala
                    tutto il liquame eruttato da coloro che non vogliono esser soli
                    a cui schifa questa baluginante essenza,
                    la merda da cui traggo giovamento
                    non è altro che niente trasfigurante
                    e allora son solo
                    l'unico motivo per cui esco ancora di casa
                    e capire quanto poco le persone
                    han da dire
                    e quanto, al contrario
                    io ho da dire su loro.
                    Davide Bidin
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