Le migliori poesie di Davide Bidin

Studente, nato lunedì 23 luglio 1990 a Milano (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.

Scritta da: Davide Bidin

Il destino di un macigno

Son macchina
Fisso su metallo
Bloccato in ossa e carne
Gelo incandescente attorno me
Lava rattrappita entro me

Vivo questa vita
Nonostante il mio problema
Perché di questo si tratta
Un problema
e nulla più

Non posso più correre
Da tempo non odo
l'aria che la faccia mi accarezzava
Nelle calde mattine sui bagniasciuga
Mentre correvo ad abbracciar Marina

Son vuoto ormai
Non vedo nessun motivo per lottare
Nessuna fede da servire
Né ragionamento a cui aggrappare
l'anima mia lesa

Non posso più sperare
Il raccontare di bei avvenimenti
Di letizia e pazzia
Che portavo dentro e vivevo
Con tutto me stesso

Ora son diviso
La mia mente che un tempo così vivace
Ora è costretta alla noia imperitura
Il mio corpo in silenzio si lascia morire
e io con lui

Son così oramai
Tutto ciò che mi resta
Son le rimembranze
Di tempi trascorsi in felicità
Ch'io possa uscir pazzo

Io son solo pietra ormai
Il mio triste destino è già scritto
Nient'altro che roccia lavica gelata
Che aspetta solo lo scorrere delle stagioni
Per esser dimenticata

l'inutilità è il mio destino
La gabbia di questa vergine di ferro
Con aculei adunchi e rugginei
Inietti nelle mie carni infette
Il dolore è emozione unica provata

Non vi è davvero speranza
Per un uomo che non può più
Essere?
Forse troverò sollievo
Col canto lieve del martirio

Non riesco a viver di sola fantasia
Il mondo è cosa fantastica
e non riesco a immaginare
Altro luogo che vorrei lodare
Altra gente che vorrei amare

Ridete lieti o angeli infernali
Che sto per raggiunger il luogo ultimo
e se forse errano i preti
Comunque nel nulla correrò
e si aprirà una nuova esperienza

Io sto per tornare cara speranza
Nella felicità dell'istante
In cui istante mai più sarà
Dimenticherò l'ultimo ricordo
Con un abbraccio di luce ed ombra.
Davide Bidin
Composta mercoledì 18 novembre 2009
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    Scritta da: Davide Bidin

    XI Agosto

    Venere prima stella della sera
    mare iracondo
    nei Pontinei rantolii
    gettati sulle sponde
    dall'immensa
    possanza selenica
    e riflessi nello specchio
    le gocce del cielo
    cadono
    come lacrime
    cadono
    continuamente incessantemente costantemente
    cadono
    senza tregua

    e i poveri esseri che vedono
    lo spettacolo uranico
    si gettano ispirati nel mondo del sogno
    anch'essi cadono
    aspettando sconsolati una possibilità
    di dominio sulla realtà
    un desiderio solitario espresso da milioni
    di creature stanche di vivere
    in un universo non proprio
    Atlanteo castigo
    nessuno vedrà la propria richiesta
    trasformarsi in atto
    poiché la volontà dell'uomo
    difficilmente trova compimento

    e le lacrime di questo fallimento
    cadono
    come le stelle
    cadono
    come le gocce ondinee
    cadono
    speranza infranta
    senza scopo
    senza fine
    senza meta
    cadono
    gli epitaffi son sabbia che è roccia per pochi battiti di ciglia.
    Davide Bidin
    Composta martedì 11 agosto 2009
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      Scritta da: Davide Bidin

      Tra ombra e raggio

      Mi muovo
      Piede per piede
      Davanti a me solo buio
      Dietro Fioche luci
      Su di me abbaglio

      Mi muovo ancora
      Passo dopo passo
      Niente mi è chiaro
      Nulla comprensibile
      Solo le domande

      Eppur mi muovo
      Senza saper la meta
      Senza veder il percorso
      Senza motivo mi dilungo
      Senza speranza continuo

      Ma forse...
      Aspetta...
      Cosa vi è d'innanzi?
      Una luce
      Una luce

      Non è fioca e intoccabile
      Non è abbagliante e imperscrutabile
      Non è tenebra inviolabile
      è luce
      è bellissima

      Inizio a correre
      Il mio passo è inamovibile
      Ma al fine
      Arrivo
      Arrivo

      Stanco, Spossato
      Dilaniato, Deriso
      Nel corpo e nella mente
      Guardo nella luce
      Uno specchio

      Riflesso il mio sguardo
      Nella gemma, come nel fiore
      Nel vespro, come nell'aurora
      Finalmente una risposta
      La accetto.
      Davide Bidin
      Composta martedì 21 luglio 2009
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        Scritta da: Davide Bidin

        La Ballata del Sognatore

        Lacrime lasciasti come per morire
        Vedendo dal vetro
        Del sangue sgorgare

        Vedendo uomini sull'asfalto
        Soffrire

        Piangente nascesti nel mondo
        Con paura di veder del volto
        La morte

        Poiché dalla vita non c'è ritorno
        Non si apre altra sorte

        e ancora tu dolce poeta
        Guardavi con cigli sbarrati
        Quella sciagura

        d'asfalto rosso iracondo
        Possano gli occhi esser dannati

        Tuo padre ch'era saggio
        Disse con sguardo apprensivo
        è stato un sogno

        Un sogno
        e niente più

        e dunque capire
        Nel mondo svegliarsi
        d'innanzi a quella bugia

        Che siam sempre a sognare
        Nell'attesa di un'idea

        La vita è un vuoto sonno
        Niente di più
        Un sogno spezzato

        Tra lacrime di puro pianto
        e menzogne che seminan prato.
        Davide Bidin
        Composta martedì 22 dicembre 2009
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          Scritta da: Davide Bidin

          Miracolo Estatico

          Cangianti lembi turchesi
          Ammiro nel bagliore
          Di mille candele
          Anche tra la nebbia più greve
          Nulla non mi farebbe vedere

          Il tuo sguardo

          Ciò che rende... te
          Le parole non posson definire
          Ciò che un'emozione... sola
          Può far capire
          Il mare in cui mi trovo è tuo

          Il tuo azzurro

          Qualcosa di eterno
          Nella sua fragile essenza
          Il piacere ch'è semplice
          Provo in quest'attimo di estasi
          Contemplo l'infinito

          Le tue stelle

          Rispecchiano il mio tetro volto
          Ch'è immobile impietrito
          è rivolto solo a te
          Con la titubante accettazione
          Dell'omonimo infatuato

          Quando mi getto
          Negli occhi tuoi
          Anche il Destino m'invidia
          Non può veder
          La magia che da te

          Si fa sorgente pel mio dolente cuore

          i tuoi miracoli d'amore.
          Davide Bidin
          Composta mercoledì 23 dicembre 2009
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            Scritta da: Davide Bidin

            In Noia

            In noia
            Muovi
            Le dita incallite
            nell'invisibile freddo
            Aspetti
            Mentre le dita posi
            Su legno di bosco
            Di giornata uggiosa
            Aspetti
            Mentre le dita salgono
            Sull'odore silvestre
            e la resina rinsecchita
            Aspetti
            Mentre le dita scendono
            Sul muschioso arto
            Verde bile
            Aspetti
            Nella speranza
            l'arrivo
            Di una scheggia
            Che sia sorpresa.
            Davide Bidin
            Composta sabato 28 novembre 2009
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              Scritta da: Davide Bidin

              Il vento e il fumo

              L'aspro fumo cinereo
              Correva nel vento
              Corvino
              Il volto di un bambino
              Il viso di nessuno

              Il fumo costante danzava
              e ancora il vento
              Corvino
              Abbatte i piè dell'uomo
              i talloni del diniego

              Sempre il fumo lezzoso
              Vola nel vento
              Corvino
              l'anziano spazza lontano
              Fin dove Mnemosine giace

              Sempre lo stesso il vento
              Che ogni giorno incontri
              Ogni giorno ammiri
              In quella candida uguaglianza
              Ch'è fumo e nulla.
              Davide Bidin
              Composta domenica 6 dicembre 2009
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                Scritta da: Davide Bidin

                Miracolo Estatico

                Cangianti lembi azzurri
                Ammiro nel bagliore
                Di mille candele
                Anche tra la nebbia più greve
                Nulla non mi farebbe vedere

                Il tuo sguardo

                Ciò che rende... te
                Le parole non posson definire
                Ciò che un'emozione... sola
                Può far capire
                Il mare in cui mi trovo è tuo

                Il tuo azzurro

                Qualcosa di eterno
                Nella sua fragile essenza
                Il piacere ch'è semplice
                Provo in quest'attimo di estasi
                Contemplo l'infinito

                Le tue stelle

                Rispecchiano il mio tetro volto
                Ch'è immobile impietrito
                è rivolto solo a te
                Con la titubante accettazione
                Dell'omonimo innamorato

                Quando mi getto
                Negli occhi tuoi
                Anche il Destino m'invidia
                Non può veder
                La magia che da te

                Si fa sorgente pel mio dolente cuore

                i tuoi miracoli d'amore.
                Davide Bidin
                Composta venerdì 18 dicembre 2009
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                  Scritta da: Davide Bidin

                  Osservazioni di un Bugiardo

                  Siam stati ciechi
                  Ottusi
                  Immobili guardavamo germogliare
                  La triste erbaccia
                  Invece di estirparla
                  l'abbiam tollerata
                  Ed ora
                  è troppo tardi

                  Cresce senza freno
                  Deturpa ciò che di buono
                  Di bello
                  Ancora c'è
                  In questo giardino
                  In questo prato che ha molto
                  Troppo da offrire
                  e che noi abbiam guastato

                  Abbiam scelto di non vedere
                  Abbiam fatto correre
                  Dicendo che
                  Non c'era pericolo
                  Che
                  Non è colpa nostra
                  Invece
                  Il traditore è alla porta accanto

                  Abbiam fatto nostra
                  La decadenza di ognuno
                  Abbiam lasciato passare
                  Quando c'era da lottare
                  Da sanguinare
                  e merda sputare
                  Abbiam serrato i denti
                  In una falsa risata

                  Preferendo l'accondiscendenza
                  Al conflitto
                  Preferendo il rimorso
                  Al gesto concreto
                  Il fine
                  Al mezzo
                  e ora
                  è troppo tardi

                  Accettiamo il nostro presente
                  Con livore nel cuore
                  Preferendo la pace
                  Al posto di una società
                  Dove la coscienza è regia
                  Preferendo lo scettro
                  Al colloquio
                  Poveri sciocchi

                  La colpa non è nostra
                  Noi sapevamo cosa stava succedendo
                  Sapevamo cosa, le scelte
                  Sbagliate
                  Avrebbero portato
                  Eppure
                  Siam rimasti in silenzio
                  Muti

                  La colpa è solo nostra
                  Dovevamo cambiare
                  Per rendere diversi
                  Per rendere migliori
                  Abbiamo perso
                  Hanno vinto loro
                  Loro hanno vinto
                  Annichilimento.
                  Davide Bidin
                  Composta martedì 23 marzo 2010
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                    Scritta da: Davide Bidin

                    La Ballata Dell'Ironico Recluso

                    A me interessa derider voi cretini
                    quando sento il vostro vociferare
                    l'indignazione delle vostre ferite
                    il lascito crepuscolare di cose
                    che voi non capite

                    Ridere della morte e della sua paura
                    della prefettura e della clericazia
                    della morale che grida stuprata
                    dei feti buttati tra i prati
                    delle piante a cinque punte recluse per esser nate

                    Io rido, mi diverto, sorrido e derido
                    Se domani dovessi morir per uno sparo
                    con cancro o per un incidente
                    riderei col mio spettro sulla tomba
                    scritta sulla lapide marmorea "cazzo ti guardi?"

                    Aspetterò con corna d'orate o l'ali rattoppate
                    Voi che passando mi guarderete disgustati
                    "un cimitero con queste scritte ma che schifo"
                    Poi un giorno un bambino, un uomo nuovo
                    camminando riderà come uno stitico.
                    Davide Bidin
                    Composta mercoledì 2 giugno 2010
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