Dopo cambierà tutto. Lo sai. Lo sai che farà male, lo sai che soffrirai. Fingerai che sia diverso, che non t'importi che tutto scivoli via senza lasciare traccia, senza fare rumore. Nessuno sa delle tempeste che dentro te imperversano. Nessuno sa cosa nasconde la finta indifferenza. Ti coprirai ancora una volta col silenzio del disincanto. Nessuno sa quanto rumore fa un cuore quando si spezza.
Zitta, devo stare zitta. Devo essere dolce, carina e devo stare al mio posto. Ma qual è il mio posto? Chi ha stabilito i luoghi dove posso stare, i momenti in cui posso parlare, le parole che mi è concesso dire? Chi ha stabilito gli assurdi divieti che mi vengono imposti? Io voglio essere libera, libera di arrabbiarmi, di urlare a squarciagola di ridere sguaiatamente, di piangere quando mi va. E che tutti mi additino, sparlino e mi accusino di essere pazza. Quella che voi chiamate follia io la chiamo semplicemente vita.
Mi giro confusa. Sono sempre incredula quando qualcuno ricorda il mio nome fra tanti. Nella folla, in mezzo alla gente tutti mi sembrano più appariscenti, più simpatici, più carismatici di me. Ripeti il mio nome. Ed io che da sempre mi nascondo e mi confondo negli angoli bui di tutti gli invisibili del mondo, accenno un timido sorriso. Che stupida sono... Vorrei dirti grazie perché ti sei accorto della mia presenza. Perché non sono più una ragazza tra tante o una persona qualunque. Vorrei dirti grazie perché in un mondo in cui ci dimentichiamo di tutto e tutti, tu... ti sei ricordato di me.
Ora basta, sono stanca. Ripongo la mia penna e i miei buoni sentimenti nel cassetto delle aspettative infrante. Non scriverò mai più parole d'amore per te. Nessuna poesia, nessuna dolcezza, nessuna malinconia. Non esistono più ragioni, ne scuse o giustificazioni, per le tue inutili parole vuote. Voglio gettare via ogni frase, ogni rima appassionata, ogni singolo verso d'amore a te dedicato, nel cestino della carta straccia. Proprio come hai fatto tu senza nessun rimpianto con il mio stupido cuore infranto.
Rallento, rallento. Ho corso tanto, troppo. Per raggiungerti anche un solo attimo e poterti toccare, parlare, guardare. Sai che c'è? Rallento, rallento un po'. Dopo tutto sto correre, sono stanca. Tanto lo so, dentro di me lo so. Tu non desideri davvero essere raggiunto. Rallento, rallento. Quasi quasi mi fermo. Mi siedo un attimo su questa panchina a gustarmi il tramonto. Non me n'ero accorta... Anche da sola, la vista è mozzafiato.
E chissà se a volte ti ritornano in mente quei momenti insieme, quei piccoli dettagli su cui ancora io mi soffermo, malinconica, in queste sere d'estate. Chissà se ripensi a quei baci rubati, ognuno a trattenere l'altro. Sempre più vicini, io e te, fino a sentirci dentro. Chissà se in questo abisso che ci separa adesso potrà mai comparire un ponte. Per ritrovare quell'estasi solo sfiorata, quella felicità appena trovata e subito persa.
E nonostante il tempo, se chiudo gli occhi la sento ancora. Quella carezza, quella mano che stringe il mio viso. Le tue dita sulle labbra a cercar la mia bocca ed io che le attendo impaziente, le bacio, le mordo e vorrei trattenerle; vorrei trattenerti. Ora che non ci sei, ora che sei lontano e resta soltanto il ricordo, il solco lasciato da una carezza, a colmare il vuoto della tua assenza.
Ripetimelo, ripetimelo ancora, mentre veneri il mio corpo con passione e tenerezza. Ripetile, quelle parole così soavi, così giuste, così perfette. Solo tu stai veramente facendo l'amore con me. Sei presente dentro il mio corpo ma ti sento ovunque. Nella mente e nel mio cuore. Non è forse questa completa fusione, questa totale comunione, l'unica vera bellezza di un atto divenuto ormai superficiale, specchio di una società alla ricerca esclusiva ed effimera del piacere? No, non ci sto. Io cerco ancora le profondità. Scavo e riscavo a mani nude finché non provo dolore fino a farmi male, col rischio di non trovare nulla. Ed ora il dolore non lo avverto più. Ho trovato qualcosa di prezioso. Ho trovato te.
Voglio rinascere oggi con nuove ali, con nuovi desideri, con nuovo amore per me stessa. Troppo tempo sprecato ad inseguir chimere, illusioni, parole vuote, ingigantendo persone infinitamente piccole. Troppi sogni affidati a mani che non han saputo stringere. Rinasco oggi allontanando chi mi ha solo destabilizzato, chi è stato veleno per la mia anima, per il mio benessere, per la mia vita. Rinasco oggi con una carezza, quella che ho atteso per anni, senza mai rendermi conto, che la mano da cui sarebbe arrivata, ce l'ho sempre avuta io.
Questo tuo cuore ingombrante, continua a far paura. Si spaventano, fuggono. Non sono in grado e non hanno voglia di sostenerne il peso. Ricercano leggerezza. La leggerezza di un corpo vuoto di cui possano disfarsi facilmente, una volta usato. Spesso hai creduto fosse una maledizione, ti sei sentita morire, senza capire che questo è un dono. Non sprecarlo più. Tientelo stretto. È preferibile camminare soli, portandosi appresso un cuore pesante all'inutile compagnia di chi non ne ha affatto.