Scritta da: Violina Sirola
Lacrime di fuoco
verserà il cielo finché fumo
uscirà dal marciume.
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Lacrime di fuoco
verserà il cielo finché fumo
uscirà dal marciume.
Danzano mille luci
nella notte
cade la pioggia
cancella la parola.
Il sole splende
mentre sboccia
un fiore
tace la stampa, la parola
morte.
Non sparo giù, sulla folla
dalla finestra
per poter dire
"esisto".
Mi spiaccico
per terra
sono zerbino.
Siate buoni
non calpestate, ascoltate
il respiro.
Ho rotto
il coperchio dell'enorme
marmitta.
Volevo uscirne.
Parastoria, una miccia
a lenta combustione
distruzione
della terra di Abramo
Hiroshima.
La parola non serve
alla vita:
"eroina".
C'è un fanciullo
nel prato
paradiso di morte
agli illusi.
Il tempo a lungo andare è curvilineo
torna in mente
il vissuto
sempre vago.
Certa è
la presenza dei miei
cari defunti. A loro chiedo scusa dei miei
errori, mi si accordi il perdono.
La gioventù è ribelle
non accetta consigli
follia e vigore
non misurano il tempo.
La storia non contiene
il prima e il dopo
ha un solo verso
ordine e follia.
Racconto i miei versi
"ih-oh - ih-oh"...
Il raglio dell'asino
è antico
un grido che lacera l'aria
la soma è pesante
mi piego.
È sordo il mio tempo.
L'albero baciato
dal sole canta col vento
nelle sue foglie.
Sui marciapiedi
le prostitute vendono
il loro amore, madonne
addolorate vendono i propri
figli alla ragion di Stato, approvano
i colpi di lupara, le stragi
d'innocenti.
Prostitute di Stato puntellano
le Idee
ne accettano i Valori.
Il potere che opprime
l'uguaglianza che uccide
i lager
Le prigioni.
E
La falsa coscienza accusa
di omicidio, se non germoglia
il seme
s'illumina di gioia nello schiudere
uova a innocenti
pulcini, nati
per diventare vittime, o assassini.
È una storia d'immagini, la parola è
il motore: adulatrice, vibrante d'emozioni.
Sprofondo
nel buio e...
... c'era l'acqua alta.
Turbinavano fogli, con caratteri
strani, in alto era l'asfalto, i ponti
di cemento, il buio
della vita, le tombe di quei
grandi che giocano d'azzardo. Usano la parola
per ingannare i tanti, che ascoltano
confusi la melodia del mondo.
i giusti, siamo noi! - urlano
a squarciagola - Sono parole
sante. Un vento turbinoso portò via quei
fogli - allungo le mie mani
mi tendo in alto - afferro:
"La verità è giustizia" leggo, rifletto
intanto - ho capovolto il foglio -
"La verità è Parola
cercala in fondo al cuore".
Vado alla ricerca delle Lettere
Sacre, dei messaggi
divini, impressi sulle pietre.
Cammino, senza
sosta, nell'acqua sempre alta;
sopra di me il cemento, il rumore
la vita. Tutto mi gira attorno, prima
c'erano tombe
ora, rumore e canti;
le melodie del mondo attirano i miei
sensi, mi capovolgo
- affondo! -
Ho la testa nel fango. Ormai, più non respiro.
Affogo nella melma, aiuto! Non voglio morire.
In un sottomarino, con la chiglia
spezzata, il timoniere è stanco, s'è assopito
in cabina. Devo navigare e, riprendo il timone.
Ora, quel foglio è bianco
la "Verità & Giustizia" sono solo Parole.
Riprendo la rotta nel silenzio
profondo, la melodia del mondo viaggia
nel mio pensiero.
Lame di luce
tagliano la nebbia;
occhi indiscreti
sconvolgono coscienze.
Sensazione:
l'eterno opprime.