Scritta da: Violina Sirola

Ultimo treno

Scroscia la pioggia, alla fioca luce
dei lampioni
scorre, dei treni
persi, la memoria.

Lampi di luce, bagliori
intensi tra la fitta nebbia
follie di ansie mentre il treno corre.
Alta tensione, mine nei campi e il nemico
a fianco

Occhi di giuda, giochi di specchi
nei frammenti - lampi
biechi appassiti, quando
l'ora incalza - alta tensione e si diventa
palo.

Spente le luci, i lampi
la memoria
sono di fronte, dell'ultimo
treno
i fari accesi - lo stridio dei freni.
Flavia Ricucci
Composta lunedì 30 novembre 1992
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    Scritta da: Violina Sirola

    Piove sempre sul bagnato

    A cavalcioni di un dirupo
    immenso Giacomino
    contento sghignazzava
    in riva al fiume Carmela sospirava
    "amore mio delusione cocente" e
    tra i singhiozzi, giù lacrime
    amare, quasi che il fiume
    in piena straripava.

    In piedi sul dirupo
    Giacomino godeva
    dei sospiri dell'amata, poi
    s'avvolgeva in cerchio e saltellava.
    Di pari passo
    il vento risucchiava il pianto
    amaro, prosciugando il fiume.

    L'acqua del fiume, lacrime
    comprese, formarono nel cielo
    un aquilone. Improvvisa, una nuvola
    rosa sciolse i suoi riccioli come fili
    d'oro, Giacomino contento vi si appese,
    nella fretta perse i suoi
    calzoni.

    Intanto, la fanciulla
    innamorata sul greto nuove
    lacrime versava. A dispetto
    il vento rigonfiava le brache
    vuote, piovute sul bagnato.
    Flavia Ricucci
    Composta nel 2000
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      Scritta da: Violina Sirola

      Trasgressioni (la cultura dei padri)

      La campana annuncia la gloria
      del padre sull’altare. Lui crea
      il paradiso, la merce proibita
      punisce:
      lascia la croce al figlio
      La campana annuncia l'epifania
      per sorridere a pasqua: non risorge
      il crocifisso.

      Ai piedi del calvario
      sono negozi
      accesi, la merce annebbia
      l'anima: un'arma
      - un'esplosione -
      Nell'ombra una siringa
      carica di mistero.

      Lassù
      il canto è libero
      la parola è sorriso
      si può girare
      l'angolo
      senza più fili
      - tesi -
      Non c'è crocifisso.
      Flavia Ricucci
      Composta nel 1990
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        Scritta da: Violina Sirola

        Caro Babbo

        Caro Babbo mio, tu sei un
        pinocchio – hai un naso lungo
        lungo – io sono un somarello, il mio
        amico Lucignolo non ce l'ha fatta
        è morto. Io sono di legno, perciò
        sono più forte.

        Babbo, il grillo mi dà noia
        dagli una martellata. Hai detto che
        la mafia non cerca la giustizia
        ha Dio dalla sua parte.

        Caro Gesù Bambino, tu sei
        figlio di Dio, io sono un somarello, la soma
        è la mia croce, perciò sono di legno.
        Tu non dici bugie, diventerai grande
        allora sarai Dio. Diglielo alla fatina
        "Pinocchio non vuole
        diventare un vero
        bambino, fatto di carne e ossa.
        Preferisce il cuore del suo
        ciliegio in fiore".
        Flavia Ricucci
        Composta mercoledì 16 dicembre 2009
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          Scritta da: Violina Sirola

          Padri nudi

          Tolgo ai padri la parola, vedo
          il mare inquinato, le foreste
          devastate, un sole malato
          la morte regalata.

          Rispetto la memoria di chi
          ha amato la natura, non l'ha
          adulata. Rifiuto l'ideale
          che trasforma la vita
          in tragica farsa, "l'eco delle Parole
          sublima l'olocausto".

          La Parola dei padri è servita
          da filo
          ed è arrivata a noi
          per seminare morte.
          Ora, taglio il filo, i nostri padri
          nudi
          reclamano pudore
          portano grande amore per il luogo natio
          per la luce del sole, per i sogni d'amore.
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            Scritta da: Violina Sirola

            Ansia

            La tristezza ha segnato di grigio
            l'orizzonte, nell'oblio
            del presente
            l'ansia del divenire m'accompagna.
            Vedo le mille luci che
            danzanti, spettro passato corre
            nella mente;
            non ansia avvolge chi compiuto
            ancora
            ripete il divenire
            nel presente.

            Attimo ingordo, ingoia
            strozza il tempo. Sole
            non tramontare
            tutto presente, niente passato
            nulla che divenga.
            Flavia Ricucci
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