Nel giorno del tuo santo festeggi l'onomastico con tavola imbandita ma proprio al tuo cantor, e oggi c'è pure il vino, rimane ancor inibita. Per sì complessi auguri senza neppure il cellulare ricorro alla cornetta ma la linea è interdetta e finanche l'allusione diventa una delusione, e resto così da solo a rimuginare versi che, sempre più tersi, neanche vedo più. Ben venga pure lo spirito con le sue rime in versi ma la santa ricorrenza senza un minimo contatto di un lembo di materia, un brindisi augurale o lo squillo della cornetta sai dirmi che festa è!
Non siam portati per fare i segreti amanti, il senso di colpa si leggerebbe sul viso ma non privarmi pure del tuo dolce sorriso perché in sua mancanza non scriverei più. Mi bastano, pertanto, questi momenti d'amore tra versi rimati e rime baciate ben lungi, però, da lascive tenerezze se di baci in carezze non si finisce più ed io, tra musa e poesia, non ci capisco più.
Improvvisare versi non è poi così banale se a compiere gli anni è la tua donna ideale. È un amore puro senza assillo carnale talmente etereo che ci sembra di volare, ma poi il peso degli anni ci ributta per terra e, dopo tanto amore, si scatena la passione. Or tra baci e abbracci nasce il solito impiccio se lo spirito soggiace alla materia che piace, e passeranno pure gli anni, resterà soltanto un sogno, ma io ancora tanto ti agogno... buon compleanno.
Il senso della vita non è una guerra infinita se finalmente ti ravvedi alla luce dell'amore, fervore spirituale che ti dà non solo la carica vitale ma pure il diletto del cuore e l'intelletto nel grigiore. Per cotanta virtù quanto più bene fai il destino te lo rende tanto che ti senti poeta e perfino profeta delle genti. Lungo questo percorso anch'io ci son passato ma, ahimè, sono in cura per un disturbo della mente con l'amor che così diventa il solo vero male di tanta brava gente.
Al di là della natura sconfina la vita che langue in un letto con la speranza di morire. Sol se perdi pure la dignità a te resta la facoltà di poter decidere se ti va ancor di soffrire o se è giunta l'ora di partire.
Mi risveglio al mattino con la coscienza schiarita ma dopo appena due passi di già si è ingiallita se un tizio per strada di tutto punto vestito con borsa e libri in mano vuol insegnarmi la vita. Comincia il lavoro, non è passata che un'ora, e un paziente disturbato quasi quasi mi offende se da solo pretende la risonanza cerebrale per la sua turba mentale. Proprio qui la coscienza mi si fa annerita e con la mente adirata divento paonazzo... chiunque viene adesso lo prendo per pazzo. In tanto trambusto, però, con tosse e dispnea mi sfugge una bronchite anche se il malcapitato invoca la terapia. Son davver molto stanco e torno a casa stordito, ma al rimbrotto di mia moglie, tra colori ed umori, mi ritrovo seppellito.
Se sol verbo profferisci con quella tua erre moscia, cara Musa, a tal punto mi irretisci che mi isoli dal mondo proprio come un vero tondo. Se poi con pari maestria, di virus in batteri, dal core dell'epatite passi al gene del microbiota non più mi sento un idiota anzi mi prende l'idioma. E dalla tua dolce melodia mi scaturisce, infin, questa poesia che mi ridona perfin l'armonia.
Dalla città delle cozze alla patria della pizza, caro nipote, sei un bel piatto misto non certo da mangiare ma con tanti bei sogni finalmente da realizzare. Tuo padre nuotò con alterna fortuna ma tu che hai nel sangue un po' dei due mari qualcosa alla fine mi farai sognare. Basterà far ricorso ai geni di tuo nonno che, con tanta volontà, da sempre se la combatte davvero in ogni campo. Solo così un alloro olimpico sarà alla tua portata sperando che non diventi la solita frittata. Intanto la venuta di tuo fratello mi ispirò scritture di morale mentre tu, tra cozze, frittate e pizze, mi stimoli soltanto la solita fame di... conquiste di corone, allori e medaglie.
In ogni tua ricorrenza, buon onomastico, la mente m'impegni anche se mai ti degni neanche di un grazie. Ti regalai una pianta, non era un fiore, e tanto t'irritasti, ti dedicai poesie, eran d'amor platonico e ancor più ti turbasti, ricorsi poi ad un bacio ma era solo un cioccolatino. Senza più risorse adesso vivo nella speranza di una cena a lume di candela sperando che non diventi un cero per la mia vetusta età. Comunque vadano le cose, se si ama per sempre si vive, per atroce condanna diventerai, ahimè, la mia eterna compagna e non mi resta che dirti... preparati a soffrire!
Ti spoglierò degli anni e nonostante il tempo, buon compleanno, resterai per sempre l'icona del dolce appeal per il tuo compiacente sorriso sulle orme di Beatrice anche se, sulle forme di Laura, le tue leggiadre movenze mi riportano al fascino del tuo conturbante sex appeal. E nelle turbe di tanto desio la mente sbotta in poesia mentre l'anima mi rimbrotta di afferrarti finalmente per fermare il tempo, di denudarti degli anni per spogliarti veramente e... di non scrivere più solo poesie!