in Poesie (Poesie d'Autore)
La vita
Come si deve
dove si può
deve essere
bella e
eterna
per tutti
viverla
con la pace.
Mah...
Dove sei?
Composta lunedì 9 gennaio 2012
Come si deve
dove si può
deve essere
bella e
eterna
per tutti
viverla
con la pace.
Mah...
Dove sei?
Il cuore infranto è nero, a fatica esprime il rosso dell'odio.
Aah qua! Nel deserto dei miraggi un sorriso si paga caro
un vuoto a rendere per l'anima della sfusa felicità.
Contenti & felici!
Corre il pianto a gocce palpita la palpebra cade come
il piombo di pietra e bagna lì il pensiero di quel mito
devastato sogno di un estremo desiderio che
cicatrizza la sofferenza del pescatore di emozioni.
Guarda in cielo, Te! Un celato Signore con velata
minuziosa attenzione seduto su una nuvola.
Arranca mulinelli, con aliti di vento, ghirigori
immaginari al fusare variegato di colori
fumati delle italiche frecce tricolori.
La nuvola scirocca l'intesa cortese densa del passato
butta la canna nel mezzo per pescare qualche emozione
frulla repentina al mio amo, c'è la pesca dei desideri
che con il suo pianto temporalesco distribuisce goccioline
donando ancora una volta la speranza alla vita.
Caro il mio Dio gentil sempre indaffarato stai
per fare e disfare la tua immagine sulla natia
terra a noi molti cara... Fermati!
Sii più riflessivo nelle tue volontà di agire.
Benedetto! Basta il tuo Papa ultimo dei migliori
per non dimenticare la tua immagine eterna.
Lui, umano da te mandato è bravo per stare tra
di noi... Nel tuo Nome. Lo dovresti retribuire di più
abbiamo bisogno di lui come il pane per le nostre necessità.
Di vivere molto anche di pace è impellente desiderio
per vivere la tua vita in serenità.
Vorrei fare qualcosa pure io per evitare tue nuove
immatricolazioni di esseri umani scherzati superabili,
schizzati disabili... evocati... per calmarci!
Mah che cosa ci facciamo di tutti stì pazzi parkinsoniani?
Altri Cartoni Animati!... Per deridere tra di noi chi è umano
per l'anno nuovo? Da te resi caritatevoli per pubblicizzare
i tuoi poteri...
Di noi in terra disabili chi per te sono colpevoli?
dei loro voli d'indipendenza. Tarpati leali malsfamano
altri pure disperati per vivere erosi di rabbia nell'anima
mangiati con gli occhi della disperazione...
Ci deprimiamo per vivere chi per il soldo chi per la salute...
in questo insieme di Sodoma e Gomorra. Eeh pensare che
si nasce per vivere su questa terra eden, per essere rose belle.
Bellissime anche senz'acqua profumate di salute per avere
il piacere immenso di vivere la vita per esprimere emozioni
anche per te.
Non disabilitare oltre la nostra vita umana già oppressa da noi
stessi per vanità d'incomprensione ed oltre la vita non c'è e,
non hai di meglio niente da proporre... Sai!
Forse, la catastrofe della guerra.
Mah! per accettarci basta comporre strofe di poesia anche
di un mendicante poeta... Ooh Dio lasciaci in pace, perché
se vissuta normale basta e avanza la vita per essere di te contenti.
Io faccio lascito testamentario delle mie poesie per non infierire
oltre sull'umanità.
Quando non avrò più occhi per la mente
non investirò nei colori del tempo a smarrirmi
in disegni sulle nuvole d'ovatta cotonate, passano
di moda sfilano in passerella vuoti, davanti alla finestra.
la vita non è la minestra solita offerta, ma per
com'è bella è da vivere ricca di voglia di vita.
Ooh Dio divinamente avversata, per noi disabili,
povera e vuota sarà non ricca di sorrisi
sempre presa da dietro è un ricevere continuo
dai nostri simili grandi fregature d'eventi.
Dio! per non soffrire pur bisogna agire non si può
sempre adire di parola per non essere elusi vani
così non si regge e ne si corregge i sogni
illusi di vita preda del male per l'eterno vivere.
La mia dimenticata malattia insicura nella solitudine
scura infusione nella confusione scarsa
di certezza in buona fede è avariata d'intenti belli.
Nel pestare il fallito mondo con la mia immagine
io sono un contorno di cambiali, tratte di un conto in banca...
per altri, sono uno adatto per utili prelievi.
Incasso con dignità! Signore,
l'estremo vivere da te attribuito
non per scelta ti scrivo con attrito
dalla cupa tomba la poesia del mese.
Con la tristezza sono viscide parole coese
nella solitudine che il cuore dal sogno tese
aride immortali pene che l'anima arrese
per un Dio, con emozioni poi il suo corpo pose.
La giovinezza presa con l'alloro della vecchiaia
presto per malattia tardi condusse l'esistenza
al cimitero morto da fantasma vive sazio
per descrive memorabili eventi inchiostrati
di ricordi raccontati con il nero dell'anima.
Il suo inferno! Vissuto è verità su poesia.
Anche se osò scrivere delle inutili prose
compatite peggio di ridicole poesie d'osè
comprate in edicola con mani rafferme prese
per arrossire la solitudine... delle rose.
Non ci riesco più! La disabilità ti leva la vita.
È una mantide religiosa ti frega il cuore
succhia anima con tutte le emozioni.
Gadget soprammobili trottole caricate
a dolore spontaneo ciechi sordo muti
per essere diversi e traslocabili.
Ti ho pensato all'alba! Perché,
mi hai lasciato vivere...
I sogni inquieti sono strani anche
dopo la tempesta mi sconvolge
non poco, tanta tua generosa umanità.
Appiccicati a fiamme interiormente
a ferro e fuoco, la certezza
lampante come la bellezza
anoressica per le cattive attenzioni
che brucia la speranza.
La tristezza và a sofferenza
Qui! Ci vuole un po' di acqua santa.
Parole sante! Giocate a cruciverba
arrivano a soluzione per un corpo
il mio, finché morte non ci separi.
De canto amore ooh Dio
per te che non ci ami...
Quando
amici noi siamo per te.
Purtroppo il troppo pure allunga
questa inutile vita avvitata
all'esistenza nell'estrema dipartita.
Figuriamoci per il non ritorno!
Siamo tutti in ansia d'amore
non aspettiamo altro
con te. Signore!
Anche a Natale... Io lavoro.
Acerbo di mente nel sonno sveglio la notte alle due
dall'ululare parkinsoniano mesto s'alzano i dolori.
In giro alla ricerca di un po' di pace vado, cerco
e trovo in un prato le margherite le più bulbose
non più per giocare con i petali del fiore per colorare
la mia gioventù al gioco del m'ama non m'ama,
per la manna di gustare il sapore del suo bulbo
la mamma della camomilla la migliore prelevo
per bere la tisana della tranquillità interiore.
Fa amare con occhi languidi il paesaggio
per vivere sopravvivendo al fine
sofferente che offre scene di vita triste
così svio nella solitudine salvo i colori belli
li lavo, li profumo e li vesto con le mie fantasie
nel sogno allontanandoli dalla mia cupa realtà.
Anima! I fiori con i colori belli li consegno a te
per te... che sempre più buia puzzi d'incenso
e, inconsciamente percorri la stessa strada rancorosa
da tempo barata d'estrema unzione asfaltata
lunga da arrivare inesorabile alla solita lontananza
che ci frega la vita privata dell'anima con la morte nel corpo.
Anima!
Potevi girare ai molti incroci per improbe prospettive
ti allunghi la vita solo per bellissime e degne emozioni.
se poeta son tuoi ricordi in poesia emozioni desiderate.
Forte!
La dignità impone la parola in questa realtà
mi nvita a proseguire i mirati eventi assaporano
i densi sentimenti che si consumano carboni ardenti
sulla graticola mette fuoco: Aria d'onesta diventa
polvere gassosa palpabile al vento invisibile che
vuole andare... come normale scorre la vita via
così lo vuole per tutti la natura.
Nella tua immensità
ooh Dio ne ho necessità,
drogami! La fede con intensità
rendimi l'io folle incosciente nullità
la volontà che svia,
ha la forza giusta per reagire all'infinito...
il suo amore per la vita.
Come altri mi spalleggio raccontando.
Io, non ho più bisogno di mostrarmi
per essere noto al pubblico dominio.
Sono conosciuto ampiamente
tutti hanno profittato di me.
Mi dispiace vanamente vecchiaia
per l'età acerba poco vissuta del vivere
come un seminato lavorato d'altri
è ampiamente profanato.
Corre stanca la sfortuna,
rincorsa dalla vecchiaia quando
è tutta da vivere e,
ancora nessun lo vuole
senza fare il passo indietro
una parte dei miei difetti.
Preferiscono amministrare
loro con assistenza
il frutto dei miei guai.
Anche a Natale... Io lavoro.
Acerbo di mente nel sonno sveglio la notte alle due
dall'ululare parkinsoniano mesto s'alzano i dolori.
In giro alla ricerca di un po' di pace vado, cerco
e trovo in un prato le margherite le più bulbose
non più per giocare con i petali del fiore per colorare
la mia gioventù al gioco del m'ama non m'ama,
per la manna di gustare il sapore del suo bulbo
la mamma della camomilla la migliore prelevo
per bere la tisana della tranquillità interiore.
Fa amare con occhi languidi il paesaggio
per vivere sopravvivendo al fine
sofferente che offre scene di vita triste
così svio nella solitudine salvo i colori belli
li lavo, li profumo e li vesto con le mie fantasie
nel sogno allontanandoli dalla mia cupa realtà.
Anima! I fiori con i colori belli li consegno a te
per te... che sempre più buia puzzi d'incenso
e, inconsciamente percorri la stessa strada rancorosa
da tempo barata d'estrema unzione asfaltata
lunga da arrivare inesorabile alla solita lontananza
che ci frega la vita privata dell'anima con la morte nel corpo.
Anima!
Potevi girare ai molti incroci per improbe prospettive
ti allunghi la vita solo per bellissime e degne emozioni.
Se poeta son tuoi ricordi in poesia emozioni desiderate.
Forte!
La dignità impone la parola in questa realtà
mi invita a proseguire i mirati eventi assaporando
i densi sentimenti che si consumano carboni ardenti
sulla graticola mette fuoco: aria d'onestà diventa
polvere gassosa palpabile al vento invisibile che
vuole andare.... come normale scorre la vita via
così lo vuole per tutti la natura.
Nella tua immensità
oh Dio ne ho necessità,
drogami! La fede con intensità
rendimi l'io folle incosciente nullità
la volontà che svia,
ha la forza giusta per reagire all'infinito...
il suo amore per la vita.
Non importa chi le chiude la sera.
Vorrei essere sempre il primo
la mattina a spalancare le persiane
di casa mia.
Per avere la vita viva sicura da vivere
ogni giorno d'intensità con emozione
nell'immensità dell'anima certa con
l'animale incurabile nel corpo umano.