Poesie di Giuseppe Bartolomeo

Pensionato, nato venerdì 27 agosto 1943 a Cirigliano (MT) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti, in Frasi per ogni occasione, in Proverbi, in Diario e in Preghiere.

Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
È il tempo magico della speranza
il tempo che si leggono le stelle
il tempo della luce che risplende
negli occhi di bambini e vecchi.

Si avvicina il Natale di molte luci
scende sui monti la bianca neve
i camini sono rifugio degli anziani
i presepi la casa del Dio Bambino.

Iniziamo un avvento pieno di doni
un tempo pieno di simpatia e amore
un tempo per ritornare tutti bambini
in attesa della vera stella sul cammino.

È tempo di gioia vera, amore sincero
sforzandoci di essere buoni bambini
portando un regalo a Cristo Signore
fattosi carne mortale vivendo fra noi.
Giuseppe Bartolomeo
Composta venerdì 20 dicembre 2019
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    Sii amico della speranza e aprirai cammini
    stretti o larghi che siano, lei ti darà la gioia.
    Cammini retto verso la meta che indicherà
    troverai la bellezza che illuminerà gli occhi
    dove chiuderai a chiave la luce del giorno.

    Riconciliati con te stesso e con tutti gli altri
    perché l'amicizia è il più bel regalo della vita
    essa non usa chiavistelli, catenacci o catene.
    Lei è come i fiori dei campi liberi, belli, aperti
    a tutti gli occhi che osservano e contemplano.

    Su questa terra dove tutti viviamo e moriamo
    portiamoci la giustizia come nostro emblema.
    Amiamola come l'unica nostra figlia prediletta
    affinché le nostre bilance siano senza zavorre
    e il peso della nostra vita sia diafano e leggero.

    Sia la nostra madre intima la pura e santa verità
    che guidi i nostri passi sul cammino dell'amore
    senza sofisticati sotterfugi e bugie che bruciano
    come le fornaci ardenti quando riflettiamo da soli
    portando addosso pesi che distruggono l'amore.
    Giuseppe Bartolomeo
    Composta giovedì 31 ottobre 2019
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      Abbiamo ingoiato dolore e tristezza nella vita
      quando per galateo o perché lontani dai fatti
      abbiamo dovuto fare silenzio ingoiando rospi
      pur sapendo che chi mentisce spesso fracassa.

      La lingua è una brutta bestia senza buone redini
      per trattenere calci prima di lanciarli dalla bocca.
      Una volta che sgangiamo la spoletta senza riflettere
      il cielo ci cade addosso come un meteorite che scoppia

      Allora vorremmo gridare e tagliare la maledetta lingua
      ma il dado è tratto e indietro la lingua non sa ritornare.
      Possiamo solo ingannarci pensando che l'altro perdoni
      sapendo che la sporcizia lanciatagli è un colpo al cuore.

      Prima di lanciare i dardi dalla bocca bisogna riflettere
      perché la vita è fatta di salite e discese, di sete e fame.
      Tocca a ciascun uomo chiudere o aprire la sua bocca
      se non vuole distruggere un'amicizia e rimanere solo.
      Giuseppe Bartolomeo
      Composta giovedì 31 ottobre 2019
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Cosa pensi quando ti guardi in uno specchio?
        Che sei un uomo che vola masticando segreti,
        donna felice perché sei nata da carne di Adamo
        e non dalla pura creta lavorata da chi dà la vita?

        Cosa pensi, o uomo, quando diventi una bestia
        credendo di essere il vero padrone dell'universo?
        Ricordati che appena nato dicesti al tuo creatore:
        "ho paura, perché sono nudo e mi sono nascosto".

        Maledetto fu il serpente che ancora striscia a terra
        moltiplicarono, donna, i dolori della tua gravidanza
        per te, o uomo, fu maledetto il suolo di questa terra:
        mangerai pane con il tuo sudore e ritornerai polvere.

        Tutto questo discorso ce lo ripete a tutti uno specchio:
        esso non parla, non è bugiardo, ci fa arrossire tacendo
        perché il silenzio ferisce il cuore e l'anima si contorce.
        Ricordiamoci: per essere uomini bisogna essere onesti.
        Giuseppe Bartolomeo
        Composta giovedì 31 ottobre 2019
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          Bruciamo le ferite di false carezze
          con sorrisi come mamme di paese
          sapendo che son vipere con veleno
          mordendo con sguardi menzogneri.

          Persone con doppia e ipocrita faccia
          sanno simulare il veleno che ospitano
          chiuso nei sorrisi e nelle luride menti
          presentandosi come angeli celesti.

          Quanti falsi abbracci e sporchi baci
          esistono camufflando cuore umano
          che pieno di melma di pozzanghere
          una persona si trasforma in animale.

          C'è gente che vive con doppia faccia
          una per vendersi buona davanti ad altri
          l'altra per rubare beni ad anime buone
          cadendo in bolge di gente senza cuore.
          Giuseppe Bartolomeo
          Composta mercoledì 31 luglio 2019
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Sul muro della memoria ascolto la vita
            di un paese sorto da echi di speranze
            racchiusi in caverne di tufo millenario
            dove sono nascosti tramonti e pianti.

            Sento l'alito di uomini, donne e bambini
            riscaldare il tempo racchiuso sui muri
            dove le conchiglie marcano i millenni
            della storia trascorsa sotto sole e luna.

            La nostra vita umana ha tracciato strade
            su questa nostra terra calpestata da passi.
            Le grida di dolore, gioie, preghiere e morte
            vagano nell'aria e la notte le chiude nei fiori.

            Sulle anziane mura di città e paesi con storia
            giacciono le voci, i nomi, la bellezza e allegria
            di gente che ci ha tracciato gli umani cammini
            regalandoci la speranza di incontrarci con Dio.
            Giuseppe Bartolomeo
            Composta venerdì 31 maggio 2019
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Al crepuscolo della nostra umana vita:
              quando i giorni si allungano sotto il sole
              le sere stentano a richiamare le stelle
              gli occhi si chiudono per capire il silenzio
              allora qualche lacrima scenderà solitaria
              a lavare ricordi che ci nascondiamo dentro.

              Il tempo ci ha scolpito il volto con molte rughe
              dove abbiamo accartocciato i sogni realizzati
              mentre certe voci giovanili si sentono lontano
              come un eco racchiuso nella nostra memoria
              che trasporta gli anni maturati nel duro lavoro
              oggi chiusi negli acciacchi che l'età non perdona.

              I nostri giorni trascorrono appesi a tanti ricordi
              che ci invitano a dialogare con vecchie fotografie
              dove i volti e i sorrisi ci parlano e ci interrogano
              masticando il tempo trascorso chiuso negli occhi.
              Le ore ce le marca l'orologio della torre silenziosa
              che ci invita a tornare a casa appoggiati al bastone.

              Tutti noi che abbiamo la fortuna di essere vecchi
              ringraziamo il grande inventore dei bei tramonti
              dove riposano tenui raggi di sole che si nasconde.
              Aggrappiamoci con gioia alla nostalgia passata
              in attesa che sboccino i fiori del nostro autunno
              per portarceli sulla bara come ultimo nostro bacio.
              Giuseppe Bartolomeo
              Composta martedì 30 aprile 2019
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Durante un passeggio lungo campi verdi di foraggio
                dopo una curva i miei occhi si riempiono di colore:
                sono i rossi papaveri aperti che salutano il tramonto
                prima che arrivi la notte a chiudere gli occhi al giorno.

                Mi fermo e ammiro il campo trapunto di chiazze vive
                che la lieve brezza primaverile accarezza con dolcezza
                mentre i tanti petali soffici e delicati s'inchinano al sole
                che lentamente scende sul tramonto con delicatezza.

                Racchiudo il momento in una foto mentre il sole scende.
                Il rosso dei papaveri lentamente perde il suo splendore
                per perdersi lenta nell'ombra mentre la luce si nasconde.
                Mi incammino meditando sul rosso simbolo dell'amore.

                Affido ai papaveri il messaggio degli amori teneri, delicati.
                Alle rose rosse la gran passione dei primi amplessi amorosi.
                Alle buganville color sangue una lunga vita agli sposi santi.
                Gli altri colori li nascondiamo nel cuore per altre occasioni.
                Giuseppe Bartolomeo
                Composta martedì 30 aprile 2019
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  In un piccolo verde bosco fluviale
                  senza cammini né grandi animali
                  mi hanno accompagnato uccelli
                  invitandomi dolcemente a cantare.

                  Il sottobosco era pieno di alte erbe
                  tappeto verde che copriva le ferite
                  di tronchi abbattuti dal forte vento
                  con rami secchi vestiti di silenzio.

                  Un pomeriggio tiepido primaverile
                  mi accompagnava senza mormorare
                  mentre con un bastone e uno zaino
                  respiravo sentendo la natura cantare.

                  Mancava solo una bella pioggerellina
                  per dare un tocco di decorazione nuova
                  a questo bosco lasciato come Dio vuole
                  senza un aiuto alla natura che muore.
                  Giuseppe Bartolomeo
                  Composta domenica 31 marzo 2019
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Fuggono le ombre della notte
                    dietro tronchi di alti cipressi
                    dove riposano uccelli nostrani
                    con fantasmi che dormono lieti
                    mentre il giorno lento si accende.

                    Le vedo aprendo il mio balcone
                    ogni mattina quando mi sveglo.
                    I miei occhi le seguono volare
                    nell'aria che protegge i sogni
                    nell'oscurità che si nasconde.

                    Il giorno si sveglia e sotto il sole
                    la gente aspetta il primo autobus
                    che li porterà a salutare il lavoro.
                    La mia cagna chiama abbaiando
                    per uscire a salutare i compagni.

                    Ringraziamo il giorno che avanza
                    offrendoci la luce e l'aria limpida
                    dove i nostri occhi si specchiano
                    nell'azzurro cielo del mese di aprile
                    mentre io ringrazio chi mi dà la vita.
                    Giuseppe Bartolomeo
                    Composta venerdì 30 novembre 2018
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