Si ruppe l'incatesimo alla riva del fiume. Un braccio finì in un coccodrillo: Dio delle acque e dell'umano futuro. Piangeva una donna la sua mano pensando al passato finito nell'acqua quando il bianco serpente l'aiutava. Non c'era rumore sotto le palme, il vento s'era chiuso nei cocchi, i vecchi giocavano con le pietre seduti intorni ai buchi del tempo.
Il fiume immenso scendeva all'orizzonte portandosi dietro l'odore di montagne lasciate da giorni insieme ai rinnoceronti. Un'anatra stanca viaggiava con i fiori guardando intorno la pianura e il sole. L'ipopotamo sonnolento spiava la canoa vicino a un papiro pieno di calore. La donna piangeva non più la sua mano ma il suo uomo seduto nell'acqua cercando un pesce che li sfamasse.
Si ruppe l'incatesimo alla riva del fiume: era lo Zambesi pieno di storia e dolori, era l'uomo, la donna, il coccodrillo e l'amore.
Vola una colomba cittadina su tetti di case abbandonate. L'ultima voce della notte le tocca le ali nel vento. I cipressi rompono l'orizzonte austeri e pieni di tristezza. Da vetri appannati di silenzio una vecchia mastica amarezza.
Il cielo si tinge di grigio chiaro, la luce scende lenta sulla strada, un passero guarda da un ramo il giorno che avanza senza parlare. Su pareti da tempo scalcinate un volto d'uomo si va spegnendo coi colori d'un murales a doppio senso.
Vola anche il passero dal ramo: la colomba segue il suo viaggio su tetti senza fumo delle case. Aspetta quella mano di pane sul balcone d'una casa rossa con una vestaglia al vento, i capelli bianchi per l'attesa e una voce che prega dentro.
Guardai: non c'era un uomo dissi col profeta scrutando l'orizzonte.
Il corpo era fatto di dolori, l'anima era piena di stupore, le mani accarezzavano un'ombra uscendo silenziosa dalla grotta.
Non c'era un uomo quella sera quando il silenzio esplodeva rompendo i cristalli del corpo, le mani cercavano un appiglio nell'azzurro di un cielo rotto.
Guardai: non c'era un uomo né un profeta per darmi una mano nel deserto di idoli abbandonati, in quella discoteca accesa a ritmi di geometrie umane.
Nel deserto le rose sono di pietra, i giardini sono un'illusione, i fiori sbocciano con la luna maturando al passo dell'uomo.
Guardai: non c'era un uomo e nascosi il volto fra le mani.
Un flauto all'ombra d'un cipresso scolpisce note d'umana sinfonia. Viene il vento a lavare la memoria racchiusa in un orizzonte di Castiglia.
La musica riempie le caverne del tempo, galoppa sui bianchi cavalli dell'apocalisse, scivola su fresche cascate dell'anima, commuove il pellegrino che abbiamo dentro.
Il flauto matura i suoni della notte sotto un cipresso alto nel cielo. Pochi ascoltano la voce del mondo camminare sul sentiero dei morti.
Cresce nell'ombra la vecchia luna, illumina il volto triste d'una donna. Il flauto rallenta dolce il suo ritmo nel sogno dell'uomo che dorme.
Una notte in attesa del parto, un flauto all'ombra d'un cipresso, un mondo rifatto più tenero in un uomo senza tristezza.
Mancano le ali a questo giorno fatto di irascibili fantasmi: i cavalli nitriscono nel vento, i tetti coprono sogni non detti, le macchine sputano veleni, gli uomini camminano in silenzio.
Mancano i colori della speranza in questa strada povera di odori: le finestre hanno vetri rotti, le porte non hanno chiavistelli, le scale salgono nel vuoto, i bimbi muoiono di tristezza.
Il futuro é appeso a un fucile, la storia non ha più cuore: la donna trascina la vergogna, i vecchi muoiono in silenzio, i giovani parlano coi murales, il sesso é la nuova violenza.
Quando voleremo sui bianchi pegasi uccidendo i vecchi fantasmi? Quando distruggeremo i labirinti di una politica senza morale? Quando l'uomo sarà maturo il mondo avrà le sue ali.
C'è sempre un dolore nella vita: uno sguardo appeso a una finestra, una lacrima negli occhi d'una bimba, un uccello ferito da uno sparo, una madre che ha perso suo figlio!
C'è sempre una speranza nel mattino: una rosa è nata nel giardino, un buco d'ozono è sparito, il vecchio ha il cuore d'un bimbo, il cancro è già stato vinto !
C'è sempre un'opportunità nella sera: ritornare sui propri cammini, scoprire l'Ulisse del futuro, la Beatrice dei propri sogni, il Paradiso di amori perduti.
C'è sempre un domani maturo: un bimbo fatto uomo, una bimba diventata madre, gli animali padroni dei boschi, la Terra culla della Libertà.