Abbiamo portato la terra sugli abissi dei rifiuti dove il fuoco non brucia. Il fumo soffoca l'orizzonte e la puzza della menzogna riempie le mani del progresso.
Abbiamo portato l'infezione anche nel cuore dell'universo. Il pus scoppia nell'aria dal cielo cade con la pioggia: una lacrima nel tramonto.
Il pianeta azzurro è diventato nero. L'uomo nero vuol essere bianco. L'uomo bianco dalla coscienza oscura crea fori di ozono nel cielo buio.
Abbiamo appreso a odiare in un mondo nato dal caos. Non dimentichiamo che odio e amore sono figli dell'uomo.
I simboli sono rimasti nel labirinto perduto nei giardini della memoria. Il fuoco degli dei del tempio è nascosto nelle ceneri del tempo. Quanti sacramenti sono diventati tabù nel cuore di una folla che non crede più! Portiamo negli occhi i segni ancestrali li decifriamo con il filo d'Arianna, ma restiamo muti sotto i monumenti non comprendendo quello che hanno dentro. Abbiamo visitato prematuri la luna mentre altri la venerano di notte. Mettiamo il corpo allo scoperto nascondendoli in giornali senza rispetto. I simboli sono rimasti nel labirinto di migliaia di giornali morti. Ho visto gli uomini stanchi di pornografia e miti rotti. Ritorneremo a salpare con Ulisse su mari di Sirene e Ciclopi. Rinasceremo come nuovi dei maturando con umani misteri.
La mia terra respira l'azzurro coi polmoni dei boschi. Il suo sudore scivola sui fiumi con i sogni di un tempo che fu. Era la casa di uomini allegri e d'animali in evoluzione. Sui prati nascono fiori e nel mare il cuore dell'uomo. La terra respira con la tua bocca, si lava con la pioggia del cielo, si veste di foglie secolari e muore coi veleni umani. Salviamo questa madre terra se siamo intelligenti. Gli animali piangono solitari su pianure senza verde. Nascerà un arcobaleno nuovo su questo orizzonte oscuro quando gli uomini innamorati l'ameremo sotto la luna.
Vedo spesso uno zingaro per le strade del silenzio. Nei suoi occhi porta il lutto e nelle mani la stanchezza. Raccoglie con i ferri vecchi gli sguardi indifferenti di gente molto abituata a vivere con indifferenza. I suoi capelli odorano a fumo, il suo passo morde la steppa, ma è fiero del suo bastone segno di dignità e certezza. Cammini per il mondo nomade di orizzonti, noi siamo ancora poveri per essere vagabondi.
Abbiamo appreso molte cose dalla solita vita. Oggi suonano nuove campane dai vecchi campanili. Camminiamo su linee geometriche partorite da computer senza cuore. Gli archietti amano gli spazi senza troppi fulgori. Le rose hanno le spine, le spine generano orrore alla gente che vive di notte riempiendo il giorno di rancore Viviamo con l'eco della solitudine in città martoriate da motori. I monumenti uccidono il passato guardando il presente con timore. Apprendiamo le cose di sempre insieme a molte nuove, ma l'ombra del dubbio è chiuso ancora nel cuore!