Un vecchio e un asinello scendevano dalla montagna perdendosi lentamente negli ultimi colori della valle. Una foglia di quercia cadeva su mani stanche, l'argento degli ulivi rinfrescava la speranza. Un pettirosso salutava il sentiero curvo, il vecchio cavalcava senza premura. Erano ormai due ombre il vecchio e l'asinello carichi d'umanità accumulata dentro. Camminavano nel silenzio pensando al domani. L'oggi era già passato pieno di speranze. L'asinello odorava l'ultimo fiore rimastogli negli occhi. Il vecchio sognava nella sera la gioventù trascorsa. Uno sguardo nella valle una campana in lontananza il viaggio continua ma l'asinello non raglia!
In un vecchio tronco di pioppo caduto a terra con la luna piena rivivono i sogni di un tempo antico quando l'aurora curava le ferite.
Giace a terra enorme pieno di vita. Buchi pieni d'insetti e formiche larve strane nate sotto le stelle, una famiglia di funghi ci vive dentro.
Io contemplo il gigante del vento, le sue foglie sono diventate vita le sue radici sono vene della morte dove un ranocchio canta la sua sorte.
Il tronco aspetta un'accetta mica per accendere un povero focolare, dove il nonno inventa il passato e una castagna scoppietta nelle mani.
Un pezzo di corteccia lo porto a casa: rughe del tempo maturate sotto il sole. Il cielo e il vento sono chiusi dentro questo pezzo di terra diventato legno.
Negli occhi di una Tua donna, Signore, ho trovato l'affetto. Ogni sera grido ai monti di non distrarla. Quando le Tue stelle cadono nelle sue mani un desiderio corre lontano senza parole. Soffriamo insieme sotto il Tuo sole. La sua mano nel mio dolore il mio dolore nei suoi occhi. Tutto, Singore, fugge in queste ore. Il giorno sembra muto, la gente buona, il cuore continua la Tua canzone. Solo noi due siamo gli stessi di ieri anime in corpi celesti con troppi misteri. Continua, Signore, a tracciare la Tua dimora in questa carne fatta di creta antica. Non farci abbandonare la nostra vita come cortecce d'alberi su acqua di laghi spenti. Il Tuo sguardo lavi i nostri occhi perché la vita è un dono che si vive in due. Donaci ogni sera il ricordo dei nostri volti: sarà uno specchio dove ritrovarci in tre: noi due, la figlia e Te.