Viveva con il vento ascoltando nenie antiche sotto palme del tempo. Camminava con la pioggia: un pezzo di pane con farina di banane e un ritornello nato fra la gente. Dormiva sotto le stelle con le croci del sud negli occhi e una canzone nata guardando i bufali masticare la notte. Sognava con l'aurora nei forti tramonti col rosso del cuore e il bianco della morte. Era mezzo cieco sotto il sole zambesiano con la musica nelle vene e un cristo nelle mani. Non so più niente resta solo il suo nome perduto nei ricordi. Sulla sua tomba rumori di tamburi e una musica senza ritorno.
Ho visto un uomo danzare col toro dietro una mantilla di una donna sola. Era il sogno d'una notte chiara col passo doble e morte amara. Correvano le ombre all'odore del sangue, las banderillas d'oro e musica di chitarra. Il torero danzava con grida ardenti inchiodando la spada nel muto silenzio. Gridano ancora il toro e la luna e il sole dorme in caverna oscura. Ho visto l'uomo danzare col toro: il giorno e la notte in canto d'amore.
Ci facciamo adulti sognando il domani legati a racconti con volti umani. Cappuccetto Rosso cresce con Barbablù, Pinocchio si diverte beffandosi di Belzebù. La Befana cavalca sulla luna piena durante le notti senza misteri. Ci facciamo adulti al ritmo di un ritornello perdendo ritmo e parole sognando un somarello. Un'avventura perduta nelle grotte del mondo, una giovane sfoglia un fiore in girotondo. Un'epoca cavalca sulla giostra umana e ci facciamo adulti insieme al gatto con gli stivali.
Cielo uniforme verde immobile. Un cigolio di carrucola, un arco in ombra. È un pomeriggio di un giorno di Agosto in una paese senza nome del deserto di Aragona. Un volo di falco un viso di donna fumo di sigaro pace profonda. Non ha colore il pomeriggio. Solo il sole nell'ombra secca e castiga l'umano cammino.
Ho messo il cuore in una barca all'ombra di un gran mango. Aspetto la voce della sera accompagnarmi senza rimpianto.
Lentamente va sulle onde del tempo il ricordo di una terra di creta con facce tagliate in legno di quercia e una chiave di ferro al muro appesa.
La barca abbandona la riva africana naviga in silenzio ai raggi di luna. Non so se la nostalgia è lucana o di terra equatoriale ancorata lontano.
Mi sveglio all'ombra di una capanna, non so se in questo corpo in cui vivo il fiume, la barca, la notte e luna sono simboli eterni o sogni senza paura.
Ho messo il cuore in una barca sperando di non essere Nessuno. Mi abbandono nel rosso del tramonto dolcemente in cerca di Qualcuno.