Poesie di Ileana Mihaela Almen

Operatore spa, nato sabato 25 ottobre 1975 a Alba Iulia (Romania)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione, in Proverbi e in Diario.

Bacio con profumo di mela

Stanotte, se mi senti, suono per te una melodia
strana come me, un po' cupa e piena di malinconia.
L'ho fatta per te, adesso a mezzanotte
sfiorando ad occhi chiusi il vecchio pianoforte.
Ascoltala adesso, domani me la scordo:
come dimentico le rime, mi perdo anche l'accordo.
Ti ho arricchito il baule di perle e segreti,
di frasi belli e falsi, a volte desueti.
E ci mancava dentro un diamante nero:
l'ho messo io e se me l'ho concedi
ti leggo anche il pensiero.
Adesso ascolta la musica e lasciati portare
immagina le frasi che scrivo sulla pelle
e fammi cambiare i verbi di ferro
in carezze, brividi mai sentiti e fantasie belle.
Il pianoforte continua a suonar anche da solo
e già le mie dita ti scrivono sul collo
parole inventate a luce di candela,
baci di strega strana, profumo di una Mela.
E se mi sognerai, non son una chimera.
Ileana Mihaela Almen
Composta giovedì 30 aprile 2020
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    Solitudine in due

    E se devo ridere, devo finire piangere.
    Stasera sento la solitudine in due:
    io e la mia ombra che l'ho fatta correre.
    E si allontana veloce, è sempre più lontana
    ché non riesco a sentire più
    il battito della vita, il suo polso
    al ritmo di caffeina e nicotina
    quando accende un fiammifero dentro il cuore.
    E se non vuole più battere
    se smette di bussare,
    forse vuole stare.
    Ileana Mihaela Almen
    Composta mercoledì 29 aprile 2020
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      L'occhio della Madonna

      Terra fresca.
      Odore di umido e morte
      su quella terra profanata da parecchie ruote
      che pressano e passano,
      ripassano, nascondono,
      in fosse abissali, cadaveri buttati.
      La plastica asfissia, annulla il pensiero
      anche di una fantasma che pregherebbe il cielo
      per un addio, un perdono o un sonno
      di una boccata di primavera o di ossigeno.
      Fantasmi muti, angeli ignoti
      nessun insegno, nomi o volti.
      Soltanto plastica e morti troppo morti.

      Dalla rugiada triste del mattino
      ritorna alle sue asiatiche origini un fiorellino:
      azzurro come il cielo che abbraccia il tramonto
      viola come l'iride che guarda luna piena
      tondo, intenso, pronto per un racconto.
      Così rinacque all'Iran "L'occhio della Madonna",
      speranzoso fiore dall'Asia sud-occidentale
      l'unica bandiera della primavera, segno vitale
      essenza di profumo, di tempo eterno,
      una lacrima sacra celeste che cresce
      laddove la morte parlare non riesce.
      Fosse comuni, cadaveri sigillati
      nessun altro lo sa dove sono buttati...
      L'occhio della Madonna riprende la corona,
      il suo regno, la sua terra e il vento caldo
      porta via la miasma di umido e morte
      e mormora frusciando la prima preghiera
      e fa risorgere all'alba anche la primavera.
      Ileana Mihaela Almen
      Composta lunedì 27 aprile 2020
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        Nontiscordardimé

        Nel cimitero comune con croci in plastica,
        in modo silenzioso, ha invaso un campo di fiori.
        Hanno coperto la terra, con le teste piccoline
        spuntate tra i sassi sparsi verso le colline.
        Li riconosci solo da vicino, talmente piccoli ci sono,
        e si nascondo tra le erbe se ti metti a guardarli
        e fanno finta che li viene il sonno.
        Niente no accade in mondo senza senso
        se ti domandi perché proprio là...
        Ti dice il loro nome quasi tutto
        son fiori di Nontiscordà'
        È la paura dei cadaveri sepolti
        che temono l'oblio e l'anonimato
        e questi fiori piccoli, azzurrini
        fanno le guardie dei spiriti e dell'abitato.
        Presenza loro è una meraviglia,
        una leggenda del ricordo di un nome,
        un urlo disperato verso il mondo, verso il Dio.
        Il Signore, dopo aver creato il mondo
        scese per dare un nome a tutte le cose.
        Ha dato nomi a tutti i fiori, ispirato dai colori e profumi
        ma quello piccolino, azzurrino, anche a Dio li sfuggì.
        Triste e intimidito, visto che Dio se ne andò,
        chiamò dicendo: "Signor, ti prego! Non ti scordare di me!"
        Dio rispose, poi benedicendolo, se ne andò:
        "Così come ti sei rivolto al Signore,
        così per sempre tu ti chiamerai: Nontiscordardimé!"
        E sapendo bene quanto è facile dimenticare
        i fiorellini delicati di colore come un abbraccio
        tra il cielo soleggiato e il mare,
        ci tengono la mente fresca per non scordare
        la cenere dei crematori buttata in vento o sul mare,
        per non dimenticare il 2020 e tutti i morti,
        parenti, amici, sconosciuti o i vagabondi.
        Tutti abbiamo perso un po' di tutto
        ma se perdiamo anche la memoria,
        i sacrifici perdono il valore, il senso
        e tutto viene cancellato, viene perso.
        Non scordiamo i morti, sono sempre i nostri!
        Incinerati o sepolti, con croci in plastica e senza nome,
        fosse comuni o lettere dorate e corone enorme.
        I morti sono morti e sono uguali,
        siamo noi diversi, profondi o superficiali.
        Ileana Mihaela Almen
        Composta lunedì 27 aprile 2020
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          Tutti i giorni quando vado a piedi nudi
          per svegliar con l'acqua fredda gli occhi ancor socchiusi
          ritrovo quadri, bambole di stoffa e altre meraviglie
          pazzi ricordi, gioia, nostalgia
          Alcuni sono i miei,
          altri sono dalle famiglie dei sogni
          che si attaccano di notte al soffitto.
          E. la mattina non saprei che è mattina
          se qualche voce della casa
          non scapperebbe sulle labbra
          un bel "buongiorno".
          Allora mando a dormire il sogno.
          Ileana Mihaela Almen
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            Torna a casa!

            Sei uscito con la nave spaziale per portar qualcosa di speciale
            per il compleanno della piccola selene e un alberello vivo per Natale.
            Però, amore, guarda sulla terra è arrivata già la primavera...
            ma non è questo, qui il tempo non scorre come sulla terra
            me hanno detto che hai avuto con un'altra nave, guerra
            che tutto è andato male che tutto è distrutto,
            che non c'è tempo da sprecare che l'universo è in lutto.
            Che tutti quanti sono morti perduti tra le stelle
            e sulla terra son cadute migliaia particelle
            i resti si trasformano in aghi e coltelli
            nei virus invisibili, potenti come i ferri
            e per la gente son i forti, temuti guerrieri.
            Il tuo posto non è là, devi tornar a casa!
            Senza capire dove siete, avete ucciso in massa
            la gente piange in ginocchio, i morti nella cassa.
            È troppo fumo, troppo chaos, hanno pers ogni speranza
            raccogli ogni particella, seguimi la voce e torna casa
            selene aspetta il regalo, ci manchi da morire.
            Ma per il mondo non sei altro che simbolo della fine.
            Stanno per arrivare. Ti porteranno a casa
            ti faranno un intero, com'eri una volta
            apri piano le gabbie, segui le voci che ti chiamano
            dal ricordo del nostro amore.
            Mi sono messo i tuoi capi, per essere sicura che non puoi fallire
            per non dimenticare il tuo profumo, per star tranquilla che vuoi venire.
            Voglio che tu sia tutto come prima, voglio l'uomo che cerava un abete per Natale
            voglio il tuo amore che mi sa togliere il respiro che mi strozza il collo di passione e mi asfissia di baci
            basta se torni, ricominciamo tutto da capo
            faremo un nuovo mondo per tutti che hanno perduto il loro.
            Un altro universo parallelo per continuare vivere a lungo e in buona salute
            nella convinzione che tutto è stato solo un sogno verso il paradiso.
            Niente non sarà come prima, ma avranno l'amore
            saranno felici con i loro cari, con l'intera famiglia.
            Li porteremo anche la primavera rubata e forse, capirà, ognuno a modo suo, che tuttò sto disastro è stato un incidente.
            Ileana Mihaela Almen
            Composta sabato 28 marzo 2020
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              Sbocciano fiori di pietra alle mie dita

              Sbocciano fiori di pietra alle mie dita
              mentre con lo sguardo bevo il cielo che mi nutre
              con voli di tulipani
              e distese di grano
              che allargano i miei polmoni in campi di carne.

              Busso alle porte del tuo segreto
              con rintocchi di campana
              e grida di cornacchia
              e scheggio le mie unghie sulla corteccia.

              Ho piedi marini e braccia come sentieri
              mentre i miei capelli stormiscono alle cime degli alberi
              ed il mio viso si scioglie
              nella corrente dei fiumi.

              La luce del sole nutre la mia pelle
              dove riposa ancora latte di stelle
              ed il sospiro della notte
              che tutto trova e tutto perde.

              Busso alle porte del tuo segreto
              con rintocchi di campana
              e grida di cornacchia
              e scheggio le mie unghie sulla corteccia.

              Esploro il tuo viso nel riflesso delle foglie
              ed ascolto la tua voce nella caduta del sasso sul fondale;
              così catturo un volo di polline
              per fartene collane e bracciali
              ed incendio cataste di fiori per vestirti di fumo.

              Nella radice dell'occhio vive la tua presenza
              e nel cavo delle mani mi riscalda la tua assenza:
              mi siedo sulla terra e bevo il tuo segreto
              fatto di pietre e grano.
              Ileana Mihaela Almen
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                Il cielo è nero fumo che voltola, sfiocca, imperversa
                come a un fiato d'incendio. Corron ruote di cenere
                per l'infinito campo: borghi d'ocra e fuliggine
                si riproducono e ripercotono.
                Tutto fugge come a un fosco mare.
                Le case impallidiscono di spasimi sulle montagne,
                mostrano i mille occhi alle palpebre chiuse,
                i lampi sono rosei
                come i filari efimeri delle gambe alle ballerine
                in passo finale.
                Le folgori sono come bisce verdi e violette
                spesso han vene di sangue a capo, a coda. Sparve
                la scena dè monti lontani.
                S'opaca la distanza.
                Eccoli dispariti.
                Una dolomia, sola, il chiaro picco mantiene, alto,
                in un canto de la nerezza, teso.
                Piovon tutte le acque,
                a gocce, a schegge, a frecce, a micce ebbre di fuoco.
                Gli uccelli fuggono gli occhi accesi dei gatti saliti sulle piante:
                i gatti fuggono le spire di bragia
                delle folgori:
                le foglie degli alberi tremano per l'universo.
                Io m'abbandono
                a tutti i fiumi oscuri di me stesso che straripano.
                Ileana Mihaela Almen
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                  Meglio l'isteria che la pandemia!

                  C'illudiamo tanto nella vita
                  mentendo spesso e volentieri.
                  È ora scrivere con dei sorrisi e le dita
                  'na storia fatta con mattoni di pensieri,
                  di desideri forti, anche folli
                  che non si perdono sui sentieri
                  di solitudine e di controlli.
                  Fingiamo che ci piace sta vacanza
                  che non esiste una pandemia
                  scriviamo col termometro per aria
                  ch'è solo una maledetta allergia.
                  E se hai pianto troppo i tuoi cari
                  da colpa all'astenia, all'isteria.
                  Vedrai che il virus perde la corona
                  vedendo scritto ALLEGRIA.
                  Ileana Mihaela Almen
                  Composta martedì 7 aprile 2020
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