Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor
Solo il mio cane
non m'incolpa di essere
invecchiata.
Composta giovedì 26 maggio 2016
Solo il mio cane
non m'incolpa di essere
invecchiata.
Tacitamente
appaiono le stelle
avviene e basta.
Scende la sera
lento ondeggia la barca
rema il silenzio.
Oltre le pendici
della montagna azzurra
dolci ricordi
Il profumo di pino
un masso nudo, un fiore.
Tremano le mani nel grembo
il cuore non connette con la mente,
e gorgogliano parole torbide
nel sudicio,
nelle vene del destino,
che sbocca nel mare agitato
dell'anima,
che trova sprangate la porta
del luminoso infinito,
perché non ho spiegato le ali
a volare in alto,
nel limpido cielo
della vita.
Voglio che il mondo sappia di me,
che ho vissuto una vita squallida,
senza gloria,
senza con un mio piccolo merito
di essere umana.
Ho camminato a lungo
in me tutti i sogni del mondo
e non ho visto il colore del cielo
dal velo opaco del male
sui miei occhi
e con crudel ferite dolenti,
che mai lottato per la libertà
E mi viene da ridere,
se c'è ancora qualcuno
che crede negli angeli,
quando la bomba che scoppia,
e il mare inghiotte le speranze,
l'amante uccide l'amorosa donna,
e i bambini giocano con il telecomando,
e l'ingiustizia inaudita
senza timore può uccidere.
Il mondo è come un cane randagio
pieno di pidocchi e sanguisughe
e muore lentamente
davanti agli occhi indifferenti
questa umanità demente.
Prende il loro cuore
e semina dentro l'odio
l'odio per Dio,
ma non è per il suo,
che non è il nostro,
chi fa esplodere la vita,
le sue e di altri,
per vendicare le ingiustizie
che il mondo d'interessi,
le serve sulla tavola rotonda,
e sul piatto d'argento
cuori sanguinanti della gente,
che ama la pace
e tende le mani,
chi ha bisogno.
Sola,
seduta sulla riva di splendido lago,
d'intorno tutto tranquillo,
e la l'acqua limpida rispecchia cielo e monti,
e pensai,
questa mia vita turbolente, fatta di tante avventure vissute,
nella mia terra
dove è il cielo brilla azzurro
e il sole splende magnificamente,
e i prati verdi lacrimano rugiada,
e i boschi chiacchierano del mondo
e sospirano le rocce battute dalle onde agitate del lago
La bellissima notte avvolgendomi di pace mi consola,
e lacrimando sospirai,
sulla sponda del lago Balaton
dove la mia anima non trova pace
in questa doppia vita,
di poesia e
nostalgia dolente.
Il poeta
lavora con il cuore,
e non bada alle spese,
solo alle parole,
che suonano nella mente
meravigliosamente,
un canto d'amor
carico d'emozione.
Il poeta rapito in visione alla divinità,
non bada alle spese,
e raccoglie i canti
dalla sorgente
della ispirazione
celestiale.
Sempre più piccola la mano alzata in un saluto d'addio
nella distanza crescente,
sempre più forte il mare in tempesta dentro di me,
smarrita nel diluvio di amarezza
cercando di arrivare alla porta.
Tra cielo e terra la strada è lunga e faticosa
piangendo nel cuore,
e singhiozzare nell'anima sospiri.
Ma dopo lo sfogo della selvaggia tempesta
ed emergendo dalle profonde acque di tristezza,
torna azzurro il sereno
e la distanza cambia con la vicinanza,
e il grigiore con la voglia di un abbraccio,
una porta che si apre
e l'immenso fedele amoroso,
con gioiosi salti scodinzolando,
il affettuoso benvenuto di mio adorato tesoro
Milo.