Smonta il Circasso ed al destrier s'accosta, e si pensava dar di mano al freno. Colle groppe il destrier gli fa risposta, che fu presto al girar come un baleno; ma non arriva dove i calci apposta: misero il cavallier se giungea a pieno! Che nei calci tal possa avea il cavallo, ch'avria spezzato un monte di metallo.
Non furo iti due miglia, che sonare odon la selva che li cinge intorno, con tal rumore e strepito, che pare che triemi la foresta d'ogn'intorno; e poco dopo un gran destrier n'appare, d'oro guernito e riccamente adorno, che salta macchie e rivi, ed a fracasso arbori mena e ciò che vieta il passo.
Ella è gagliarda ed è più bella molto; né il suo famoso nome anco t'ascondo: fu Bradamante quella che t'ha tolto quanto onor mai tu guadagnasti al mondo. - Poi ch'ebbe così detto, a freno sciolto il Saracin lasciò poco giocondo, che non sa che si dica o che si faccia, tutto avvampato di vergogna in faccia.
Mentre costei conforta il Saracino, ecco col corno e con la tasca al fianco, galoppando venir sopra un ronzino un messagger che parea afflitto e stanco; che come a Sacripante fu vicino, gli domandò se con un scudo bianco e con un bianco pennoncello in testa vide un guerrier passar per la foresta.
Qual istordito e stupido aratore, poi ch'è passato il fulmine, si leva di là dove l'altissimo fragore appresso ai morti buoi steso l'aveva; che mira senza fronde e senza onore il pin che di lontan veder soleva: tal si levò il pagano a piè rimaso, Angelica presente al duro caso.
L'incognito campion che restò ritto, e vide l'altro col cavallo in terra, stimando avere assai di quel conflitto, non si curò di rinovar la guerra; ma dove per la selva è il camin dritto, correndo a tutta briglia si disserra; e prima che di briga esca il pagano, un miglio o poco meno è già lontano.
Già non fero i cavalli un correr torto, anzi cozzaro a guisa di montoni: quel del guerrier pagan morì di corto, ch'era vivendo in numero dè buoni: quell'altro cadde ancor, ma fu risorto tosto ch'al fianco si sentì gli sproni. Quel del re saracin restò disteso adosso al suo signor con tutto il peso.
Non si vanno i leoni o i tori in salto a dar di petto, ad accozzar sì crudi, sì come i duo guerrieri al fiero assalto, che parimente si passar li scudi. Fè lo scontro tremar dal basso all'alto l'erbose valli insino ai poggi ignudi; e ben giovò che fur buoni e perfetti gli osberghi sì, che lor salvaro i petti.
Così dice egli; e mentre s'apparecchia al dolce assalto, un gran rumor che suona dal vicin bosco gl'intruona l'orecchia, sì che mal grado l'impresa abbandona: e si pon l'elmo (ch'avea usanza vecchia di portar sempre armata la persona), viene al destriero e gli ripon la briglia, rimonta in sella e la sua lancia piglia.
- Se mal si seppe il cavallier d'Anglante pigliar per sua sciocchezza il tempo buono, il danno se ne avrà; che da qui inante nol chiamerà Fortuna a sì gran dono (tra sé tacito parla Sacripante): ma io per imitarlo già non sono, che lasci tanto ben che m'è concesso, e ch'a doler poi m'abbia di me stesso.