Le migliori poesie di Nelson Padoan

Artista, nato lunedì 9 febbraio 1987 a Mestre (VE) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Nelson

Due ore

Due ore
per parlare del mondo,
per discutere sul niente.
Due ore
per chiudere una porta,
per aprire un varco
tra due identità.
Due ore
per disegnare un volto,
per imparare a baciare,
per morire steso
in un campo di grano
tra foglie mature
e sentieri di plastica.
Due ore
per tornare a casa
da quel mondo lontano,
da quel colle sperduto
da cui si vede tutto,
da cui posso volare.
Due ore,
due ore ancora
e potrò dire
di aver vissuto in eterno.
Due ore
e potrò sentire ancora
quel vento contro,
quel calore innato,
quel suono cupo
di cui ormai
sono perdutamente
innamorato.
Nelson Padoan
Composta martedì 5 marzo 2013
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    Scritta da: Nelson

    Una lenta morte

    Penetro nel suono
    come una cuspide affilata,
    come un angelo dimenticato
    dalle grazie del firmamento.
    Lento, mi lascio scolpire,
    stendere, rilassare.

    Mi lascio andare, in questo bagno
    di gioia luminosa, chiudendo gli occhi
    per vedere nel sonno quello che accadrà.

    Le mie membra si fanno leggere,
    s'abbandonano lievi nel vento,
    come foglie variopinte, colpite
    dalla rugiada durante il mite autunno.

    Ascolto la mia pelle vibrare
    come tante farfalle migranti.
    Leggo, dolci suoni vaporosi
    mentre macchine infernali
    costruiscono gabbie d'acciaio
    per i miei sogni, per la mia notte.

    Odo vascelli imperiali
    solcare le tiepide acque
    di questo madido pensiero.

    Muoio in un deserto di ghiaccio,
    in una culla di profondi respiri,
    mentre cavalli meccanici, forgiati
    in ferro e avorio, cavalcano con furia
    le mie vertebre doloranti, corrose
    dall'acido del battito ancestrale.

    Una folla mi acclama,
    sorride eterea
    durante la mia passione.

    S' apre una porta tra le nubi,
    un cancello di luce
    al di sopra dei volti
    e delle foreste innevate.

    Sciolgo qui le mie vene,
    in un canto di cigni lontani,
    guardando il cielo incupirsi
    e le madri morire, davanti
    i propri figli, i loro avi
    e questa marcia di cadaveri ansiosi.
    Nelson Padoan
    Composta venerdì 16 novembre 2012
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      Scritta da: Nelson

      Come una cometa

      Come una cometa,
      dentro e fuori.
      Sei passata davanti ai miei fari,
      veloce, come una piccola volpe
      che attraversa la strada di montagna.
      Forse per paura di essere travolta,
      forse perché non sai vivere abbastanza.
      Sarò io che non ho capito niente,
      ma non posso fare altro che tirare dritto
      e tu sei già lontana nel bosco.
      A volte ci ripenso, invidiandoti,
      geloso della tua corsa e della tua forza.
      Sei nata per attraversare il cielo,
      io per star qui, seduto,
      sperando che tu ripassi.
      Nelson Padoan
      Composta giovedì 27 agosto 2009
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        Scritta da: Nelson

        Un cosmonauta dimenticato

        Braccia conserte
        davanti una luce digitale,
        chiuso dentro questo guscio;
        chiuso in una cabina spaziale
        dimenticata sulla terra.
        Sottolineo qualche riga,
        di questo decalogo,
        di questa vita che mi aspetta.
        Là fuori l'atmosfera non è respirabile,
        qui dentro vivo dei miei sospiri,
        delle mie parole.
        Un altro giorno da segnare,
        un diario di bordo che conosco a memoria.
        Leggo per non dimenticare,
        scrivo per rimanere sveglio.
        Non so quanto si possa andare avanti,
        non so per quanto tempo ancora,
        non so più nulla.
        Perché sono qui?
        Dove sono tutti quanti?
        Non c'è più nemmeno il sole.
        Rimangono soltanto le mie parole,
        le mie pagine, i miei sogni.

        6 Settembre, anno 2014 – Continuo a ricordare.
        Nelson Padoan
        Composta domenica 6 settembre 2009
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          Scritta da: Nelson

          Risveglio mentale

          Illuminanti pensieri sorgono
          carezzando il mio ego,
          spolverando le mie tensioni,
          inspiegabili gesta.
          Immacolate concezioni
          di beata follia, candide storie
          di putrida luminescenza.
          Vago nel mio manto cerebrale
          assaporando i teneri frutti,
          cogliendo le bacche acerbe
          e le dolci note dei ricordi.
          Nuoto in un mare nero,
          liquoroso e sottile.
          Affogo nelle mie ceneri,
          risvegliandomi nudo
          in un letto nuovo.
          Nelson Padoan
          Composta sabato 13 ottobre 2012
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            Scritta da: Nelson

            Il desiderio di un prigioniero

            Un cielo plumbeo
            mi sporge, sapiente,
            quel senso di decadimento
            interiore che m'ammalia,
            mi storce. Mi rende libero
            in un vaso di fango,
            fiero, in una discarica di
            discordia e malumore.
            Giudico, senza potere,
            dalla finestra aperta
            sul cortile accanto,
            nutrendo la mia bile
            con altro acido
            e frutta secca.
            Deglutisco amaro,
            mordendo sabbia
            e polsi di mummie
            ricoperti al cioccolato.
            Quale merenda migliore
            di quella fatta
            con il risentimento
            e le parole.
            Quale angoscia
            mi porterà via
            il bicchiere vuoto
            e quale colore
            abiterà le periferie
            della mia prossima tela.
            Non ho potere
            sotto questo convoglio
            di nubi e grigie abitudini.
            Non posso nulla
            oltre queste sbarre
            che m'ingabbiano
            e appiattiscono
            il desiderio creativo
            di seminare zizzania
            e orrore tra la razza umana.
            Nelson Padoan
            Composta mercoledì 27 marzo 2013
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              Scritta da: Nelson

              Siamo un solo vagone

              Grilli, cicale e folletti.
              Questo mondo infinitesimale,
              giocato su atomi
              e bicchieri di birra,
              comincia a darmi sui nervi.
              Ruoto la giostra e pago,
              un altro biglietto,
              la prossima entrata per l'inferno.
              Seguitemi voi,
              che non avete colpe,
              che credete nell'inganno,
              che volete tutto
              e non potete nulla.
              Io sono ubriaco di volontà,
              di passione, di mancate cure.
              Seguitemi voi,
              che vagate tra le particelle,
              che vi sentite vivi,
              dopo la morte,
              dopo la finzione.
              Siamo reali,
              siamo zollette di zucchero.
              Siamo figli del fango,
              siamo e saremo sempre
              un solo unico vagone
              che precipita nell'infinito
              della disperazione celeste.
              Nelson Padoan
              Composta venerdì 17 febbraio 2012
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                Scritta da: Nelson

                Sono solo

                Un faro rosso oltre le sbarre,
                una prigione di fuoco tra serpenti,
                sassi e letame. Piango,
                sommerso tra le fronde
                di una foresta eterna, di una vita
                legata a questo acciaio. Messico,
                strade perdute e qualche macchina,
                qualche birra e qualche sigaretta.
                Sono solo un uomo, un uomo
                che ha commesso un peccato;
                sono una voce tra le tante,
                tra la folla. Sono una foglia,
                sono una goccia, un cane
                e una canzone. Sono
                un viaggio in treno, una pistola,
                un disonesto e un cantante.
                Sono un poeta, un pittore,
                un amante. Sono, sogno
                e osservo, spero;
                sono prigioniero, sono solo.
                Nelson Padoan
                Composta venerdì 27 luglio 2012
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                  Scritta da: Nelson

                  Nella stanza di Fred

                  E poi mi rianima il corpo
                  quel calvario ancestrale
                  fatto di suoni ricorrenti
                  e longitudini invertite.
                  Giallo su verde, su nero,
                  su bianco. Rosso e blu,
                  coloro per diletto, la tela,
                  il tempo. Sincronizzo
                  suoni a se stanti e macchie
                  di sudore invecchiato.
                  Logoro, il cavalletto
                  vecchio stile, la tenda
                  sul cortile acceso
                  dal sole delle cinque,
                  dall'inverno primordiale
                  che raccoglie perle
                  e scaglie di bambù.
                  Ritorno a lavorare,
                  guardandomi dalla finestra,
                  spiando tra le sillabe
                  e la balbuzie infantile.
                  Rosso, giallo, verde.
                  colore a caso, colore distratto.
                  Un uomo solo che osserva
                  il suo corpo cambiare,
                  tra pareti dense, giochi di luce
                  e variopinte forme
                  di dipendenza alcolica.
                  Smettila di fumare Fred,
                  non ti fa bene.
                  Nelson Padoan
                  Composta mercoledì 27 marzo 2013
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