Sono, in questo istante, quel che avrei voluto essere da sempre, innamorato, di una donna, che percorre strade inventate dal cuore per poter sognare, e il cuore in petto mi cattura, lo stringe a se, lo rende schiavo, legato, e ad ogni battito che sento, vivo, libero di amarti. E allora scrivo, per te, canzoni di parole a fuoco impresse dentro le mie stesse dita, che toccano, vibrano, ricercano armonie che ti somigliano, le stesse dita che si meravigliano a sentirti esistere, vicino, a me. Scrivo del tuo respiro, sentirlo addosso come fosse pelle del mio corpo, fuori, dentro, vestirmene nella mia stessa mente, e disegnare quelle immagini che nascono a pensarti, a sentirti, e appartenergli, e appartenerti. Io lo so, vivrò per sempre nei tuoi occhi, per sempre dei tuoi occhi, altro non importa, assume essenza d'ombra, tu sei, semplicemente. E io sono, con te.
Il suono delle tue parole, Se c'è qualcosa che vorrei non smettere di poter ascoltare, è questo.
Ho imparato a conoscerne i riflessi, rossi accesi di desiderio, o di irrequietezza, bianchi sorridenti o anche azzurri, e neri. Neri quando preferisce spegnersi.
Fin dal primo istante, la mia logica, mi ha fatto considerare la possibilità di un nero perenne da ascoltare, infine, e da allora so, che quel nero assorbirà i miei occhi, e farà a pezzi un cuore che si ostinerà a voler far scorrere sangue solo per te, come adesso, e per sempre.
Ed io lo seguirò all'inferno.
Forse è il mio destino cercare la strada più certa per l'abisso, forse le mie stelle, non sono che il contorno ad indicarla, e l'oscurità ad attrarmi col suo affascinante mistero mai completamente svelabile.
Che sia la gioia più immensa a poterne mostrare il sentiero altrimenti segreto? Che sia l'amore e la consapevolezza di esistere perché importa all'amore stesso, la chiave per il passaggio?
Io ti ho trovata qui, tra macerie di dubbi e certezze mischiati, e la tua mano sul cuore non ha mai più perso la presa.
Sai, che quando hai in mano i suoi battiti del petto, puoi fare quello che desideri di un uomo. Devi sapere, anche, amore mio se non lo sai, che tutta la mia voglia di vivere è nascosta in ogni singolo battito, e che ognuno suona, solo perché le tue mani posseggono il mio cuore, altrimenti starei zitto in petto, e parlerei con la mia voce senza senso.
Io non ti resisterei. Lo sai, e lo hai sempre saputo, nessuno può farmi male, tranne te.
Tu puoi prendere il mio sangue, e renderlo infetto, farlo scorrere nelle mie vene fino ad imputridirmi, per poi danzare sulle mie ossa marce. Puoi tagliarmi la carne, pezzo dopo pezzo, e ricostruirmi come desideri, anche senza senso, anche senza forma.
Puoi chiudere il mio cuore nel tuo petto, e farlo battere al tuo tempo, o farlo smettere, per sempre.
Sono stato il mio più grande avversario, l'unico capace di sconfiggermi, di darmi la morte, per le cose, e per i sensi. Era la mia più grande forza.
Non c'è più, da quando ho paura di poterti perdere, Adesso che ho te, vivere non è mai abbastanza tempo per restarti accanto.
E starne senza non sarebbe possibile.
Per questo potrai farmi tutto, l'amore più intenso e profondo e il male più estremo e perverso.
Potresti anche abbandonarmi, e farmi dissolvere nel bianco, dove resterei con tutta la mia oscurità, senza più esistere.
Griderei tutto l'odio che ho dentro, fino a spegnere ogni sogno, e poi scomparirei.
Amica del cuore, dimmi dove sei adesso, non ti vedo più perché, ho chiuso dentro me di nuovo il mondo rifiutato, mondo che ho dimenticato, perché vivere, non è cosa che mi riesce facile, con tutti i miei discorsi sulla verità, con il dubbio eterno sulla libertà, con il mio conoscere di me, del mio martirio dentro.
Amica del cuore, dimmi, ce l'hai fatta almeno tu, della tua libertà, di vivere secondo quel che sei, compresi vizi e dubbi, e sentimenti e sogni ed i pensieri tuoi, senza restare ad ascoltare chi non vuoi, perché il mondo è di chi il mondo prende, di chi vive quel che vede in se, ma se vedi dentro me, forse capiresti che, c'è chi ha voluto perdere, perché ce l'ha scritto dentro.
Amica del cuore, io vorrei vederti ancora qui, punto fermo che non cambierei, ma se vado in fondo, morirei, non vorrei scoprirti dentro i sogni miei, li tradirei, li venderei, li ucciderei, rinnegherei ogni mia speranza, resterebbe solo la realtà, che per me non ha pietà, che per me non ha.
Amica del cuore, dimmi quello che vuoi, io ti ascolterò.
Follia. Pura follia, restarsene a guardare i tetti a cadere negli spazi, vuoti, e tutt'intorno a urlare per discutere ogni cosa a senso unico, diretto solo per parlare, che di risposte non prevedi di ascoltare, ne pretendi di sapere. Stupida follia premeditata, incombe dentro, e ha già nutrito, fuori si consuma solo quel che al tempo resta appiccicato, e sfuma nei ricordi, facce esilaranti a maschera d'ottoni riflettenti, li riconosci dai deliri di te stesso, e il segno si è lasciato, scritto in ombra bianca, dimenticato.
Senza pietà, dal momento del pianto della nascita, illusioni confuse tra sogni e realtà, sorridenti maestri di normalità, deludenti certezze accompagnano età.
Non si ferma, cade a terra, si trasformano stelle.
Cerco angeli dentro lividi, rubo sogni ai sogni e sogno di perdute libertà, chiedo favole, contro lacrime, vedo limiti oltre illimitate santità, piango uomini, prego uomini, vendo chiacchiere e parole di presunta verità, credo a modo mio, non esiste Dio, vive solo perché a vivere all'inferno siamo noi.
Ricostruirò tutto quello che il gravido mondo, di suono, ha perduto. Sentenzierò attraverso i miei atti d'insana devianza, la fine. Brucerò l'anima al fuoco vivente, che accoglie i lamenti del cielo. Navigherò verso mari d'ignote ragioni di me.
Questa vita, ruba al misero e misericordia non ha, cresce al sole ma alimenta l'oscurità.
Cambia pelle, morde fango, si traveste ribelle.
Cerco angeli, trovo demoni, sogno di rubare l'anima a dei dell'eternità, verso lacrime verso fantasie, lego le mie ali al cuore e volo via, odio uomini, perdo umanità, contro regole oppongo la mia sola falsità, credo a modo mio, non esiste Dio, vive in terra e in ogni luogo, ma a cercarlo siamo noi.
Nome di Dio, nomino anch'io, bestemmierò nel silenzio che assale e corrompe i pensieri dell'insanità. Padre mio, sangue verso, ringrazierò.
Integrità, moralità, vitalità, fuori dai coglioni, virilità, diversità, mediocrità, basse prestazioni,
io son nato dentro una prigione intorno e non ho voglia di lottare contro il mondo, io son nato stanco di passare il tempo e non ho voglia di cambiare per il mondo.
Corri laggiù, risali su, e fallo anche tu, defenestrazioni, con la magia, con l'energia, la fantasia, putride illusioni, non ha più alcun senso stare ad ascoltare chi non se la sente, chi non ha mai niente
da considerare, meglio non parlare ma dimenticare chi non può capire che son nato dentro gabbia d'oro e fango e non ho tempo per sparare a tutto il mondo, per sentito dire, ma vai a cagare non è più il momento di piangersi addosso, non può avere senso rivoluzionare l'esistenza stessa di chi sta a guardare
uguaglianza, fratellanza, vecchie tradizioni per la libertà, martirizzazioni. Acqua di sorgente, ne berrò alla fonte, pane mendicato non verrà mangiato.
Mura di sangue di bestie accoppate accoppiate scappate dal progresso umano che non ha confini che segnano il limite della civiltà senza freni morali, mortali, come un bambino che schiaccia formiche come un pastore che beve il vino di pecora.
Può dire se esiste una vita migliore, che aspetta negli angoli bui delle strade che hai scelto, senza domandare a nessuno di fare da guida, nessuna risposta se chiedi chi sei diventato,
nessuno, nessuno, nessuno...
sarà proprio adesso a cercare se esisti, conflitti di regole infrante dal basso del cielo, che osserva, e nasconde le stelle che sogni di prendere, quelle più belle, più vere, che dicono al mondo, che il mondo non è di nessuno,
nessuno...
è nero il colore che tinge le mie sensazioni, che aspetta di trovare posto, manifestazione di pezzo di cielo che cade nel vuoto di un cuore già dato perduto, che è stato venduto.
E sentirai nel petto briciole di gioia, le sprecherai per vivere della miseria dei tuoi desideri, mistificazioni delle tue speranze, sogni che non puoi raccontare a nessuno.
È così, ogni volta che sento di lei, non vorrei mai lasciarla, che ne leggo le frasi, descritte, e mi sento di esistere, appieno, la sua assenza reale, è un passaggio forzato al sognare, desiderio di poterla vivere, accanto, per sempre.
Non chiedetemi niente, non comprendo domande, ne contemplo risposte da darvi, le ho soltanto per me, hanno un unico suono, stesso significato, La mia stessa vita, la mia stessa vita.
Si, vita, proprio quella che sento iniziata, dal momento in cui l'ho incontrata, dal momento, che ha percorso i sentieri del dentro di me, dall'istante immediato in cui l'ho sentita.
È bellissima, bellissimo è esserle al fianco, ascoltarla, sognarne di nuovo a incontrarla, desiderarla, sentirsene attratti, avvinti, pervasi, mi copro della sua essenza, e cammino ovunque mi porti la strada.
Senza nessuna vergogna, nessuna paura, forte del mio sentire, anima in fiamme, cuore riempito di sangue, nascità in petto, lo sento, son nuovo, diverso, son quello che prima a guardare gli specchi, restava nascosto.
E lei è così, infinito sentire di essere, sempre diversa se stessa, trasmette, travolge perfino, trapassa il mio corpo, e ne restano macchie indelebili, come simboli marchiati a fuoco, io la sento, è con me, mi trascina all'inferno,
di quel tipo che ho sempre sognato, che ho sempre cercato.