Porti con te, La naturale eleganza di una rosa, lo sguardo di tutti in te si posa. Ragazza bella affascinante Occhi, scintille di diamante. L'eleganza esaltata da ogni dettaglio Accecante come un abbaglio. Come profumo di peonia è la tua essenza Di quercia la tua intelligenza. Il corpo tuo effimero e buono Si muove danzante spargendo suono. Illumini il mio viso con i tuoi sorrisi Di riflessi languidi e decisi.
Voglio guardare la stagione nel sole Le nuvole sostare dallo spettacolare cielo. Voglio fermarmi a pescare raggi del sole, lanciarli come missili nella buia città. Voglio mangiare con te le nuvole Distesi a guardare il sole se ti va. Il pomeriggio sta finendo, l'arancione infesterà. Solitudine tu scendi Con l'ombra dell'infelicità. Ho giocato tutto il tempo della stagione Di cadere non mi va.
Alienato è il dolore che cerco di spiegare, Picchiato come un sasso e da quel calcio si è allontanato Per arrivare nello sciame dei passanti della domenica mattina. Erano i miei aspetti di una vita che non ti aspetti, aspettava troppo e non aspettava lei. Attendeva col corpo steso sulla terra fertile coperta dalla pietà di un ramo di budlera. Era nel giardino delle cazzate quelle che me le sono inventate per non morire. Non volevo morire! Con le mani che soffocavano un pensiero cullato dal petto e messo a dormire. Ho disegnato un intrattenente lungo giorno. Verde e disgustoso il sangue del futuro è la mia prospettiva, gocciola il vino dalla bocca del serpente. La bellezza del sorriso triste e sordo è il mio bastone. Si drizza la schiena e si colora la fronte.
Sto piegando la schiena Per toccare l'occhio del destino. Ho parlato al sordo di uno schiaffo che non so perdonare, la signora indifferenza mi passò d'avanti ridendomi in faccia.
Perché i tuoi occhi, quando si soffermano nei miei... Era solo un attimo distratto... Sono cascate di cielo piene di stelle d'agosto? E si infrangono, e si distendono, sulle linee del mio volto che contemplano e ammirano il fuoco che con amore pervade. Perché nascondi le parole con pugni stretti nelle tasche? Sui tuoi passi erano i fiori che spargevo per fare sublime il tuo rispondere. Tra le tue e le mie mani si prevede il tempo del nostro amore. Parlami del tuo giorno migliore mi farò immagine della tua felicità.
I mondi che attraversano, E i corpi che fuori restano. Tra le dita l'alba spiavo, Lacrime veloci assaggiavo. Era nuda come un tempo estraneo, Un fervido dolore così momentaneo. Che di ascoltare il rumore che mi porti, Che di calpestare i frutti morti, Io non mi stanco. Poggia il sentimento come un vaso su un tavolo bianco. I piedi fatti di capelli e sabbia, La faccia che ha preso pugni è di rabbia. Il cigolio di una porta che balla nel vento, Il suo volto pieno di spavento. Piange la luna con i suoi crateri, Sepolti e profondi sono i suoi misteri, Nel respiro della notte resta il segreto, Sussurra parole di un antico alfabeto. Cupo splendore Pungente e buono il suo odore. Mi porti il fuoco Mi porti una strada che si apre dal vuoto.
Non ride il mio dolore, Non rinnega il mio amore. Perché la barca dolce naviga in un lago di pensieri. Come alghe fluttuanti negli abissi tetri poi riemergi e luce densa veste il tuo corpo. Il cappello che ripara dall'inverno. Ho pensato e ho mangiato lentamente, un ora nottambula e depressa. Vorrei, come un fiore, Che lentamente s'apre e nuda e tremante Si fa ammirare. Io ti attendo le tue dita, Che pettinano le lacrime disordinate del giorno. Era inchiostro sparso sul pavimento, Il tappeto che accompagnava i tuoi passi. Lanciami nell'aria Fammi esplodere dentro una bomba. Ho strappato via immagini Per lasciare liberi i polsi. Non vedo più le vene. La saliva che profuma il tuo risveglio. Pozione idilliaca del nostro amore. Si sciolgono le vesti Narici nuove a primavera. La tua schiena è il mio tetto. La dimora di un nuovo dolore dal profumo pungente e metallico è il mistero. Un mantello ci proteggeva dalla tempesta dei tuoi forse. Mi parlavi di promesse in autunno, mi dicevi che è viola tinto il tuo risveglio. Ora come un saggio parla, Il vecchio cuore che coi pugni ha strappato ancora alla morte il suo destino. Nessun rumore.
Le labbra tue e le labbra mie condividono petali di edera che ci unisce. Ho trovato i tuoi occhi scuri sui pensieri chiari che si coloravano di te. Le mie mani e le tue, come radici dello stesso albero si incrociano e scavano per la terra fresca, si dissetano di pura acqua. È triste se non sento umidi passi arrivare al mio udito e diventare melodia sofferente cantilena. Sei come un cielo quando scorgo dalla finestra che è mattino e mi accorgo di essere velo che ti cela come sole dietro la collina. Un cuore che si appassiona non si accore di sanguinare amore, ed io come cascata esplodo sulla roccia del tuo essere confondendomi di spuma morbida e tonfi. Quando il vento ha iniziato a muoversi tu eri lontano e sulla sua groppa ti sono venuta a cercare. Cintura stretta sulle tue gambe che come rami sorreggono i frutti del mio sogno.
Ruzzolano gli occhi in figure cieche Ho lasciato che il buio che avvolgesse la luce. È vulnerabile il tramonto infetta di nero inchiostro le idee solitarie come corvi che sorvolano uno scheletro di anni. Effluvio nero, Pallide mani, Il sale indugiato sulle labbra del tempo. Brucia e sanguina lento, Gocce e ticchettio del tempo cadenzano spasimo sconnesso.
Non so quello che sarà Non so se le certezze mie restano ancora Nulla c'è di me dentro me Quando le mani troppo piccole Faticano a salvare Lettere dal cielo che ha scritto la notte per farmi restare. Io sto piangendo Sta arrivando l'inverno. Cerco una carezza sensuale Che mi rifugi da ore di dolore. Tu stai dormendo in balia di questo destino. Ho gustato sapore Di sogni lontani Non so se lunga vita avrò per fotografarli e mostrarli a te. Vorrei ci curasse il tempo Come un abbraccio fraterno. Ma qui piove e non abbiamo un tetto x proteggerci. Nel silenzio respiro piano per non svegliarti mai Continua a sognare almeno tu.
Nei giorni di dolore il tuo bacio come vino invecchiato in un calice d'amore, le tue parole mi rispondono come pugni chiusi che bussano alle porte dei timpani. Gli occhi disegnano il tuo volto che si proietta luminoso nella notte. Oh mia luce, oh mio faro, nell'abisso mi porti ma lo rendi così dolce. Per te che mi farei occhi e piedi nuovi per cercarti nella notte. Quale sentiero mi porti? Mi lasci nella solitudine di un caldo pensiero, noncurante te ne vai vestito di mio respiro.