Ore 21.06 del 6 Maggio 1976 Il cuore del Friuli trema, Tremano i cuori dei friulani. Tremano le anime dei friulani. Trema la terra sotto i loro piedi. Dalle viscere profonde di una terra amata, è esploso l'inferno seminando distruzione. Un minuto interminabile dove crollano case, sogni e speranze. Dove la disperazione prende il sopravento. L'animo sconvolto grida. Grida di paura di terrore. Invoca in silenzio il nome di Dio chi graziato chi non ascoltato. Mille morti e migliaia di feriti. Con le lacrime ancora in corpo hanno sepolto i loro cari. Pianto in silenzio quei figli mogli e mariti morti. Rimboccando le maniche, ritrovando nel dolore il coraggio di ricominciare. Di ricostruire ciò che c'era Prima di quel maledetto 6 Maggio 1976.
Maledico il rumore assordante della guerra, il dolore lacerante della morte. Maledico il grido disperato di una madre, quel grido per un nome che non c'e più.
Maledico il "forse" privo di certezze, il farò che lascia tutto in sospeso.
Maledico le cose lasciate a metà, i momenti che non mi saranno concessi.
Maledico la morte, benedico la vita; i momenti vissuti, le cose viste e che vedrò
Benedico i miei figli e tutte le emozioni che la vita generosamente mi ha regalato.
Mi chiedo spesso babbo quale è stato il momento in cui sei morto
Cosa puoi aver provato mentre ti abbracciava la fine. Se hai sentito il freddo di quell'ultimo respiro.
O se il gelo e i graffi dell'anima non fossero troppi e i sogni non fossero stati troppe volte spezzati nella "corsa della vita" per non provare calore nell'andartene via.
E se tutti quei se e ma non avessero già scritto la tua fine. Se la tua anima non fosse troppo stanca per fermarti ancora.
Mi chiedo spesso babbo cosa hai provato mentre la morte ti rubava alla vita o se la morte non ti fosse giunta quando ancora eri in vita.
Se hai provato paura freddo o liberazione nel momento dell'addio.
Vorrei bere un caffè con Te Allah con un cucchiaino di "perché" amaro senza zucchero com'è amara la morte in nome Tuo.
Io e Te per comprendere il tuo di disegno per comprendere perché un padre dovrebbe mandare a morire un figlio e guardarne il sangue scorrere.
Il mio di cuore non comprende il tuo di disegno il mio di cuore traccia l'infinito di un sogno di speranza non di un ieri barbaramente ucciso ma di un domani che deve nascere. Il mio di cuore con o senza Dio non disegna la morte dei suoi figli non vuole il loro sangue ma darebbe il suo di sangue per regalargli anche solo un giorno di più.
Vorrei bere un caffè con Te Allah per comprendere il perché quel perché che non c'è che vaga muto urlante nelle lacrime del mondo ammutolito dal sangue versato lungo le vie di Parigi laddove il cuore di ognuno di noi è ferito e lacerato.
Un caffè con Te Allah cosi che tu possa comprendere che il tuo di disegno non è fatto con amore.
Se non assapori l'amore, non provi i brividi, delle sue emozioni, delle sue carezze, delle sue passioni. Il piacere che lascia quello dei sensi, quello interiore. Se non conosci il sapore delle lacrime di gioia. Quelle che nascono dal vivere una storia d'amore. Vuol dire che non hai vissuto realmente. Non hai compreso veramente. Il senso della vita.