Scritta da: Stefano Medel
in Poesie (Poesie personali)
Spazi infiniti
Silenzio notturno,
il tempo si perde,
e la mia anima vaga,
per spazi infiniti,
alle porte della notte;
il giorno è lontano,
un eternità.
Composta martedì 25 febbraio 2014
Silenzio notturno,
il tempo si perde,
e la mia anima vaga,
per spazi infiniti,
alle porte della notte;
il giorno è lontano,
un eternità.
È tutto và,
tutto continua
anche senza di te;
il mondo non si ferma,
il ciclo ricomincia,
la vita continua,
siamo solo puntini di
passaggio;
ma pensiamo,
sentiamo,
amiamo;
tutto passa,
tutto và.
Il tempo fugge,
è domani è già ieri,
tutto passa velocemente,
i giorni rotolano via,
gli anni,
vanno in fumo;
cos'è la vita umana,
in fondo,
una corsa breve,
un passaggio di fretta;
non c'è tempo,
poter fermare tutto,
per un pochino,
poter pensare
con calma.
Il tempo vola,
sui dolori,
e le preoccupazioni;
gli anni sono già nel vento,
e tu ti ritrovi canuto,
e un po' solo;
il tempo scappa,
come un treno che non aspetta
nessuno;
vai avanti come puoi,
tra alti e bassi,
luci e ombre.
Questa vita mia,
in solitario,
tanta strada,
tante cose successe,
gli anni passati,
la scuola e
tutto il resto,
cammino da
solo,
tra facce amiche,
e altre no,
chi ti vede volentieri,
e altri no;
cammino solitario.
Ombre,
intorno a me,
facce sconosciute,
che non contano niente,
vengono e vanno,
sparendo nel nulla;
ombre,
di chi non mi vuole,
di chi mi vede male;
ombre da perdere,
da fugare,
lasciare;
ombre,
solo ombre,
ma per fortuna,
ci sono anche facce,
amiche.
La notte è calata,
sui pensieri e gli affanni;
rimando tutto a domani,
domani,
futuro incerto.
Basta,
basta coi soliti passi;
libertà,
a ogni costo,
la mia libertà,
la mia vita.
S'adagia la mente,
e nel sonno giaccio,
e caro m'è dormir se posso,
e non sentir,
non sapere,
mi è di gran ventura,
finché il male c'è,
finché il male perdura;
star lontano da tutto,
mi figuro,
chiudo tutto,
e sto nel mio mondo;
e non gridar,
parla basso.
Solitudine,
per quanto fai,
per quanto scappi,
torna sempre a galla;
ti accompagna e ti frega,
e non ti resta,
che un urlo soffocato,
che nessuno ascolterà,
la gente, non vede,
la gente, non sà;
e vorresti dirlo a qualcuno,
e farlo capire,
e raccontare,
di questi giorni,
troppo uguali;
ma lasci perdere,
ti tieni il segreto.