Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

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La prima sera

Stasera ci vedremo,
sarà il nostro primo giorno,
ho sul mio letto la rosa e la mia giacca bianca,
ed i minuti passano lentamente,
in attesa di poterti vedere,
vedere ancora una volta,
e ricambiare il tuo stupendo amore,
ci guarderemo, e fotograferemo nella nostre menti
questa stupenda serata.
Sono sotto casa tua, amore,
e posso immaginare il tuo stupendo corpo,
davanti ad uno specchio,
cercando il tuo vestito migliore,
qualunque tu sceglierai, per me sarai la più bella,
il mio regalo arrossirà davanti a te,
perché io ho scelto il più bel fiore di questo mondo.
E tu allora in quel momento uscirai,
ed io resterò lì a guardanti nei tuoi occhi profondi,
ti avvicinerai, e mi sussurrerai due dolci parole,
che ripeteremo per sempre,
senza stancarci mai,
e il tempo per noi non avrà fine.
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    Scritta da: Sir Jo Black

    Tornando a casa

    Tutti i colori della luce.
    Alle nuvole grigie un arco dalla terra.

    Scivolano pensieri sul campo verde,
    nell'odor di nuova erba.

    Scivolano pensieri sul campo bruno,
    nell'odor d'appena arato.

    Piove leggera acqua.
    In un soffio di vento profumo di silenzi.

    Passi unti dal cielo.

    Pensieri liberi inseguono uccelli bassi.
    Scendono ai nidi.

    Tutti i colori della luce.
    Alle nuvole grigie un arco dalla terra.

    Scivolano pensieri:
    amore cercato nell'odor di fresco prato.

    Scivolano pensieri:
    amore donato nell'odor di calda terra.

    Piove leggera acqua.
    In un soffio di vento profumo di sensi.

    Passi unti dal cielo

    Pensieri liberi inseguono conosciuta via.
    Tornando a Casa.
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      Scritta da: A. Mugno

      In riva al mare

      Avrei voluto percorrere la vita,
      come una passeggiata in riva al mare,
      fatta, lasciandomi cullare dal rumore
      delle onde tra la brezza soave,
      trastullandomi con l'acqua
      tra le rientranze marine...,
      percorsa, disegnando la mia storia
      con le tracce segnate dalle conchiglie e dai sassi.
      Avrei voluto annientare tutte le paure
      fino a non lasciarne nemmeno il ricordo.
      Mi sarei sentita leggera, liberando l'anima
      dalla rete della mente.
      Avrei sorvolato, eterea, a braccia aperte, il mare,
      elevandomi, sino a diventare cielo.
      Avrei voluto
      e forse,
      un giorno lo farò...
      Composta venerdì 4 dicembre 2009
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        Scritta da: Giuseppe Bruno
        Inesorabile, mi sali piano piano,
        inesorabile ti impossessi del mio corpo,
        inesorabile ti impossessi della mia anima
        ed io non riesco a reagire, sono bloccato.
        Sono tuo e non posso fuggire, ormai sei dentro di me.
        Sapevo che prima o poi saresti tornato
        Ti stavo aspettando come si aspetta un vecchio compagno.
        Mi spaventi, tu, "Dolore" sei venuto a trovarmi, a farmi compagnia.
        La sua decisione ti ha fatto tornare.
        Quanta sofferenza e quanto dolore
        per un amore forse impossibile.
        Basterebbe un sua carezza o un suo sorriso
        per farti scappare via, ma sai che forse non arriveranno mai.
        Composta venerdì 4 dicembre 2009
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          Scritta da: Hengel0

          A Te

          A te che solchi l'anima mia,
          a te tempesta e quiete, rivolgo il mio sguardo innamorato,
          a te che sei la lama che ha tagliato il passato,
          a te... il mio pensiero intriso e pastellato
          nei colori dell'ambra dolcemente profumato,
          rinchiuso infondo al cuore, cuore dalle mille sfumature,
          d'avorio le pareti risanate
          la cui riva è leggermente baciata dal sole.
          A te nuove rose dal gambo coperto di spine,
          fanno parte della vita e dell'amore...
          ma c'è una lieve distanza tra una spina e l'altra
          ed è li che ti amerò di più,
          così che nel pungersi in due non sia così grande il dolore...
          e nella prossima distanza
          Amarsi più di prima.
          Composta giovedì 3 dicembre 2009
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            Scritta da: Alan Pakistan

            Traslocazione

            Sentimento: lo stesso posto
            Vagabondo allora ed adesso però
            Non è il caso di preoccuparsi
            Tornare indietro?
            Ormai troppo tardi
            E non c'è niente da recriminare
            Tutto è già fatto, tutto è da fare
            Non uno specchio per potersi osservare
            Stanze di vetro nelle quali morire
            Unico aiuto: un conto sospeso
            Con un nemico lingua e terra straniero però
            Condizione da soddisfare
            Liberarsi dalla voglia di parlare
            Grido: amico!
            Condizione: sospeso tra cielo e terra
            Fuoco ferito ed offeso
            Non un sospiro
            Una donna od un cane
            Non un destino con cui possa giocare
            Il cielo è uscito, cavalca sorpreso
            Unico indizio: un angelo nero
            Che va dicendo a tutti di essere Dio
            Tra chi gli spara ci sono anch'io
            E non c'è niente con cui possa volare
            Non un sorriso a cui mi possa legare
            E non c'è niente che mi sappia fermare
            Unico solo
            Vuoto, sabbia e dolore
            Vado dicendo che sono Dio
            Unico solo... io.
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              Scritta da: Alan Pakistan

              Restando

              Restando
              Come di storie sospese
              Alimentando un vuoto
              Fragili e cupe visioni
              Non di una ma di moltitudini d'ore
              E ozio, appena sussurrato
              Dolente, insofferente
              Rubo attimi agli attimi
              In incerte decisioni
              Essere ciò che sogno
              O ciò che il tempo mi consente e sono?
              Possibilità fugaci come sguardi chiusi
              Debbo seguirmi infine?
              E dove?
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                Le traviate

                Labirintici discorsi
                dove le parole perdono la strada
                corrono senza meta
                tra muri di ambiguità e doppi sensi

                Affogano nella saliva
                di improbabili conoscitori di tutto
                soffocano tra gli insulti roventi
                di pretesi onorevoli, falsi intellettuali
                spacciatori di cultura

                si affannano alla ricerca
                della loro origine ed originalità
                si confondono, si scontrano
                dividendosi in sillabe
                confusamente si ricompongono
                non hanno più identità

                l'intelletto puro
                li respinge al mittente
                ignoto ideatore di assurdi assemblaggi
                di consonanti e vocali
                che non producono concetti
                solo, misere parole vuote
                nate già pronte per essere traviate.
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