Filastrocche


Scritta da: Cleonice Parisi
in Poesie (Filastrocche)

Stolto senza Volto

Lo stolto non ha volto,
è un veliero senza vela
una nazione senza bandiera
è una tavoletta di cera;

Il suo stile è capovolto
prende dove gli vien tolto,
viene e va come altalena
che ha ascoltato cantilena;

Ed un giorno...
ha un dire dotto,
l'altro ancora è solo un motto,
ma dal cuore dello stolto
non attenderti mai molto.

Prende sempre, a destra e a manca
ma è nel cuore che gli manca,
quella terra sacra assai
dove semini e non sai.

Riconoscer uno stolto?
Non ci vuole mica molto?

Del suo dire ballerino
ne fa spesso cappellino
e se il vento dà una mano
lo sotterrerà lontano.
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    in Poesie (Filastrocche)

    La filastrocca della mucca

    Quando voi ancor dormite
    e di favole sognate,
    io son desta e lesta lesta,
    il mio latte vi preparo.
    Certo, adesso è un caso raro,
    che vedermi voi possiate
    pascolare senza grate
    in un bel prato fiorito
    dove anche mio marito
    bruca erbetta nella quiete;
    Ma se forse mi vedrete,
    con le corna e la campana,
    di paura non ne avrete
    poiché presto capirete,
    e i miei cuccioli diranno,
    che le mamme anche grosse
    danno amore e rose rosse.
    Solo in cambio io vi chiedo
    e, attenzione che vi vedo,
    il mio latte non sciupate
    e le tazze sempre... vuote.
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      Scritta da: Cleonice Parisi
      in Poesie (Filastrocche)

      Il naso adorno

      L'olfatto è noto
      ti ispira in toto
      ma se l'olfatto divien disfatto
      non senti odori
      neppur nel piatto.

      E ci fu un giorno
      che un naso adorno
      su delle rose
      un po' si spose
      ed inebriato da quel creato
      restò stonato perdendo fiato;

      Un naso storto dal far contorto
      il cui veder era distorto,
      del naso adorno sentì il bisogno
      e volle poi donargli un sogno:

      "Se dell'odor tu peni assenza
      ti sarà nota la piena essenza
      perché sol chi
      lo culla il nulla
      saprà del tanto
      non farsi vanto."
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        Scritta da: Serena Mainini
        in Poesie (Filastrocche)

        I gelati ai gusti più giusti.

        Sono arrivati i gelati
        più variegati:
        quello al limone
        lo prende Simone,
        invece Camillo
        lo assaggia al mirtillo.
        Al gatto che miagola
        hanno dato quello alla fragola
        mentre a Serena
        piace molto all'amarena.
        Ciascuno ha il suo preferito
        e in un baleno l'ha già finito.
        Se di gusto né rimasto solo uno:
        lascia stare fai digiuno!
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          Scritta da: Serena Mainini
          in Poesie (Filastrocche)

          L'idea di disegnare una stella immaginata da mia sorella

          Disegnai una stella
          immaginata da mia sorella
          un mese dopo lessi una poesia
          che portava malinconia.
          I suoi versi
          ripetevano spesso la parola "persi"
          la arrichii
          finche non la finii
          usci un capolavoro
          tutto degno di un duro lavoro
          in una settimana
          ne inventai una sulla lana,
          le avevo ricopiate in bella
          ricordandomi che l'idea era venuta da quella stella.
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            Scritta da: Elisabetta
            in Poesie (Filastrocche)

            Il coriandolo

            Il coriandolo è un coso impertinente
            che approfitta di tutte le occasioni,
            del risvolto nel fondo dei calzoni,
            d'una bocca socchiusa e sorridente.
            S'appiccica, s'insinua, s'introduce
            anche colà dove non giunge luce
            e per provar che manca di rispetto
            quando ti svegli te lo ritrovi a letto.
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              Scritta da: Elisabetta
              in Poesie (Filastrocche)

              Il girotondo delle maschere

              È Gianduia torinese
              Meneghino milanese.
              Vien da Bergamo Arlecchino
              Stenterello è fiorentino.
              Veneziano è Pantalone,
              con l'allegra Colombina.
              Di Bologna Balanzone,
              con il furbo Fagiolino.
              Vien da Roma Rugantino:
              Pur romano è Meo Patacca.
              Siciliano Peppenappa,
              di Verona Fracanappa
              e Pulcinella napoletano.
              Lieti e concordi si dan la mano;
              vengon da luoghi tanto lontani,
              ma son fratelli, sono italiani.
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                Scritta da: Cleonice Parisi
                in Poesie (Filastrocche)

                Quanti Uffa e quanti No

                Quanti Uffa e quanti No,
                quasi, quasi te le do.

                Quando dico:
                Lava i denti!
                Sembra quasi ti tormenti.

                E se poi dobbiam studiare,
                mi diventi un funerale;

                Se ti dico:
                Tu fai il grande!
                Mi rispondi:
                Sei pesante!

                Quanti Uffa e quanti No,
                quasi, quasi te le do.

                Se poi chiedi questo e quello
                mi diventi anche monello;

                Quando il piatto è preparato
                sembri quasi disgustato;

                E se dico:
                Stai composto!
                Tu fai subito l'opposto.

                Quanti Uffa e quanti No,
                non stupisco neanche un po'.

                Anche io bambin son stata
                e son bene preparata.
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