Ma chi me lo fa fare, di stare qui a parlare, sei sempre un po' fraintesa, comunque ti presenti, io stavo tanto bene, senza nessun fastidio, mi sono messa a cantare, chi me l'ha fatto fare, di notte poi dormivo, senza preoccupazioni, ora continuamente ti rompono i cojoni, ma perché questo e perché fai quello, niente gli va bene ma senza conclusioni. Non mettetevi mai in evidenza, questa è la lezione, ognuno gestisca in casa tutte le sue ragioni. Chi ve lo fa fare Tanto comunque vada, non hai mai fatto niente, ma visto che sono uscita rimango ormai giù in strada, e griderò per quanto fiato ho in gola, ve lo dirò l'ultima volta e ancora: visto che non mi avete capito, non farò mai più niente niente! Ma cosa volevo fare? Coinvolgere la gente? Ora canto da sola senza farmi sentire, visto che non mi volete capire.
Dormi mio dolce bambino, la tua mamma ti è sempre vicino, il tuo cuore lo sa non c'è più posto ormai, quest'amore è più grande che mai. A vegliarti ci son gli angioletti e volteggiano intorno a te, dolce sonno ti danno e poi loro lo sanno il dolce bambino che sei. Dormi mio dolce bambino, la tua mamma ti è sempre vicino, il tuo cuore lo sa non c'è posto oramai, quest'amore è più grande che mai. Sogna sempre le cose più belle, sogna di salir sulle stelle, son brillanti lo sai ma ricordati che solo tu sei a brillare per me. Dormi mio dolce bambino... presto grande sarai, ma nei sogni tuoi resta sempre il bambino che sei.
Va il baciosogno su raggi di luna e ci trasporta per l'aria bruna poi ci fa scender nel cerchio incantato di magici funghi color cioccolato. Una nebbia dorata protegge il gioco che mai non dura né troppo né poco. E infin bacionanna le palpebre chiude portando a un risveglio che un poco delude: un bel risveglio, tranquillo e perfetto ma ognun coricato... nel proprio letto. Un sognabbraccio, là per là, dalla strega Ambarabà.
Chek in Chek up Chetchup quante "rugne" ci son qua! Ma le streghe, già si sa, vincon ogni avversità. Nei lor capelli i ragnettini hanno d'argento i propri cuscini nei loro occhi verdi e gialli si riflettono le valli e se han la pelle così vellutata è per i fanghi di palude incantata.
Vi mando un bacinuccellino, che sappia volarvi vicino portato da un soffio sottile che sembra sia aria d'aprile.
Cosce di grillo e canto d'uccello, sbuffo di vento, profumo di fieno... e un cuor sempre sereno.
La stregaccia Ambarabà col culotto sul sofà con la testa a ciondoloni con i suoi poteri buoni con i piedi sui guanciali ripiegato ha le ali: ha le gambe alla parete con un libro da ore liete ha le tasche bell'e vuote nelle orecchie ha delle note nella mano ha un'arancia un cagnetto sulla pancia. Lei non sente se la chiami non si chiede se la ami nella sera calda e oscura più non prova la paura nella mente ha mille mondi e non tutti sono tondi nei suoi sogni c'è l'amore c'è la pace per il cuore per foreste e per montagne per i ricci e le castagne pei bambini e i dolci prati pei folletti sciamannati per la gente del pianeta ch'abbia presto vita lieta! Bacinanna bacinanna una gran coppa di panna bacisogni leggeri leggeri e uno in più di ieri. Bacinanna nanna nà Dalla strega Ambarabà.
Natale alle spalle e basta che palle ce ne sono per tutti di ogni colore, ci ho messo l'amore i grandi dolori, la gente sgradita e amici che ignori. E basta che palle, perché a fine d'anno ti fai poi due conti, meno male è finita, non basta una vita, tutti vengon quel giorno, la cena è gradita. E basta che palle un giorno in cucina ad imbottir la gallina, e ti prendon per culo: sei sempre divina! Il tempo non passa, ed è sempre festa, io sono ormai stanca e vorrei dormire. E basta che palle tra amici e parenti sorrisi suadenti di iene e serpenti e a fine serata, quanti complimenti. Che palle Natale La tombola, le carte, tentiamo la sorte, io più non ce la faccio, quasi quasi li caccio mamma quanto sono stanca! Ma il coraggio mi manca: e finisco per dire... restate a finire. E basta che palle.
È l'amore più grande che c'è, non svanisce, non tradisce, è per sempre e finisce con te.
È la guida dei tuoi passi incerti, la tua ombra anche quando non c'è il suo sguardo ti segue dovunque, anche quando non senti che è lì, vive solo del tuo respiro, vive solo perché vivi tu.
È l'amore più grande e profondo, non svanisce, non tradisce, è per sempre e finisce con te.
Ha speranza che i tuoi sogni si avverino, ha speranza di felicità, quando cresci e vai via, quando spicchi il tuo volo e raggiungi la maturità; lei ti guarda andar via ma c'è sempre lo sai a mostrarti la via, nonostante tristezza nel cuore sempre ti accompagnerà con tutto il suo amore.
Solo amore profondo, il più grande del mondo, non tradisce, non svanisce, è per sempre e finisce con te.
Tienimi sveglia non voglio dormire, perché questo sogno potrebbe finire, dammi la mano stringila forte dolce sarebbe anche la morte. Tra le tue braccia tanto sognate tutta la notte voglio restare, tienimi sveglia non voglio dormire, tutto domani potrebbe finire. Fuori dal mondo non voglio pensare, per te c'è un'altra e anche per me ma in questa stanza altro non c'è. Siamo da soli stretti d'amore, tienimi sveglia non voglio dormire. Altro non sogno da questa vita, questi momenti solo per noi. Dimmelo adesso dimmelo ora, ti amo davvero, sei unica e sola, triste è svegliarsi senza di te. Ma questa vita più che banale che mi fa stare sempre più male perché non c'è stato un giusto momento, questo cercarsi è un continuo tormento. Tienimi sveglia non voglio dormire stringimi ancora, fammi sognare, fammi morire... con te.
Mastro Geppetto, il falegname di un noto luogo decise quella sera di accendere un bel fuoco! Mise così i ciocchi nel camino e con la sedia si accostò al calor vicino... fu così che vide quel tronco chiaro un ciocco, a dir poco, quasi raro! Diritto, come un valido soldato troppo bello per finir bruciato!
E lui che si sentiva così solo, poverino... decise di dar vita... a un burattino! Prese la pialla e lo scalpello senza saper che stava per crear... un bel monello! Lo costruì un po' birichino tutto di legno... con un bel nasino! Fu così che nacque un burattino che assomigliava davvero ad un bambino vestito di tutto punto, quasi perfetto aveva sulla testa un giallo cappuccetto!
Ne fece di birbe, quel monello... che ogni giorno trasformava in carosello! Aveva naso lungo e gambe corte e per compagni il gatto... e poi la volpe! Invano lo consigliava la fatina divenuta per lui la sua mammina era un continuo dir bugie... ne aveva pinocchio di sogni e fantasie! Era per Geppetto una gran pena tanto che finì nel ventre di una gran balena!
Ma poi quel burattino smise di dire bugie e si sa, bambini, come sono le magie... mantenne le promesse al suo babbetto cosicché diventò un bimbo perfetto e del legno suo restò... soltanto un giallo cappuccetto.