Filastrocche


Scritta da: SatiaMimi
in Poesie (Filastrocche)

Mi chiamo lola

Mi chiamo Lola,
e son spagnola,
per imparare l'italiano,
vado a scuola.
le mie sorelle,
son tutte belle,
la più bella,
è Antonella.
I miei fratelli,
son pipistrelli.
Il mio cane,
è un salame,
il mio gatto è tutto matto,
la mia mammina,
e' parigina.
Il mio papino è l'imperatore della Cina,
Cina,
cococodè
1-2-3
Splash.
Composta venerdì 5 marzo 2010
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    Scritta da: Cristoforo De Vivo
    in Poesie (Filastrocche)

    Valentino e l'amore

    Tempo fa un ragazzino
    si chiamava Valentino
    che d'amore non ne sapeva
    e ragazza non aveva.

    Tra le belle del paese di
    una sola era innamorato
    tanto che lui, cortese,
    le lanciò solo un'occhiata.

    Il suo cuore gli batteva
    ogni volta che la vedeva,
    tanto che le domandò
    se voleva oppure o no
    iniziare
    una storia seria.

    La fanciulla innamorata
    non di lui era invaghita
    ma di un altro ragazzino,
    ahimè questa è la vita!
    Esclamava Valentino,
    che scoprì cos'è l'amore
    che per lui fu gran lezione.
    Anche se fu triste e sofferente,
    non si sentì mai un perdente;
    la sua ricerca continuò
    di una ragazza
    che l'amasse veramente.
    Il suo cuore amareggiato
    fu presto ritrovato
    e da tanto amore colmato.
    Composta giovedì 11 febbraio 2010
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      in Poesie (Filastrocche)

      La caduta degli eroi

      Le pupille ardenti si spengono nel fuoco,
      mentre la notte avanza come un criminale
      a passo felpato.

      Julien è dai suoi sensi abbandonato,
      si dissolve come il ghiacciaio
      colpito dal luminoso raggio.

      Il vascello rumoroso e tormentato
      lo porta lì dove la Ragione
      ha da tempo perduto il suo avvocato.

      Le donne i loro figli hanno assassinato,
      dal cranio ne bevono il sangue
      con la capigliatura sconvolta dal furore,

      Bacco vincitore
      dispensa vino,
      sofferenza e morte dei vitigni.
      I vecchi saggi fuggono i loro cervelli
      In cerca di Pazzia,
      viva amica dell'umide notti insonni.

      Nel buio demoni maligni
      si svegliano indaffarati
      e ovunque nascono vie nascoste

      Fumano, gli sciamani nelle foreste,
      l'anime invasate di fanciulle danzanti.
      La vedova nera, incinta dell'ultima vittima,
      a Julien sussurra:
      hai mai visto Dio?
      -

      Un angelo simmetrico
      riempito di morte verde
      passa correndo senza piume;

      Heautontimorumenos gioisce
      di se stesso specchiandosi
      nel riflesso del fiume.

      Il vento passa tra i rami vivi
      della foresta ingannatrice,

      ingrandendo i polmoni di Julien
      come vele spiegate alla tempesta divoratrice.

      Un caldo progredire sotto le stelle...
      mentre la belva disumana si cela
      dietro alberi aridi

      Gli dèi corrono impazziti
      lacerandosi al tocco
      di tronchi ruvidi.

      Continua a suonare melodie
      stillanti vino e disperazione,
      Bacco Ultore.

      E le note silenziose
      strappano i timpani,
      assetate di dolore.

      Apollo ha perso il carro,
      Giove è diventato fedele,
      Gesù Bambino e Venere sono invecchiati.

      Enea è partito per l'Oriente,
      Achile si è arreso,
      Ettore suicida ha disprezzato la patria,
      Romolo e Remo non sono mai nati.
      -
      i miti sono morti annegati
      sull'isola misteriosa.
      -
      Casanova violentato
      suona il violino elettrico
      in cerca di Purezza.

      Romeo e Giulietta sospirano
      abbandonati al ricordo
      della loro giovinezza.

      Julien ha paura
      perché dell'isola
      non esiste cura.

      Può chiudere gli occhi con la speranza
      che sia un'illusione,

      ma la notte incalza
      dispensatrice d'oblio e confusione.

      Julien allora capisce che
      bisogna accettare consapevoli,

      la morte degli dèi, dei miti e degli eroi;

      oppure concedere in sposa le vene
      a lame arrendevoli,

      attendendo con respiri
      affannosi e incerti
      che dopo l'isola esista un poi.
      Composta sabato 16 gennaio 2010
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        Scritta da: DANA
        in Poesie (Filastrocche)

        Mangiando un toast in pasticceria

        Mangio un toast e scrivo
        Tra profumi di Brioches e pasticcini
        come ordinati soldatini
        schierati al fronte
        colorate fazioni
        di marmellate e creme
        cannoli non cannoni
        ma esplose fragranze
        il sale nella bocca
        il dolce dell'olfatto
        ingannato
        il gusto
        rimane esterrefatto.
        Composta martedì 26 gennaio 2010
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          Scritta da: Violina Sirola
          in Poesie (Filastrocche)

          Piove sempre sul bagnato

          A cavalcioni di un dirupo
          immenso Giacomino
          contento sghignazzava
          in riva al fiume Carmela sospirava
          "amore mio delusione cocente" e
          tra i singhiozzi, giù lacrime
          amare, quasi che il fiume
          in piena straripava.

          In piedi sul dirupo
          Giacomino godeva
          dei sospiri dell'amata, poi
          s'avvolgeva in cerchio e saltellava.
          Di pari passo
          il vento risucchiava il pianto
          amaro, prosciugando il fiume.

          L'acqua del fiume, lacrime
          comprese, formarono nel cielo
          un aquilone. Improvvisa, una nuvola
          rosa sciolse i suoi riccioli come fili
          d'oro, Giacomino contento vi si appese,
          nella fretta perse i suoi
          calzoni.

          Intanto, la fanciulla
          innamorata sul greto nuove
          lacrime versava. A dispetto
          il vento rigonfiava le brache
          vuote, piovute sul bagnato.
          Composta nel 2000
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            Scritta da: Maria Cinzia P.
            in Poesie (Filastrocche)

            Diada inconsu pertrafra

            Di te non sono mai sazia
            A te vanno i miei pensieri e miei sogni
            Da te irradia calore
            In raggi infiniti che mi colpiscono
            Con intensità luminosa.
            Su quali braccia potrò mai sentirmi tanto amata
            Per quali baci potrò dirmi così appagata
            Tra quali sguardi che non siano i bagliori dei tuoi occhi
            Fra quali parole che non trasmettano la tua passione.

            Di che sono ora che ci sei tu
            A chi appartengo e apparterrò
            Da quale parte del mondo eri nascosto
            In quale parte di me ti coltivavo
            Con quanti dardi mi hai colpito
            Su quanti tappeti mi stenderò per te
            Per quali cieli mi farai volare
            Tra quali guanciali mi adagerai
            Fra le emozioni di mille baci tu sempre ci sarai.

            Di noi si può pensare di tutto ma
            A te va comunque tutta la mia passione
            Da te mi giunge un'adorazione tremante.
            In quale altro cuore potrò riconoscermi?
            Con te l'anima finalmente è appagata
            Su te so di poter contare fino all'ultimo respiro
            Per te testa e cuore, corpo e anima, si sono ricongiunte.
            Tra timori e ansie, ma anche
            Fra stupore e immensa felicità.
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              Scritta da: Consuelo
              in Poesie (Filastrocche)

              25 Dicembre

              Filastrocca per Gesù Bambino
              che nasce stanotte piccino piccino
              che nasce stanotte col freddo che fa
              che nasce soletto con mamma e papà.
              Non ha coperte, non ha focherello
              ha solamente il bue e l'asinello
              per scaldarsi, poverino,
              non ha legna né camino
              ma porta un amore sì grande e profondo
              che può scaldare anche tutto il mondo.
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                in Poesie (Filastrocche)

                La musca bifusca berlichefutusca

                Una musca bifusca berlichefutusca
                beveva il latin bifin, berlichefutin
                di una vacchina bifina berlichefutina
                la donna bifona berlichefutona
                quand l'ha vist la musca bifusca berlichefutusca
                che la beveva el latin bifin berlichefutin
                de la vacchina bifina berlichefutina
                l'è andata dal podestà bifà berlichefutà
                o sciur podestà bifà berlichefutà
                una musca bifusca berlichefutusca
                bevv el latin bifin berlichefutin
                de la mia vacchina bifina berlichefutina
                oh donna bifona berlichefutona
                quand la musca bifusca berlichefutusca
                la bevv il latin bifin berlichefutin
                de la vacchina bifica berlichefutina
                ciapa un bastun bifun berlichefutun
                e daghel en sul cu bifù berlichefutu
                de la musca bifusca berlichefutusca
                che la bevv el latin bifin berlichefutin
                de la vacchina bifina berlichefutina.
                La donna, bifona, berlichefutona
                ciapa el bastun bifun berlichefutun
                e ghel dà sul cu bifu berlichetutu
                del Podestà bifà berlichefutà.
                Composta venerdì 11 dicembre 2009
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