Scritta da: Danza di Venere
in Poesie (Poesie anonime)
Eccomi
La luce che nei tuoi occhi si riflette,
Illumina a distanza le mie giornate anche se distanti!
Composta giovedì 20 luglio 2017
La luce che nei tuoi occhi si riflette,
Illumina a distanza le mie giornate anche se distanti!
Scrive la mente
scrive la mente scossa,
scrivi mente pazza
non sai dove rifugiarti!
Qui trovi la tua pace
qui il tuo Eden.
L'ego mi porta a sentirmi unico e importante
quando invece è solo un'illusione tarlante
Sono molto simile ad altri miliardi di individui,
ma l'ego non lo comprende, i risultati sono esigui
Perdita del senso della realtà, e umiltà sciupata
perdita di se stessi, e di umanità amata
Sono tutto quello che ho, ma non sono nessuno
per dire che ciò che ho, è migliore del tuo.
Sola con i propri pensieri
con i rimpianti e gli errori
sola con se stessa
con la sua solitudine e segreti
con desideri mai soddisfatti
e nascosti dentro il cuore
convivenza difficile
e tormentata
segreti che raffiorano
ma ricacciati nel profondo
dimenticare...
ma i segreti rimangono
e ti seguono come ombre.
Tulipani neri annacquati da lacrime glaciali
le loro grida colmano vuoti abissali
afferrati da una brutalità devastata
pianti infrangono una realtà agiata
furie intense bruciano le interna
la confusione in silenzio ritorna
ogni illusione è ormai sgretolata
ogni sensazione è ormai depennata
le emozioni scivolano tra le dita
un soffio spazza via i residui di spirito
entità appassite in un giardino onirico
tormentato da idee inaridite
circondato da figure delineate
la processione osservata da occhi impietosi
il fardello trascinato rende i passi faticosi
il martirio troverà fine alle luci del mattino
vivere è uno sventurato scherzo del destino.
Le vie della città mutilate da un'aria gelida
le gocce di un cielo rosso bagnano la strada
spiriti purificati da lacrime di rugiada
cumuli di cenere appartenenti ad una vita bruciata
frammenti di stoffa riciclati per un'anima ricucita
brezze fresche ricordano un'aurora ormai svanita
frantumi di psiche riflessi in schegge di vetro
esistenze in macerie coperte da un lenzuolo tetro
figure adagiate delicatamente in cofani di larice
corpi frivili tumulati dalla terra ai piedi di un salice
vedove suonano ballate celtiche durante i sacri riti
animi abbandonano terre natie nuotando verso lidi ignoti.
Ali lacerate/ Pensieri inarcati
Lacrime perdute/ Alfieri sacrificati
Scuse scivolate/ Cavalieri imprigionati
Realtà riservate/ Avventurieri imbranati
Menzogne indossate/ Sentieri disperati
Liriche squarciate/ Incubi intrecciati
Utopie avvelenate/ Destini disegnati
Memorie bruciate/ Ciarlatani raffinati
Purezze ingannate/ Sogni emarginati
Speranze lapidate/ Mari ritirati.
Lasciami andare
per la mia strada,
in contro al mio destino,
qualunque cosa accada.
Lasciami andare
con tutti i miei difetti,
la trasparenza cronica e
gli ultimi versi non detti.
Con i rimasugli
ci si fa un altro mondo.
Con la verità
si ridipinge lo sfondo.
Con queste due parole
ti chiedo
di potermi liberare.
Lasciami andare.
Datemi
un pezzetto di carta
datemi
qualcosa che lasci il segno,
perché la poesia
s'acchiappa
ed ogni scarabocchio
è un pegno.
Presto devo fare
prima che scappi
il fiore del pensiero
l'immagine dei fatti.
Crogiolo della vita
l'emozione di chi ama
trasluce in apparenza
e trasforma in filigrana.
Setacciando l'intelletto
tra le righe dell'ordinario,
occorre accettare il fatto
con un termine contrario,
e tutto ciò che avviene
al buon senso dà scacco
ed qui che la poesia
opera il suo scarto.
Chi può stabilire
il colore di quale divisa
ha ragione,
e di quale ragione parliamo poi?
Sarà perché sono difettosa,
sarà perché sto per conto mio,
ma nelle linee divisorie che avete tracciato
vedo
solo uomini da una parte e dall'altra
dico
che non perde l'alleato né il nemico
muoiono soltanto esseri umani.
Posso
non sottoscrivere
di stare dalla parte della vostra ragione.
Nella guerra
pensate di essere i più furbi
ed invece è la guerra che frega gli uomini,
e si nutre di tutte le vittime che può.