Poesie criptiche

Le poesie criptiche sono poesie enigmatiche in cui non si riesce a capire con certezza il soggetto.


Scritta da: Roberto Giusti
in Poesie (Poesie criptiche)

... E io?

I vivi fuggono dalla morte
i dannati la inseguono
e io?

Non lo so
ogni giorno che passa
è sempre così uguale

Pensavo d'aver superato
alcune vecchie ferite
ma in realtà...

La verità è che sto male
il mio futuro sembra morto
dentro a quel passato

E in realtà
io sono morto
nella sua scia

Come un fantasma
vago su questa terra
invisibile agli occhi altrui

Sono l'ombra di me stesso...

Sanguinano le mie ferite
piango senza lacrime
urlo la disperazione

La mia anima
ormai è prigioniera
e per certo sconfitta

Nel dolce ricordo
di quell'amore lontano
momenti di noi

Pare un pugnale
conficcato nel cuore
che penetra nel mio dolore

I vivi fuggono
i dannati la inseguono ancora
ma forse io...

No, non penso vedrò
mai più sorgere
alcun nuovo arcobaleno

E io...
sono diventato la cupa notte
... amore mio

Perciò ora m'eclisso
ma senza pregare
alcun fottuto dio.
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    Scritta da: Roberto Giusti
    in Poesie (Poesie criptiche)

    Cuore Vampiro

    Cosa tormenta il Cuore Vampiro...
    se non la soffocata passione
    D'una tremenda voglia d'amare
    oltre gli imposti limiti
    Donati dalla sua crudele natura...

    Uno spirito condannato...
    e destinato per sempre a frenare
    Barlumi di vecchi istinti
    dispersi nel sanguinoso mare
    Come piccole gocce d'umanità perduta...
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      Scritta da: Roberto Giusti
      in Poesie (Poesie criptiche)

      Mia "Eroina"

      Sei la mia "Droga"
      Voglio "Farmi" ancora di te
      ... "Viaggio" infinito nel sub-conscio...
      Sei entrata dritta "In vena"
      Donami "Ecstasy" celebrale
      ... "Sconvolgimi" d'amore...
      Sei la mia "Speranza"
      L'ultima cosa che voglio "Vivere"
      ... La prima per cui voglio "Morire"...
      Sono "Fatto" di te
      Perché "TU" sei
      ... La mia "Eroina"
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        Scritta da: Roberto Giusti
        in Poesie (Poesie criptiche)

        L'Ultimo Rituale

        Prendi un coltello
        e affilalo bene
        Chiudi gli occhi
        ... perdi il controllo
        Non avere paura, nessuna paura

        Stà per iniziare un rituale

        Usa la lama
        e taglia la carne
        Sangue sul corpo
        ... smarrisci i sensi
        Ora, niente paura

        È cominciato l'ultimo rituale

        Maledici l'amore
        e quel dolore
        Versa ogni goccia
        ... dannazione
        Provo paura, avevo paura

        Sono stato fottuto dalla morte...
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          Scritta da: Roberto Giusti
          in Poesie (Poesie criptiche)

          L'Ultima Nota

          Riesci a sentire la speranza
          che questo testo emana?
          Voglia, immensa voglia d'evadere
          di volare alto, sicuro come un'aquila
          e andare lontano, oltre i confini conosciuti
          e perdersi aldilà dell'universo.

          Guardando l'infinito,
          cogli il melodico suono della chitarra?
          E viaggiando all'infuori degli schemi
          imposti, dannatamente imposti
          in questa società malata,
          assapori una libertà diversa?

          A nessuno importa del tuo spirito,
          se vivi seguendo dei valori
          o se hai una morale.
          Puoi anche essere uno sensibile,
          vero... tanto conta solo il denaro,
          la furbizia e il potere

          Oh riesci a percepire?
          Il mio corpo,
          è simile a un albero malato,
          che troppo a lungo
          s'è nutrito di sostanze nocive...
          Infetto, afflitto, in conflitto
          contro tutto e tutti.

          Dove sono le verdi foglie?
          E la gazza ladra?
          La linfa vitale m'abbandona
          e morente,
          giorno dopo giorno,
          eseguo un nuovo passo verso la fine.

          Vuoto...
          Tremendamente Oscurato...
          Deluso...
          Dove sono ora
          le farfalle in amore
          o i rigogliosi prati in fiore?
          Cos'è in realtà la speranza?

          Decadente, nel deserto di dolore
          sommerso da una misera esistenza,
          divido queste fredde giornate
          insieme a un lupo selvaggio,
          malato di cuore
          e stanco di vagare senza meta.

          Riesci a intuire?
          Quel lupo rappresenta la mia anima,
          solitaria, distaccata
          e scrutandomi,
          cerca risposte che io no,
          non sò dare... perché non sempre esistono.

          Navigo sopra un mare rosso
          fra l'angosciante sofferenza...
          S'ode un singolo ululato,
          prolungato, fottutamente straziato...
          E sotto il chiaror di luna, va disperdendosi nella brezza,
          fino ai confini dell'universo.

          Ora, riesci a scorgere?
          Sullo spartito del mio cuore
          s'avvicina l'ultima nota...
          Riesci davvero a capire
          che a volte l'albero e il lupo,
          suonano una sinfonia stonata?

          Sai, la morte non è per tutti una fine...
          Le tensioni, il male passato,
          tutto svanisce in pochi attimi
          mentre lo spirito,
          raccoglie i primi barlumi
          di una libertà rubata da tempo.

          Quando il lupo abbandona
          il tronco morente...
          spezza l'ultima catena.

          Oh si, finalmente libero
          di fluttuare nel cosmo,
          suonando in eterno
          quell'ultima nota stonata...
          alla disperata ricerca
          del grande spirito perduto.

          Se pensi di trovare un modo,
          allora devi spiccare il volo.
          Sicuro e deciso come un'aquila...
          avvista la preda, affonda gli artigli
          e quando il sangue scorrerà via,
          allora sentirai la vita morire.

          Puoi sicuramente provarci...

          Però, un attimo prima
          ricorda quella vibrazione costante...
          L'eco dell'ultima nota,
          situata al confine
          del bene e male...
          fra il vivere o morire.

          Il sogno ingannatore,
          non è l'amara vita o la dolce morte...

          Viaggiando all'infuori dagli schemi
          in folle ecstasy mentale,
          vedrai la fine della storia
          e capirai che l'artefice...

          ... È proprio l'ultima nota!
          (Nata dalla parola amore, sotto il segno del sangue)
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            Scritta da: Roberto Giusti
            in Poesie (Poesie criptiche)

            Figlia della Luna

            Giace un'ombra sulla luna,
            la scruto insospettito e ella s'avvicina...
            Avverto il glaciale respiro
            e un brivido di terrore
            lesto giunge fino al cuore.
            "Chi sei?" le dissi
            ma purtroppo non ottenni
            nessun tipo di risposta...

            Cogliendomi impreparato
            e col fare degno d'una assassina
            m'ha preso decisa alle spalle
            Non una singola parola
            solo le morte sue labbra
            appoggiate ora sul mio collo...

            Sento vera paura
            ma seppur ancora incerto
            la lascio continuare
            Un'ignota sensazione
            rapisce ogni mio senso
            mi sento libero...

            È la vita, è la morte
            che pulsa veemente nel sangue
            È una nuova vita o la mia morte
            che forse infine è giunta
            Nata dall'ultimo cuore vampiro
            sei l'oscura figlia della luna.
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              Scritta da: Alberto Iess
              in Poesie (Poesie criptiche)

              Saturnali

              Io Saturnalia,
              volsi lo sguardo al vento.
              La sfilata già s’esibiva ad est,
              mentre io cancellavo nuvole
              con la mia spugna all’orizzonte.
              Quella turba gracchiante, cenere.
              Il posto d’eroe non c’era, ne ci fu mai.
              Noi che battezzavamo i campi,
              mai trovando gli Elisi.
              Io Saturnalia.
              Ma l’isole Fortunate, i lidi beati,
              Gli dei soffocarono in orge.
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                Scritta da: Alberto Iess
                in Poesie (Poesie criptiche)

                Poetica dell'orizzonte

                Come placidi fanciulli in spiaggia,
                scrutate la rossa retta dell'orizzonte.
                V'immaginate fatui arcipelaghi
                e spiagge sospese sulle creste
                dell'onde, ingentilite dalla scomparsa
                della brezza marina. Regna la calma
                su quelle sabbie immacolate.
                S'avete l'ardore, cimentarsi ora
                nella ricerca delle terre del tramonto!
                Non giungerete oltre le colonne
                d'Ercole, e già sarete naufraghi...
                Caso volle ch'io bramassi prima
                di voi l'impresa squisitamente amara,
                tentando invano d'approdar ai lidi
                d'un ignoto e compiuto paradiso.
                Savio e sognatore son partito,
                pazzo e sconvolto son tornato.
                Scaraventato in balia di correnti
                incontrollabili, fino all'estreme
                porte del vizio e del volere mi son
                emancipato con depravata grazia.
                Ho provato tanta mestizia e
                così forte la carica del furore,
                che s'avessi avuto un compagno
                ad allietarmi il ballo tra le schiume,
                l'avrei felice affogato in mare.
                Narran della mia lotta colle vele,
                la raccontan come il mito d'Ulisse:
                invece resto un granchio senza chele,
                ché nella mia aspra peregrinazione
                nulla ho avvinghiato, catturato.
                Non c'è che la distesa di lapislazzuli
                oltre l'orizzonte, ed è infinita.
                E quella linea, quel vago bagliore,
                ad oggi resta fuggitivo, rincorrerlo
                rimane solo un deludente errore.
                Ho spinto la mia esistenza oltre
                la banale consistenza del volere;
                v'è solo danza del caso.
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                  Scritta da: Dora
                  in Poesie (Poesie criptiche)
                  Delirio... fuori è la mente
                  dall'orbita della ragione
                  bersaglio facile
                  di apparente equilibrio
                  deviata da pensieri persecutori
                  la testa di paure contenitore
                  Faccio mille congetture
                  rivivo immani tragedie
                  ogni volta sempre più crudeli
                  Regista di orrori è il mio cervello
                  che proietta allo sguardo
                  filmati di macabre visioni
                  Qual è il confine fra falso e realtà
                  tra follia e cagione
                  ombre e luci
                  reazione e rassegnazione
                  Cammino in bilico
                  su un filo di precarietà

                  vacillando ad ogni passo
                  cerco un appiglio inesistente
                  sotto il baratro a risucchiarmi
                  nel vortice della alienazione.
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