I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte e i passanti che passano li segnano a dito ma i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno ed è la loro ombra soltanto che trema nella notte stimolando la rabbia dei passanti la loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno essi sono altrove molto più lontano della notte molto più in alto del giorno nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina, si riuniscono i cardinali - una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno. Giunge proprio qui. E Michelangelo li avvolge, tuttora, della sua visione. "In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo... "
Chi è Lui? Ecco, la mano creatrice dell'Onnipotente Vecchio, diretta verso Adamo... Al principio Dio ha creato... Costui che vede tutto...
La policromia sistina allora propagherà la Parola del Signore: Tu es Petrus - udì Simone, il figlio di Giona. "A te consegnerò le chiavi del Regno". La stirpe, a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi, si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina, da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato - Era così nell'agosto e poi nell'ottobre, del memorabile anno dei due conclavi, e così sarà ancora, quando se ne presenterà l'esigenza dopo la mia morte. All'uopo, bisogna che a loro parli la visione di Michelangelo. "Con-clave": una compartecipata premura del lascito delle chiavi, delle chiavi del Regno. Ecco, si vedono tra il Principio e la Fine, tra il Giorno della Creazione e il Giorno del Giudizio. È dato all'uomo di morire una volta sola e poi il Giudizio!
Una finale trasparenza e luce. La trasparenza degli eventi - La trasparenza delle coscienze - Bisogna che, in occasione del conclave, Michelangelo insegni al popolo -
Non dimenticate: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius. Tu che penetri tutto - indica! Lui additerà...
O Abramo - Colui che entrò nella storia dell'uomo, desidera, soltanto attraverso te, svelare questo mistero, celato dall'esordio del mondo, un mistero più remoto del mondo!
Se oggi percorriamo questi luoghi, da cui, tempo fa, era partito Abramo, dove aveva udito la Voce, dove si era compiuta la promessa, solo perché potessimo fermarci sul limine - per attingere al principio dell'Alleanza.
Poiché Dio aveva manifestato ad Abramo, cosa è, per un padre, il sacrificio del proprio figlio - un'immolata morte. O Abramo - così Dio ha amato il mondo, che ha consacrato il suo Figlio, perché ognuno, che avrà fede in Lui, possa attingere alla vita eterna. - Fermati - Io porto dentro di me il tuo nome, il nome - segno dell'Alleanza che il Verbo Primordiale ha stretto con te, ancor prima che creasse il mondo. Ricorda questo luogo, quando andrai via da qui, luogo che rimarrà in attesa del suo proprio giorno–
"In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" -dice Paolo all'Areopago d'Atene- Chi è Costui? Come se fosse l'ineffabile spazio che avvolge tutto -Lui il Creatore: Domina ogni cosa, traendo l'esistenza dal nulla, e non soltanto in principio, ma di continuo. Tutto perdura divenendo perpetuamente - "Al principio era il Verbo e per mezzo di Esso tutto è stato fatto". Il Mistero del principio nasce assieme al Verbo, si rivela attraverso il Verbo. Verbo - perenne visione ed enunciazione. Colui che creava, vedeva - vide "che ciò era buono", scorgeva con un concetto diverso dal nostro. Lui - il primo Vedente - Vedeva, ritrovava in tutto un'orma del suo Essere, della sua plenitudine -
Vedeva: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius -Il nudo e il trasparente, il vero, il buono e il bello-
Scorgeva con un concetto insolito, estraneo al nostro. Una perenne visione ed enunciazione: "Al principio era il Verbo e per mezzo di Esso tutto è stato fatto", il tutto, in cui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo -Il Verbo, lo stupendo Verbo primordiale, come un'invisibile soglia di tutto ciò che è stato creato, esiste ed esisterà. Come se il Verbo fosse la soglia.
La soglia del Verbo, in cui tutto era di foggia invisibile, la divina e l'eterna - dietro questa soglia iniziano gli eventi! Mi trovo sul limine della Sistina - Forse tutto ciò era più facile interpretare nel linguaggio della "Genesi" - Ma il Libro aspetta l'immagine. - E giusto. Aspettava un suo Michelangelo.
Perché Colui che creava, "vedeva" - vide, che "ciò era buono". "Vedeva", ed allora il Libro aspettava il frutto della "visione". O uomo che vedi anche tu, vieni - Sto invocandovi "vedenti" di tutti i tempi. Sto invocandoti, Michelangelo!
Nel Vaticano è posta una cappella, che aspetta il frutto della tua visione! La visione aspetta l'immagine. Da quando il Verbo si fece carne, la visione, da allora, aspetta. Stiamo sulla soglia del Libro. Questo è il Libro delle Origini - Genesis. Qui, in questa cappella lo ha descritto Michelangelo, non con le parole, ma con una ricchezza affluente dei colori. Entriamo, per rileggerlo, passando dallo stupore allo stupore.
Così, allora, è qui - vediamo e riconosciamo il Principio che sorge dall'inesistenza, ubbidendo al Verbo della creazione; Qui traspira da queste mura. Ma forse la Fine affiora più intensamente. Sì, ancor più efficacemente traspare il Giudizio. Un Giudizio, un finale Giudizio. Ecco la via che tutti attraversiamo - ognuno di noi.
Seno di bosco discende al ritmo di montuose fiumare. Questo ritmo mi rivela Te, il Verbo Primordiale. Com'è stupendo il Tuo silenzio in tutto ciò che da ogni dove propala un mondo reale... che assieme al seno di bosco scende giù da ogni versante... tutto ciò che con sé trascina l'argentata cascata del torrente, che dal monte cade ritmato, trasportato dalla propria corrente... - dove trasportato?
Che hai detto, torrente di monte? In che luogo t'incontri con me? Con me che sono altresì perituro come te, siffatto... Ma cosiffatto come te?
(Di fermarmi qui, acconsenti - consentimi di fermarmi al varco, ecco uno di questi semplici portenti. ) Non si stupisce una fiumara scendente e silenziosamente discendono i boschi al ritmo del torrente - però un umano si meraviglia. Il varco che un mondo trapassa attraverso l'uomo è dello stupore la soglia, (una volta, proprio questo portento fu nominato "Adamo". ) Ed era solo, col suo stupore, tra le creature senza meraviglia - per le quali esistere e trascorrere era sufficiente. L'uomo, con loro, scorreva sull'onda dello stupore! Meravigliandosi, sempre emergeva dal maroso che lo trasportava, come per dire a tutto il mondo: "fermati! - in me hai un porto, in me c'è quel luogo d'incontro col Primordiale Verbo" - "fermati, questo trapasso ha un senso, ha un senso... ha un senso... ha un senso!"
Come un libro aperto leggo nel fondo dei tuoi occhi. Perché la bocca sorride se gli occhi la smentiscono? Piangi. Non vergognarti di confessare che mi amasti. Piangi. Nessuno vede. Guarda. Io sono un uomo, eppure piango.
La morte non è l'ultima verità. Ci appare nera come ci appare blu il cielo, ma non annerisce la vita più di quanto l'azzurro celeste sporchi le ali dell'uccello.
Non credere che tu sia andato via, volto di luna, e la mia anima sia rimasta con me. L'anima se n'è andata con te, a me rimane il corpo stremato... Benché il roseto della tua bellezza sia svanito al mio sguardo, nel mio cuore è rimasto l'amore per la tua alta persona.