Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro. Devi augurarti che la strada sia lunga. Che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente, e con che gioia toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi penetranti d'ogni sorta, più profumi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Senza schiuma il respiro. Un nastro colorato di sole degrada sull'acqua ombre di sabbia. Senza onde il silenzio. Il braccio dell'isola allunga sciarpe di vento sul mare dei benedettini. Senza vele il golfo d'ottobre. Senza vasche l'acqua dell'indifferenza. Senza fiori il muretto dell'originalità. Senza quinte la commedia dei famosi. Senza storie il budello di ogni giorno. Senza sete il vento d'Alassio cerca ancora il riassunto di come eravamo in estate.
Io vado per la mia strada dove i mendicanti sono di casa dove il canto vuol essere luce. dove nessuno pensa e tutto tace. Io vado libero dalle vicende di vita sul lungomare dell'estasi col mio cartone per dormire una busta di carta per mangiare. Io vado verso un nuovo mattino nella terra dalla quale fui tratto perché polvere ero e polvere son tornato. Io vado raccogliendo gli stracci d'Adamo dove il confronto con la carcassa dell'uomo non fa più paura. Io vado in un mondo amico in cerca dei sette sigilli dei sette angeli e delle sette trombe del nuovo cielo e della nuova terra. Io vado e mi sembra d'aver perduto la strada.
Tra essere e testimoniare obbedire e comandare c'è un letto da campo con un ferito. Fatemi conoscere uno più degno di me. Datemi un medico un medico dell'anima che liberi la follia del mio dolore. Predicatori della virtù datemi un saggio per conoscere i saggi datemi un falso per difendere i falsi ed un cuscino di rose su cui invocare il sonno dell'insolenza. Datemi un rullo ed un filo d'erba per imparare il mestiere di vivere.
Temo i padrini dell'indulgenza. Temo la fiducia degli eletti. Temo il sorriso amaro sulle labbra degli inquieti. Temo gli occhi velati di chi crede. Temo il senso di paura degli ignoranti. Temo l'ansia dei deboli. Temo la tensione degli angosciati. Temo il rimorso dei colpevoli. Temo che l'energia degli illusi prenda il posto degli umili. Temo e mi ripugna il loro perverso sacrificio come se io non fossi origine della stessa specie. Temo l'olocausto delle anime come i forni crematori dell'oscurità. Temo gli immortali per come ci hanno ingannato sulla terra. Temo che a pagare il debito con l'ingratitudine siano ancora gli stessi. Prego che il giudizio universale per ognuno di noi non divenga un giudizio di massa. Prego che il concetto di Dio concepito dagli uomini sia completamente trasfigurato. Prego che a prendere il posto nell'al di là non sia il candore della menzogna dell'al di qua.
Sei diventato un raggio di sole, una sfera luminosa di luna, una stella del firmamento. Ma vorrei ancora, immergermi nella squallida abitudine, di vederti qualche volta e ridere di niente, di sentire la tua voce, di dividere con Te il pane e il vino, di ascoltare parole che sanno a tutt'oggi di buono. Oppure vorrei morire un po', accompagnarti nel sentiero di luce, impararne la strada per ritrovarti sempre. Vorrei.
Voi dovete vivere giorno per giorno, non dovete pensare ossessivamente al futuro. Sarà un'esperienza durissima, eppure non la deprecherete. Ne uscirete migliorati. Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare. Sono nati due volte e il percorso sarà più tormentato. Ma alla fine anche per voi sarà una rinascita.
che chiede perdono al sole mi tormento per il suo destino. Trovo gradevole l'avermi coinvolto col suo dolore. Ho cercato di consolarmi della sua disperazione occupandomi di lui. Morso dalla presunzione dell'esperienza gli ho regalato l'illusione di un esclusiva inutile protezione. Se continuo ad alimentare la mia sincerità finisco per torturare la sua desolazione.