Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

L'uragano

L'uragano tutto svelle intorno a me
L'uragano svelle in me foglie e parole futili.
Turbini di passione sibilano in silenzio
Ma pace è sul tornado arido, sulla fuga della stagione delle piogge!

Tu Vento ardente Vento puro, vento della bella stagione, brucia ogni fiore ogni pensiero vano
Quando la sabbia ricade sulle dune del cuore.
Anvella, ferma il tuo gesto di statua e voi, fanciulli, fermate i vostri giochi e le vostre risa d'avorio.
A te consumi la voce insieme col corpo, secchi i profumo della tua carne
La fiamma che illumina la mia notte, come una colonna e come una palma.
Infiamma le mie labbra di sangue, Spirito soffia sulle corde della mia kôra
Che si levi il mio canto, puro come l'oro di Galam.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    La meditazione

    La nostra paura più profonda
    non è di essere inadeguati.

    La nostra paura più profonda,
    è di essere potenti oltre ogni limite.

    È la nostra luce, non la nostra ombra,
    a spaventarci di più.

    Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? "
    In realtà chi sei tu per Non esserlo?
    Siamo figli di Dio.

    Il nostro giocare in piccolo,
    non serve al mondo.

    Non c'è nulla di illuminato
    nello sminuire se stessi cosicché gli altri
    non si sentano insicuri intorno a noi.

    Siamo tutti nati per risplendere,
    come fanno i bambini.

    Siamo nati per rendere manifesta
    la gloria di Dio che è dentro di noi.

    Non solo in alcuni di noi:
    è in ognuno di noi.

    E quando permettiamo alla nostra luce
    di risplendere, inconsapevolmente diamo
    agli altri la possibilità di fare lo stesso.

    E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
    la nostra presenza
    automaticamente libera gli altri.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Su gioia e dolore

      Allora una donna disse: Parlaci della Gioia e del Dolore.
      E lui rispose:
      La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera,
      E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime.
      E come può essere altrimenti?
      Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.
      La coppa che contiene il vostro vino non è forse la stessa bruciata nel forno del vasaio?
      E il liuto che rasserena il vostro spirito non è forse lo stesso legno scavato dal coltello?
      Quando siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore e scoprirete che è proprio ciò che vi ha dato dolore a darvi ora gioia.
      E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
      Alcuni di voi dicono: "La gioia è più grande del dolore", e altri dicono: "No, è più grande il dolore".
      Ma io vi dico che sono inseparabili.
      Giungono insieme, e se l'una siede con voi alla vostra mensa, ricordate che l'altro è addormentato nel vostro letto.

      In verità voi siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia.
      Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati e saldi.
      Come quando il tesoriere vi solleva per pesare oro e argento, così la vostra gioia e il vostro dolore dovranno sollevarsi oppure ricadere.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Il dono tuo, il quaderno, è dentro la mia mente
        scritto tutto in memoria imperitura,
        che assai più durerà di quelle vuote pagine,
        oltre ogni termine, fino all'eternità.
        O almeno fino a che la mente e il cuore
        avranno da natura la facoltà di esistere,
        finché al labile oblio non daran la lor parte
        di te, il tuo ricordo non potrà cancellarsi;
        quei miseri appunti non potrebbero tanto contenere
        né mi occorre un registro per segnare il tuo amore;
        per questo ho osato dar via il tuo quaderno,
        fidando invece in quello che meglio ti riceve.
        Il tenere un qualcosa che serva a ricordarti
        equivarrebbe a ammettere ch'io so dimenticarti.
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          Ricordo di Mary A.

          Un giorno di settembre, il mese azzurro,
          tranquillo sotto un giovane susino
          io tenni l'amor mio pallido e quieto
          tra le mie braccia come un dolce sogno.
          E su di noi nel bel cielo d'estate
          c'era una nube ch'io mirai a lungo:
          bianchissima nell'alto si perdeva
          e quando riguardai era sparita.

          E da quel giorno molte molte lune
          trascorsero nuotando per il cielo.
          Forse i susini ormai sono abbattuti:
          Tu chiedi che ne è di quell'amore?
          Questo ti dico: più non lo ricordo.
          E pure certo, so cosa intendi.
          Pure il suo volto più non lo rammento,
          questo rammento: l'ho baciato un giorno.

          Ed anche il bacio avrei dimenticato
          senza la nube apparsa su nel cielo.
          Questa ricordo e non potrò scordare:
          era molto bianca e veniva giù dall'alto.
          Forse i susini fioriscono ancora
          e quella donna ha forse sette figli,
          ma quella nuvola fiorì solo un istante
          e quando riguardai sparì nel vento.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Perchè ti amo

            Perché ti amo, di notte son venuto da te così impetuoso e titubante e tu non mi potrai più dimenticare l'anima tua son venuto a rubare.
            Ora lei è mia - del tutto mi appartiene nel male e nel bene, dal mio impetuoso e ardito amare nessun angelo ti potrà salvare.
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              Scritta da: asterisco
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Le cose che ho imparato nella vita.
              Dite: è faticoso frequentare bambini.
              Avete ragione.

              Poi aggiungete: bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
              Ora avete torto.

              Non è questo che più stanca.
              É piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi
              fino all'altezza dei loro sentimenti.
              Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
              Per non ferirli.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)
                S'ì fosse foco, arderei 'l mondo;
                s'ì fosse vento, lo tempesterei;
                s'ì fosse acqua, ì l'annegherei;
                s'ì fosse Dio, mandereil'en profondo

                s'ì fosse papa, sarè allor giocondo,
                che tutti i cristiani imbrigherei;
                s'ì fosse 'mperator, sa che farei?
                a tutti mozzerei lo capo a tondo

                s'ì fosse morte, andarei da mio padre;
                s'ì fosse vita, fuggirei da lui:
                similmente faria da mì madre

                s'ì fosse Cecco, come sono e fui,
                torrei le donne giovani e leggiadre,
                e vecchie e laide lassarei altrui.
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