Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Cosa stiamo cercando

Di notte, a luce spenta, fare il punto.
Ricapitolare. Fare chiarezza.
Passare in rassegna lentamente le azioni
compiute e considerare la loro effettiva
necessità. Potare i rami secchi.
Lavare via le impurità.
Ricondurre tutte le forze alle azioni
necessarie in vista di ciò che vogliamo
si realizzi.
In quel momento non si odono voci,
nè squilli. Nessuna presenza dall'esterno.
In qul momento possono aversi rivelazioni
dall'interno. Pensieri sopiti possono
affiorare e nuove idee nascere.
Fra il sonno e la veglia c'è un
momento di lucidità estrema in
cui possiamo dare una risposta
alle nostre interrogazioni.
Cosa stiamo cercando?
Essere più chiari con se stessi.
Terminare ogni attività superflua
e priva di prospettive.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Un sonno e un oblio

    La nostra nascita
    non è che un sonno e un oblio;
    L'anima che ci accompagna,
    stella di nostra vita,
    d'altro saggio gode ben altrove,
    e da tanto lontano è giunta non già.
    Tutta dimentica di sua prima natura
    nè in nudità di sè completa,
    che anzi trascina a noi
    con sè i gran nembi di gloria.
    Dal Dio ch'è nostra casa.
    Indugia su noi bambini
    per un poco di cielo.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Uomo del mio tempo

      Sei ancora quello della pietra e della fionda,
      uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
      con le ali maligne, le meridiane di morte,
      t'ho visto dentro il carro di fuoco, alle forche,
      alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
      con la scienza esatta persuasa allo sterminio,
      senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
      come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
      gli animali che ti videro per la prima volta.
      E questo sangue odora come nel giorno
      quando il fratello disse all'altro fratello:
      "Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
      è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
      Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
      salite dalla terra, dimenticate i padri:
      Le loro tombe affondano nella cenere,
      e gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
      Vota la poesia: Commenta
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Perché tu possa ascoltarmi
        le mie parole
        si fanno sottili, a volte,
        come impronte di gabbiani sulla spiaggia.

        Collana, sonaglio ebbro
        per le tue mani dolci come l'uva.

        E le vedo ormai lontane le mie parole.
        Più che mie sono tue.
        Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.

        Così si aggrappano alle pareti umide.
        È tua la colpa di questo gioco cruento.

        Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
        Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.

        Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
        e più di te sono abituate alla mia tristezza.

        Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
        perché tu le ascolti come voglio essere ascoltato.

        Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
        Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
        Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
        Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
        Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
        Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.

        Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
        Tutto ti prendi tu, tutto.

        E io le intreccio tutte in una collana infinita
        per le tue mani bianche, dolci come l'uva.
        Vota la poesia: Commenta
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Il vento è un cavallo:
          senti come corre
          per il mare, per il cielo.

          Vuol portarmi via: senti
          come percorre il mondo
          per portarmi lontano.

          Nascondimi tra le tue braccia
          per questa notte sola,
          mentre la pioggia rompe
          contro il mare e la terra
          la sua bocca innumerevole.

          Senti come il vento
          mi chiama galoppando
          per portarmi lontano.

          Con la tua fronte sulla mia fronte,
          con la tua bocca sulla mia bocca,
          legati i nostri corpi,
          all’amore che che brucia,
          lascia che il vento passi
          senza che possa portarmi via.

          Lascia che il vento corra
          coronato di spuma,
          che mi chiami e mi cerchi
          galoppando nell’ombra,
          mentre, sommerso,
          sotto i tuoi grandi occhi,
          per questa notte sola
          riposerò, amor mio.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Darei valore alle cose non per quello che valgono
            ma per quello che significano.

            Dormirei poco, sognerei di più.

            So che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi
            perdiamo 60 secondi di luce di cioccolata.

            Se Dio mi concedesse un brandello di vita,
            vestito con abiti semplici, mi sdraierei, al sole
            e lascerei a nudo non solo il mio corpo
            ma anche la mia anima.

            Dio mio, se avessi cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio
            e aspetterei che si alzasse il sole.

            Dipingerei le stelle con un sogno di Van Gogh.
            con un poema di Benedetti, una canzone di Serrat
            sarebbe la mia serenata alla luna.

            Bagnerei con le mie lacrime le rose
            per sentire il dolore delle spine
            ed il bacio vermiglio dei petali.

            Dio mio, se io avessi ancora un brandello di vita
            non lascerei passare un solo giorno
            senza dire alla gente che io amo, io amo la gente.

            Convincerei ogni uomo ed ogni donna
            che sono i miei favoriti
            e vivrei innamorato dell'amore.

            E dimostrerei agli uomini quanto sbagliano
            quando pensano di smettere di innamorarsi
            quando invecchiano senza sapere che invecchiano
            quando smettono di innamorarsi.

            Darei ad ogni bambino le ali
            ma lo lascerei imparare, da solo, a volare.

            Ai vecchi insegnerei che la morte
            non arriva con la vecchiaia ma con l'oblio.

            Ho imparato molte cose da voi, dagli uomini...
            Ho imparato che tutti, al mondo,
            vogliono vivere in cima alla montagna
            senza sapere che la vera felicità
            sta in come si sale la china.

            Ho imparato che quando un neonato afferra,
            per la prima volta, con il suo piccolo pugno,
            il dito di suo padre, lo terrà prigioniero per sempre.

            Ho imparato che un uomo
            ha diritto di guardare un altro uomo
            dall'alto verso il basso solo quando lo aiuta a rialzarsi.

            Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi
            ma non mi serviranno davvero più a molto
            perché quando guarderanno in questa mia valigia,
            infelicemente io starò morendo.
            Vota la poesia: Commenta